Recensione: L'ombra di Roger Hobbs

Ed ecco la mia seconda lettura settimanale conclusa.


Titolo: L'ombra
Titolo originale: Ghostman
Autore: Roger Hobbs
Edizione: Einaudi
Prezzo:  € 19,00
Trama:  Quando una rapina a mano armata a un casinò di Atlantic City finisce in un bagno di sangue, con uno dei rapinatori ferito e in fuga, all'uomo che ha organizzato il colpo non rimane che rivolgersi a Jack Delton. Pochi sanno che lui è esistito, e ancora meno immaginano che è ancora vivo. Perché Jack è quello che nel gergo si definisce un'"ombra": un uomo senza identità, che ripulisce le scene dei crimini senza lasciare la minima traccia di sé. Un mestiere da autentici professionisti, spesso rischioso. Ma mai come questa volta. Perché questa volta c'è di mezzo I'FBI, e soprattutto perché c'è chi vuole approfittare dell'occasione per regolare conti antichi, e far davvero sparire l'ombra, una volta per tutte.




<<Se non puoi avere il paradiso, scatena l'inferno.>>

Un libro diesel!
E' stata la prima cosa che ho pensato quando sono giunta vicino alla metà e ho iniziato a intuire che dietro alle azioni del protagonista c'era molto di più.
Mi spiego. Jack (o come si chiama dato che il suo vero nome non lo rivela), che ci narra la storia in prima persona, si 'presenta' come un maniaco dell'anonimato: distrugge cellulari, hard disk, identità alla velocità della luce. Appena riceve un'email per un lavoro cancella tutte le sue tracce e sparisce (questa cosa delle email mi ha lasciata perplessa). Cioè fa il lavoro, se gli piace, e sparisce.
Adoro questo tipo di perosnaggi! Paranoici, meticolosi, maniaci.
Ebbene, nonostante le allettanti premesse, nella prima parte del libro avevo l'impressione di trovarmi davanti ad un filmetto di gangster anni '70 di serie B. Banale e senza appeal, dove il protagonista che si è tanto decantato in realtà fa errori stupidi e grossolani e non è niente di più di una pedina sacrificabile.
Per fortuna sono una di quelle lettrici che per mollare un libro deve essere non brutto, di più. Anche se ammetto che sono andata avanti per sarcasmo, pronta a fare un po' di polemica.
Invece sono stata felice di rimangiarmi la polemica.
Piano piano si delinea un gioco molto più sottile, intrigante e, devo dire, divertente per i miei gusti, che mi ha tenuta inchiodata alle pagine fino alla fine!
Non è esente da difetti, devo ammetterlo.
Prima di tutto, come vi dicevo, mi lascia perplessa questa cosa delle email. Lui cambia identità, email, copre tracce e tutto, ma gli altri, se veramente vogliono trovarlo, lo trovano, per potergli offrire dei lavori. Ora, lui stesso spiega tanti trucchi e tante cose, per cui suppongo che ci sia una sorta di schema, di codice, un qualcosa che permetta a chi veramente vuole trovarlo, di scoprire la sua email. Mi sarebbe piaciuto saperlo. Il fatto che non ci sia mi fa pensare che neanche l'autore avesse chiarissimo il metodo e abbia preferito non parlarne.
Alcune scene sono effettivamente da americanata e un po' troppo facili (la prima con i due nazisti nella palude mi è sembrata un po' forzata).
Inoltre, per quanto sia interessante la spiegazione dei suoi trascorsi con Marcus e perché gli deve un favore, ho trovato che gli sia stato dedicato troppo spazio, quasi a voler riempire più pagine per far durare di più il libro. Questo mi fa storcere un po' il naso.
Ho apprezzato tantissimo, invece, le spiegazioni sui colpi, sui sistemi di sparizione, i dettagli dei crimini commessi. Sono distrubuiti in maniera non noiosa e facile da comprendere, senza troppi termini tecnici.
Alcuni dialoghi sono un filo scontati.
La narrazione in prima persona da un bel ritmo alla storia, soprattutto dopo le prime 100 pagine in cui, appunto, non è ben chiaro cosa si abbia davanti.
Nonostante questo e gli altri appunti fatti, non mi dispiacerebbe poter tornare a leggere qualche altra avventura dell'Ombra.
Voto: 7/10



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