Recensione. Assassin's Creed 01 - Rinascimento di Oliver Bowden


Ci ho dovuto pensare un po', ma alla fine mi sono resa conto che il tempo non portava consiglio e non migliorava le mie impressioni, anzi. Così alla fine mi sono decisa a farla e a non pensarci più.

Titolo: Assassin's creed 01 - Rinascimento
Autore: Oliver Bowden
Edizione: Sperling & Kupfer
Prezzo: 19,90 €
Trama (tratta da www.ibs.it): Firenze, 1476. Ezio Auditore ha diciassette anni, è figlio di un ricco banchiere alleato dei Medici, e trascorre molto del suo tempo assieme agli amici, tra divertimenti e bravate. Non ha un problema al mondo, e si gode la vita. Ma quella giovinezza spensierata termina bruscamente quando la sua famiglia viene ingiustamente accusata di aver cospirato ai danni del governo. Suo padre e i suoi fratelli vengono giustiziati dopo che Uberto Alberti, un magistrato corrotto alleato dei Pazzi, distrugge le prove che inchiodano i veri responsabili. Solo Ezio, miracolosamente, riesce a sfuggire alla cattura. All'improvviso, è costretto a diventare adulto: deve nascondersi, difendersi, proteggere la sorella e la madre. Ma vuole vendetta. Si rifugia dallo zio a Monteriggioni, il borgo fortificato in alta Toscana, e scopre così che il padre era in realtà membro della setta degli Assassini, che da secoli si contrappongono ai Templari, dove militano sia i Borgia sia i Pazzi. Da quel momento e per molti anni Ezio si aggira per l'Italia, silenzioso e invisibile ma non privo di amici, per uccidere a uno a uno i Templari, di cui il padre gli ha lasciato una lista; è aiutato da Leonardo da Vinci, che costruisce per lui armi sofisticate, e da Niccolò Machiavelli, anch'egli membro dell'ordine degli Assassini. Basato sul videogioco Ubisoft Assassin's Creed II, il primo, libro di una serie epica, che al fascino della storia unisce la suspance del thriller.

