Recensione: Una segretaria per Milord di Federica Soprani e Vittoria Corella

Arranco arranco, ma prima o poi arrivo. Periodaccio. Casinoso e stanco, ma piano piano ce la faccio. Soprattutto se incrociate le dita per me ^^
Intanto sono riuscita a mettere a posto questa mia opinione e a pubblicarla. Purtroppo non è lunghissima, ma ultimamente un po' per il tempo un po' perché a me le recensioni lunghe annoiano (e quindi tendo a proiettare il mio comportamento anche su altri utenti), tendo ad essere un po' più concisa.
Ringrazio tantissimo le autrici per avermi segnalata ad Harper Collins e la Harper Collins per avermi inviato il libro.

Titolo: Una segretaria per Milord
Autore: Federica Soprani & Vittoria Corella
Edizione: Harper Collins
Prezzo: 3,49€
Trama: Londra, 1912 - Al grido di: Il voto alle donne, Emy White si è incatenata davanti ai cancelli del Parlamento di Londra. Non è la prima volta che ha la sfacciataggine di portare avanti in maniera tanto spudorata le richieste del Circolo del Voto di cui fa parte, ma di certo è la prima volta che qualcuno osa metterle le mani addosso. E non si tratta di un poliziotto... Il terribile affronto le arriva dal Conte di Reavley, deciso a por fine alla sua pantomima con la forza. Accecata dall'insulto, Emy lo schiaffeggia, salvo pentirsi amaramente di quel gesto, e solo perché lei disdegna la violenza. Pronta a chieder perdono, si presenta alla porta di milord che, però, non ha intenzione di scusarla tanto facilmente. Sarà sufficiente un mese come segretaria al suo servizio per far dimenticare alla bella suffragetta ogni velleità di parità sessuale? O forse, in quel periodo di tempo, l'impeccabile gentiluomo vedrà crollare ogni sua sicurezza?

Voto 7/10
Come sapete, o avrete capito, ho un debole per quete due autrici ed ero davvero curiosa di vederle all'opera lontane dal loro amato ambiente vittoriano e dai confini noti delle loro storie.
Secondo me non è andata male.
Siamo a inizio secolo scorso, in pieno movimento delle suffragette e le due autrici colgono l'occasione per dare inizio alla loro storia con una scena che può benissimo essere accaduta.
Emy si è incatenata davanti al Parlamento e Nigel Reavley non ci pensa due volte a metterle le mani addosso in cerca delle chiavi.
Un sonoro schiaffo chiude la scena, salvo poi proseguire il giorno dopo quando l'indomita signorina si presenta dal conte a porgere le sue scuse. Il conte, colpito forse più nello spirito che nel corpo, dalla bionda suffragetta pone una singolare condizione pur di rivederla: lei dovrà fargli da segretaria per un mese.
Forse non originalissima come cosa, ma carina e divertente. Mi è piaciuto che i canoni classici del rosa storico siano stati un po' alterati, soprattutto nei tempi, in quanto i terzi e quarti incomodi arrivano in maniera leggermente diversa. Anche la storia non prevede una nobildonna forte ma spaesata, bensì, appunto, una suffragetta indipendente, determinata, che sa benissimo cosa vuole. Soprattutto vuole vedere se l'uomo che lei ama è disposto a darglielo.
Nigel invece è molto più rispettoso del suo ruolo: maschilista, un po' ostinato, anche un filino ottuso, molto uomo di inizio secolo.
Il finale è stato molto divertente, anche se io ho adorato Amory per tutto il libro. Non mi spiacerebbe vedere qualcosa dedicato solo a lui.
La scrittura è sempre elegante e accurata nonostante la scarsità di pagine. Sì, secondo me ci voleva qualche pagina in più sia per la trama sia per poter lasciare spazio al momento storico (il movimento delle suffragette purtroppo è giusto accennato).
A parte questo un racconto leggero e godibile, romantico, ma anche divertente che regala un momento di relax.

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