Recensione: Confessione di Kanae Minato


Titolo: Confessione
Autore: Kanae Minato
Edizione: Giano
Prezzo: 17,50 €
Trama: La rivelazione è di quelle agghiaccianti, soprattutto se a farla è una giovane professoressa che ha da poco perso la sua bambina e ad ascoltarla sono i suoi alunni, la classe alla quale Moriguchi Yuko rivolge un discorso di addio: "La mia Manami non è morta accidentalmente; è stata uccisa da qualcuno di voi". La figlia dell'insegnante di scienze aveva quattro anni quando, un mese prima della fine dell'anno scolastico alla scuola media, in una cittadina del Giappone, è stata trovata morta nella piscina dell'istituto. A causa di quello che tutti hanno ritenuto un incidente, la madre ha deciso di abbandonare per sempre il suo lavoro. Freddamente, quasi scientificamente definendoli A e B, la professoressa rende identificabili ai compagni i due ragazzi e rivela la sua scoperta di come essi abbiano premeditato e compiuto l'omicidio di una bambina indifesa. Inoltre, con altrettanta freddezza, l'insegnante comunica la sua decisione: non ha intenzione di denunciare i due assassini alla polizia. Ha invece già messo in atto una personale vendetta, atroce e immediata ma escogitata in modo che le devastanti conseguenze si manifestino lentamente, affinché i giovani criminali abbiano il tempo di pentirsi e trascorrere il resto dei loro giorni sopportando il fardello della colpa di cui si sono macchiati. Nelle settimane successive, attraverso un diario, un blog, una lettera, appare in tutta la sua spaventosa portata il perché del gesto compiuto da Nao e Shuya.

Un libro di una crudezza agghiacciante pur non ricorrendo a scene cruente.
Farne un'analisi e darne un'opinione non è facile, perché gli argomenti trattati e gli spunti di riflessione sono moltissimi. Credo che sia necessaria anche una premessa, il libro è ambientato in Giappone e, per chi, come me, è un po' appassionato di questo paese, non può non sapere del loro sistema sociale rigidissimo, del meccanismo scolastico duro e di quanto, in generale, la loro società sia piuttosto diversa dalla nostra tanto da avere, tra le altre piaghe, un tasso di suicidio giovanile davvero elevato. Molti elementi citati nel libro, possono sembrare eccessivi per chi invece è totalmente a digiuno di conoscenze nipponiche. Ebbene, non lo sono. Nonostante la forte caratterizzazione del racconto, vi sono moltissimi elementi riscontrabili in esseri umani che possono provenire da qualsiasi altra parte del mondo.
Il testo è di carattere puramente psicologico, tantoché, ad esclusione della prima parte, le altre non sono altro che un ripetersi degli stessi avvenimenti, visti da vari personaggi che popolano il racconto.
E' interessante notare come tali personaggi cambino (e con questo i sentimenti che prova il lettore nei loro confronti) al cambiare del punto di vista seguito. Per fare un esempio senza voler fare spoiler, quando parla la professoressa Moriguchi, Shuya appare in un certo modo; nella seconda parte raccontata dalla compagna di classe Mizuki, si vede il ragazzino sotto un'altra luce e il lettore è portato a pensare che forse non era come aveva detto la professoressa; quando a raccontare è lo stesso Shuya è come se il lettore si trovasse davanti la verità e, di nuovo, tutte le sue idee sul personaggio crollano e cambiano. Un'esperimento di psicologia davvero notevole che mi ha spinta ad andare avanti fino in fondo.
Oltre a questo, sottolineo solo il forte elemento di denuncia che si cela dietro il libro. L'intento dell'autrice di voler puntare il dito su alcuni tipi di situazioni è palese ed emerge già dalla prima parte, comprendente lunghi paragrafi didattici su vari aspetti del mondo giapponese (l'alimentazione, la cultura, il comportamento, la scuola e così via).
Visto che spendo sempre due parole anche sul finale, questa volta devo ammettere che, per quanto non felice, mi è piaciuto un sacco ed è stato assolutamente inaspettato.

Personaggi: I personaggi che compongono questo libro, sono, più che caratteristici in sé, la personificazione di 'figure', ruoli, che possono ritrovarsi nella società di oggi: la madre iperprotettiva, il genio incompreso, l'emarginato e così via. Parlare di loro, scorporandoli e senza rivelare niente della trama mi è pressoché difficile. Ammetto che è stato uno di quei rari casi in cui, pur essendo personaggi pessimi, mi sono piaciuti. Questo perché sono stati ben caratterizzati, spiegati, sviscerati nei loro pensieri e nel loro sentire. Poi si può essere concordi o meno sulle reazioni sul comportamento e su altro, ma io li ho trovati estremamente credibili.

Stile: Particolare anche questo. Tendenzialmente il libro è diviso in sei lunghi monologhi. Perfino all'inizio, quando la professoressa parla alla classe, è un suo lungo discorso, senza altre descrizioni, senza dialogo; la seconda e la quinta parte due lettere; le altre un diario, un sogno e una telefonata. Tutti monologhi. Assente quasi del tutto il discorso diretto, o forse è l'unico presente, trattandosi di cinque lunghissimi discorsi diretti, le descrizioni su tempi e luoghi, insomma tutto ciò che in genere caratterizza un racconto. Eppure, plauso all'autrice, non se ne sente la mancanza. Il linguaggio è fluido, pulito, semplice, ma non banale. Il ritmo incalzante che tiene piuttosto incollati alle pagine.

Giudizio finale complessivo: A me è piaciuto, senza mezzi termini. E mi è piaciuto nel suo complesso, per lo stile, per la caratterizzazione dei personaggi, per le varie analisi che vi si trovano e perfino per la storia, nonostante non sia, alla fin fine, particolarmente originale o significativa. Ciò che da valore al libro in questo caso, è il suo contorno: gli spunti di riflessione, la visione su una società diversa, la coerenza di pensieri e comportamenti. Sinceramente è qualcosa che mi riservo di riprendere in mano in futuro. Perde un voto perché in un paio di occasioni ho avuto l'impressione che i tempi non tornassero.
Voto: 9/10


Commenti

  1. Che bella recensione, mi hai convinta ad infrangere uno dei propositi per l'anno nuovo e procurarmi un nuovo libro *-*

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    1. Oh, sei stata più resistente di me, io l'ho infranto il 7 Gennaio U_U. Lieta che le mie parole ti abbiano stuzzicato la curiosità,

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  2. Yei! La recensione che aspettavo, ora mi sono convinta definitivamente a leggerlo!! :)

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  3. Ciao! Non conoscevo per nulla questo libro ma mi hai fatto venire una gran voglia di leggerlo! *_* Lo inserisco subito in WL! :)

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