Per chi non lo sapesse, questa serie di libri (arrivata al volume 5 uscito di recente) è tratta da una serie di videogiochi. Nello specifico i libri iniziano dal secondo videogioco. Al di là della curiosità in sé, la precisazione è importante perché il racconto risente pesantemente di questa origine portando forzature e incongruenze che, alla lunga, hanno pesato negativamente sull'apprezzamento del libro.
Non sono appassionata di videogiochi e ho conosciuto i libri prima di sapere da dove erano tratti, l'informazione, se mi ha fatto capire alcune cose, mi ha anche fatto storcere la bocca.
I videogiochi hanno, tendenzialmente, una trama e il libro la segue e la rispetta. Questo, se da un lato è 'corretto' dall'altro la irrigidisce. L'autore infatti, non sgarra di un millimetro dal raccontare le vicende di Ezio. Il punto è che in un videogioco, in genere c'è un solo giocatore, che deve fare tutto; Bowden ha rispettato questo principio, facendo del protagonista l'unico eroe. Ora, viene più volte detto che questa è una setta di assassini. Bene... peccato che Ezio sia l'unico!!! E si deve fare l'Italia in qua e là ad ammazzare Tizio, Caio e Sempronio per vendicarsi e per impedire ai Templari (ebbastacostitemplari! Me li ritrovo anche nel caffè la mattina! Basta! Sono morti. Fine. Lasciamoli in pace!) di conquistare oggetti che avrebbero dato loro un potere enorme.
Poi... Anche se non siete appassionati, suppongo che di videogames ne abbiate visti e sappiate come funzionano: ci sono vari livelli e il giocatore li deve superare. Lungo tutto il libro si ha spesso l'impressione che vi sia una passaggio di livello. Esemplare il momento dell'affiliazione in cui tutti i personaggi spuntano miracolosamente in un posto che non c'entra niente e fanno tipo applauso, sperticandosi in lodi ... Confesso che a questo punto stavo per mollare, ma ormai avevo superato la metà. Che cavoli! Invece di star lì a fare 'Bravo bravo' ma dagli una mano!!!
Ma giusto! Ezio è un superuomo e nessuno gli sta dietro. Lo è per forza, perché altrimenti non si spiega come faccia ad ammazzare a destra e manca, davanti alla folla, in mezzo alla piazza e nessuno gli fa mai mezzo graffio. Entra ovunque senza che ci sia mai uno, dico uno!!! che riesca a vederlo/fermarlo/dare l'allarme/notare che sto tizio non c'incastra niente con gli altri. Ti viene da pensare che nemici simili li faresti fuori pure tu.
Il superuomo fa anche delle cose del tutto incomprensibili. Esempio: Viene a sapere che gruppo di congiurati vuole fare fuori Lorenzo De'Medici la mattina dopo alla messa, in piena chiesa. Si tratta di un discreto gruppo di persone che possono arrivare molto vicino al duca. Tra l'altro il signorotto tanto furbo ha anche dichiarato che il giorno dopo non avrà la scorta (guarda caso ...)Cosa farebbe una persona normale? Minimo minimo gli manda un piccione viaggiatore, ma visto che il nostro superuomo si sa arrampicare, tipo geco, anche sui soffitti, potrebbe farsi una salitina fino alla finestra di Lorenzo e metterlo un tantinello sull'avviso. No! Ezio fa il supereroe incompreso da tutti, quindi va in chiesa deciso a salvare il duca da solo. Si piazza a settantacinque miglia a nord ovest, tanto che lo vede giusto perchè c'è la freccia del videogioco che lo indica, si consuma le unghie rosicchiandole facendosi venire mille paturnie su come ammazzare 2000 nemici con un colpo solo, si volta un istante per una frazione di secondo proprio quando i cattivi agiscono, ma ... in meno di un millesimo, roba che Flash Gordon pare mi'nonna con l'artrosi, è affianco del Duca, ammazza metà gente dialogandoci pure, che tanto Lorenzo di sangue ne aveva in abbondanza e quindi campava lo stesso, e se lo porta via senza che nessun'altro muova un dito.
Di queste belle pensate di Ezio è pieno il libro. Per contro, essendo una setta unipersonale, non è che possa farsi dare una mano da qualcuno.
Sì, compare Leonardo Da Vinci, sempre affascinante, ma ha il solo compito di fare il costruttore di armi... Povero Leo, solo questa gli mancava.
Il finale è con i fuochi d'artificio, e ho trovato che c'incastrasse poco con il resto del libro.
Oltre a non creare una trama più articolata e coinvolgente, Bowden, a mio giudizio personale, racconta anche male la storia principale, in quanto è solo una cronologia. Fate conto che mi metto su uno sgabellino a mo' di nonna a veglia e comincio: Ezio è giovane e spensierato e abita a Firenze. Gli sterminano la famiglia e lui si salva. Ritrova mamma e sorella (illibata tra l'altro) e scappa dallo zio a San Gimignano. Qui impara ad usare le armi e ad uccidere. Ritorna a Firenze, comincia a cercare il modo di ammazzare chi ha condannato il padre. Trova il modo. Ammazza il primo congiurato.
Ecco, a sto punto o dormite, o vi siete alzati per andare a farlo perché già non ne potete più. Il libro è scritto allo stesso modo, con la stessa verve mancante e con la stessa enfasi. Riflessioni zero, pensieri pochini, fatti, fatti, fatti e nient'altro. Scarni anche i dialoghi con frasi di circostanza trite e ritrite.

Personaggi: Ezio, Ezio, Ezio e Ezio. Tutti gli altri sono solo comparse che spuntano quando il protagonista ha bisogno di un aiuto/spalla/mentore/qualcuno che lo tiri fuori dai guai (ma poi si salva da solo e allora tanto vale). Ci si aspetta che sia un personaggio notevole. No. Dei suoi pensieri sappiamo poco, delle sue riflessioni meno ancora. Matura, ma perché ce lo dice l'autore, e si vede, ma non ne siamo partecipi. Invecchia anche, a detta di Bowden, ma è un super uomo e a cinquan'anni è bello fresco come quando ne aveva 17. E si comporta allo stesso modo.

Come vi dicevo lo stile di Bowden è molto da cronista. Cronista economico, che quelli sportivi un po' di emozioni ce le mettono. La scrittura è sostanzialmente corretta, buoni alcuni riferimenti storici, altri usati all'occorrenza perché così serviva (e questo fa storcere la bocca). La narrazione è in terza persona, ma segue solo Ezio. Anche perché non c'è nessun altro.

Giudizio finale complessivo: Poteva essere un buon libro se l'autore avesse tenuto il videogioco come trama di base e ci avesse costruito sopra un vero romanzo. Così risulta un lavoro noioso, incongruente, monotono e senza aspettative. Si trascina anche troppo, ma suppongo che dovesse attraversare tutti i livelli per arrivare in fondo. Spero in qualcosa di meglio nei prossimi, se e quando deciderò di dargli una seconda possibilità. Personalmente non mi sento di consigliarlo, neanche agli appassionati del gioco.
Voto: 5/10

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Commenti

  1. Bella recensione! Conoscevo solo i giochi! Ma non mi farò scappare i libri! :)

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    1. E' quello che ha detto la mia consocia grafica. Io invece, temo che i libri me li farò scappare molto volentieri. Almeno gli altri 4 (per ora ne sono usciti 5) :D

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    2. xD ahahaha! A me invece incuriosiscono! Vedremo...

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