Recensione: Olivia, ovvero la lista dei sogni possibili di Paola Calvetti

Uhm, altro libro che, in fondo in fondo, non è che mi sia piaciuto più di tanto.

Titolo: Olivia, ovvero la lista dei desideri possibili
Autore: Paola Calvetti
Edizione: Mondadori
Prezzo: 9,50€
Trama: Inaspettati. Così sono tutti i doni degni di questo nome. E del tutto inaspettato è l’inizio di questa storia, con gli sguardi di due bambini che si sfiorano da lontano. Qualche anno dopo, a pochi giorni dal Natale, Olivia – la poco più che trentenne protagonista di questo romanzo – viene licenziata. O meglio: non viene licenziata perché non è mai stata assunta; semplicemente perde il posto di lavoro precario e si ritrova più precaria e fragile di prima. Così, con la sola compagnia dello scatolone che ha dovuto portare via dall’ufficio, di una buona dose di malinconia e degli stratagemmi che la nonna le ha insegnato per affrontare le difficoltà, Olivia si avvia per le strade della sua città. Trovato riparo in un bar tabacchi, scorre il suo curriculum pensando a tutto ciò che quelle pagine tralasciano: gli incontri che l’hanno segnata, gli amori veri e quelli che credeva lo fossero, le persone che non ha fatto in tempo ad abbracciare. E le passioni, i sogni, i fallimenti, la forza dei desideri. In quel bar tabacchi, che con il passare delle ore si popola di personaggi buffi, matti, generosi e pedanti, su Olivia veglia la nonna mai scomparsa davvero dalla sua vita, capace di leggere i segnali segreti della felicità nelle scie di un aereo o
nel verso di una poesia. La stessa nonna che le ha fatto un dono speciale: una Polaroid con la quale strappare al tempo gli istanti più belli, complici dell’inarrestabile e salvifica fantasia di Olivia. Tra le mura ospitali di quel
provvisorio rifugio, lungo una giornata iniziata nel peggiore dei modi, Olivia riflette che le cose migliori succedono sempre quando ci si rinuncia... Nelle stesse ore, come in un film a montaggio alternato, irrompono tra le righe i passi di Diego. Anche per lui è un giorno speciale, forse l’alba di un nuovo inizio, che saprà offrire una tregua all’innominabile ferita che ha segnato la sua infanzia. Olivia e Diego non sanno di essersi sfiorati per tutta la vita, ma fra loro vibrano le onde invisibili della serendipità, quella sensazione di euforia che si prova quando si scopre una cosa mentre se ne sta cercando un’altra. E se è vero che il destino segue regole invisibili, in quelle ore forse il loro, di destino, si sta organizzando in una bizzarra successione di eventi. 

Voto: 6/10
Avete presente quando a scuola la vostra performance era così media che i prof vi davano 6 solo per grazia? Ecco, questo libro è uguale. Arriva alla sufficienza solo perché è così medio (non mediocre) che dargli 5 (o 2,5/5) sembrerebbe crudele, ma anche 6 (3/5) è un po' regalato. Non è bello, non è brutto, non diverte, non annoia, personaggi carini ma insignificanti, finalino appiccicato lì senza entusiasmo,... tutto così.
Sono arrivata in fondo perché è breve e la domanda 'dove va a parare?'si è mantenuta fino al punto in cui tanto valeva finirlo. La risposta è stata comunque bruttina: da nessuna parte.
Il titolo, o meglio il sottotitolo, mi aveva fatta ben sperare 'La lista dei sogni possibili': sembra una cosa bella, no? Mi preannunciava un messaggio positivo, qualcosa che si realizza, una speranza che diventa concreta. Invece Olivia è un personaggio altamente negativo.
Viene licenziata la vigilia di Natale (ok, il 99% dei libri di questo genere, iniziano con lei che ha perso lavoro/fidanzato/parente/qualcosa di prezioso/tutte le cose insieme) e si rinchiude in un bar tabacchi dove bene cioccolata e si piange addosso tutto il tempo. Ora, un pochino me lo aspettavo, poverina, non è in una situazione facile, e serve anche a creare empatia nel lettore. Ma un POCHINO! Non tutto il libro che sono arrivata in fondo e l'unica cosa che mi è rimasta è la domanda: perché ho passato 3 ore a leggere gli scazzi (perdonate il francesismo) di questa qua, quando avrei già i miei?
Comunque, mentre è nel bar tabacchi che riflette decide di fare anche dei cambiamenti (e qui ho sperato che la nota positiva arrivasse) nella propria vita. Inizia quindi a scrivere (rigorosamente su una Moleskine, sia mai che qualcuna di queste 'poverine' abbia un taccuino da 2€) la famosa lista: un elenco di propositi di un'allegria tale da far invidia a un funerale. C'è modo e modo di vedere un obiettivo e Olivia li vede tutti in veste negativa. Un conto è dire: da domani mi tengo in forma andando a passeggio, respiro aria fresca, sto in mezzo alla natura, magari incontro qualcuno e risparmio i soldi della palestra. Un altro è: da domani vado a passeggio perché non posso permettermi la palestra. La protagonista utilizza sempre la seconda versione.
Forse l'aspetto positivo del libro voleva essere una sorta di storia d'amore, ma l'ho trovata davvero blanda, concentrata in poche pagine, anche se i due si alternano un po' el libro, e appiccicata lì quasi a giustificazione del fatto che almeno è accaduto qualcosa.
Della negatività della protagonista ho già parlato, ma anche il lui della situazione non risolleva le sorti della storia: è scialbo e anonimo e l'ho trovato pressochè inutile fino alla fine.
L'unica figura di rilievo sarebbe stata la nonna di Olivia, dispensatrice di consigli e saggezza, ma ovviamente è morta, quindi 'parla' solo attraverso i ricordi della protagonista e per brevi paragrafi.
La scrittura è scorrevole e piacevole, ammetto che invoglia ad andare avanti. E' abbastanza approfondita, anche se non ricercata e le parti riflessive sono buone. I dialoghi sono pochi, per cui è difficile giudicarli.
Peccato per il resto.


Commenti

  1. a me proprio non è piaciuto! E soprattutto non l'ho trovato scorrevole. L'unica cosa bella è l'idea alla base

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  2. Uh mi spiace. Meno male che era breve. Quando un libro non scorre, leggere diventa una noia.

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