Recensione: La serie infernale di Agatha Christie

Eccomi con la mia opinione su uno dei libri della buona vecchia Agatha ^^

Titolo: La serie infernale
Titolo originale: The A. B. C. murders
Autore: Agatha Christie
Edizione: Mondadori
Prezzo: 9,50€
Trama: Poche cose seccano Hercule Poirot più dell'inattività. Proprio mentre l'investigatore si macera in attesa di qualche bel delitto, qualcuno si fa vivo con lui per lettera, dichiarandogli che presto, nella città di Andover, verrà commesso un crimine. E infatti Alice Ascher, un'anziana tabaccaia, viene assassinata proprio nel giorno annunciato. Dopo di lei, il misterioso assassino minaccia una seconda vittima, questa volta a Bexhill, e poi una terza a Churston. Ogni volta l'omicidio viene puntualmente commesso, a dispetto di Poirot e delle polizia. Le vittime, inoltre, sembrano non aver alcun rapporto tra loro: il diabolico criminale, che si firma A.B.C., pare sceglierle solo in base a un presunto ordine alfabetico. La sfida a Poirot è all'ultimo sangue, il serial killer continua con le sue lettere, ma tre scacchi sono già troppi per un uomo del calibro del detective belga. La serie infernale, apparso per la prima volta nel 1936, è un romanzo che coinvolge e stupisce, come d'altronde fanno tutti i libri di Agatha Christie.

Voto: 7/10
Parlare di un libro di una delle migliori penne del giallo sa sempre un po' di presuntuoso, ma poi penso che non sono una critica letteraria, ma una semplice lettrice che racconta ad altri lettori se un libro le è piaciuto o meno. Quindi eccomi qui.
Ammetto che non è stato uno dei più belli della Christie che abbia letto, eppure rimane un ottimo giallo.
Poirot inizia a ricevere lettere anonime nella più classica delle sfide investigatore-assassino, e il famoso detective impiegherà un po' a capire il disegno che vi è dietro.
Gli indizi, come sempre, ci sono, e anche se li ho individuati, non sono comunque riuscita a collocarli nella giusta ottica (Poirot mi sgriderebbe) cosicché il nome dell'assassino me lo sono dovuto far dire dal libro. Sta cosa mi ha indispettita, ma, che dire, 1-0 per Agatha.
Al di là della trama è sempre bello vedere l'analisi e le bassezze dell'animo umano che l'autrice riesce a sfruttare al massimo per costruire le sue storie. Anche in questo caso il motivo che arma l'assassino è noto e quasi banale, ma l'ingegnosità di tutta la storia mi ha lasciata a bocca aperta. Surreale? No, ed è questo il bello e il brutto del libro: il fatto che chiunque potrebbe architettare una cosa simile.
In fondo al libro tutto trova la sua perfetta spiegazione, anche cose a cui io non avevo pensato. Ad esempio avevo trovato strano che una lettera giungesse tardi e ho capito che c'era un motivo preciso per questo, ma non avevo pensato che fosse legato alla scelta di sfidare Poirot anzichè un ispettore di polizia. Credevo che fosse un mero desiderio dell'assassino confrontarsi con una grande mente, invece in fondo si scopre che anche quella è una decisione ponderata derivante da altre necessità (lo so che sono vaga, ma sto cercando di non fare spoiler).
Poirot ha sempre la sua spocchia antipatica, ed è antipatico perfino quando cerca di fare il simpatico, ma in fondo lo si ama per questo.
Ingenuo e divertente Hastings, il narratore, che ha la capacità di fare un commento casuale che illumina il celebre amico.
Più antipatico di Poirot il detective Crine, che per fortuna compare poco. La Christie aveva un talento naturale per fare i personaggi antipatici.
Lo stile dell'autrice è sempre essenziale ma non povero. Narrando le vicende dal punto di vista di Hastings, che le racconta a posteriori, si concentra sugli elementi importanti della storia aggiungendo poche divagazioni e pochi orpelli. Nonostante questo le scene sono sempre facilmente immaginabili e coinvolgenti.
Come dicevo all'inizio, non uno dei più belli, ma sempre divertente e piacevole da leggere.


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