Recensione: L'uomo che metteva in ordine il mondo di Fredrick Backman

Per la serie 'passiamo le ore a scrivere recensioni e poi scordiamoci di pubblicarle', questa e le prossime recensioni sono di libri che ho letto già da un po', che a suo tempo ho recensito e che poi mi sono bellamente dimenticata di pubblicare. Per cui anche se arrivano adesso sappiate che le ho preparate quando la lettura era ancora fresca. (Sono una blogger senza speranza)
La prima che ho recuperato è quella di uno dei libri, e dei personaggi, che più o amato dall'inizio di quest'anno: il quasi sessantenne Ove!

Titolo: L'uomo che metteva in ordine il mondo
Titolo originale: En man som heter Ove (che suona più o meno come: Un uomo di nome Ove)
Autore: Fredrick Backman
Edizione: Mondadori
Prezzo: 18,00€
Trama: Ove ha 59 anni. Guida una Saab. La gente lo chiama "un vicino amaro come una medicina" e in effetti lui ce l'ha un po' con tutti nel quartiere: con chi parcheggia l'auto fuori dagli spazi appositi, con chi sbaglia a fare la differenziata, con la tizia che gira con i tacchi alti e un ridicolo cagnolino al guinzaglio, con il gatto spelacchiato che continua a fare la pipì davanti a casa sua. Ogni mattina alle 6.30 Ove si alza e, dopo aver controllato che i termosifoni non stiano sprecando calore, va a fare la sua ispezione poliziesca nel quartiere. Ogni giorno si assicura che le regole siano rispettate. Eppure qualcosa nella sua vita sembra sfuggire all'ordine, non trovare il posto giusto. Il senso del mondo finisce per perdersi in una caotica imprevedibilità. Così Ove decide di farla finita. Ha preparato tutto nei minimi dettagli: ha chiuso l'acqua e la luce, ha pagato le bollette, ha sistemato lo sgabello... Ma... Ma anche in Svezia accadono gli imprevisti che mandano a monte i piani. In questo caso è l'arrivo di una nuova famiglia di vicini che piomba accanto a Ove e subito fa esplodere tutta la sua vita regolata. Tra cassette della posta divelte in retromarce maldestre, bambine che suonano il campanello offrendo piatti di couscous appena fatti, ragazzini che inopportunamente decidono di affezionarsi a lui, Ove deve riconsiderare tutti i suoi progetti. E forse questa vita imperfetta, caotica, ingiusta potrebbe iniziare a sembrargli non così male...

Voto: 8/10
Eccomi a parlarvi di questa storia che, pur con alcuni punti che non mi sono piaciuti, mi ha molto colpita e coinvolta.
Siamo in Svezia, in un quartiere residenziale, e conosciamo Ove, cinquantanove anni, che alle 6 del mattino fa il giro per controllare che tutti i regolamenti siano rispettati. E' un uomo inquadrato, pratico, fedele ai principi e intransigente (è, manco a dirlo, una questione di principio). Nonostante il gesto abitudinario di controllare il quartiere, lo conosciamo in un momento della vita non facile: qualche tempo addietro ha perso la moglie e il venerdì precedente lo hanno mandato in pensione, "così può fare quello che vuole". In realtà questo lo fa sentire totalmente inutile e ha preso la sua decisione.
I nuovi abitanti del quartiere però, sembrano avere un disperato bisogno di lui, in quanto Patrick è l'uomo più imbranato del mondo e Parvaneh una straniera già mamma di Treanni e Setteanni e molto incinta di un terzo arrivo.
L'autore ricorre al trucco di fare un primo capitolo al tempo presente e poi tornare indietro di qualche settimana per spiegare come tutto è iniziato. Presentati i personaggi principali fa un ulteriore salto indietro, all'infanzia di Ove, dove si forma il suo carattere, e all'incontro con Sonja.
Per la maggior parte del romanzo i capitoli si alternano tra passato e presente fino a convergere formando un filo unico. Anche le emozioni che suscitano sono diverse: quelle di oggi sono per lo più di impronta comica, strappano sorrisi e qualche risata, quelli di ieri sono più tosti, mostrano il dolore, le difficoltà, le reazioni alle difficoltà, ma sono anche teneri, per l'amore che lega Ove e Sonja, che sono diversissimi e sembrano non avere niente in comune. Come scrissi a suo tempo, è una delle più belle storie d'amore di cui abbia mai letto. Qualche passaggio mi ha anche commossa.
Ho accennato anche a punti che non mi sono piaciuti. Si tratta di due aspetti: ho trovato alcune situazioni (soprattutto tra quelle al tempo presente) un po' forzate, sia come interventi, che come incontri e tempistiche. Diciamo che non sembrano del tutto naturali.
L'altro aspetto riguarda alcuni personaggi, soprattutto Patrick, davvero troppo imbranato, e Parvaneh che mi è sembrata eccessivamente impicciona nei confronti di un vicino appena conosciuto.
Ove invece, mi è sembrato decisamente reale e ben caratterizzato. Forse perché (lo dico? Ma sì, lo dico) mio marito gli somiglia davvero molto. Ho quindi una sorta di copia vivente del protagonista.
Io somiglio a Sonjia? Sì. Per cesti aspetti sì. Probabilmente è questo che mi ha fatto amare molto questo romanzo.
Il finale è tenero e commovente.
Mi è piaciuto anche lo stile dell'autore, improntato alla velocità e all'immediatezza. Capitoli non troppo lunghi e frasi brevi e incisive hanno dato un bel ritmo alla mia lettura permettendomi di divorare la storia.
Altra cosa che mi è piaciuta è che, pur trattando gli argomenti in modo leggero, dice tante cose, parla al cuore e permette tante riflessioni.

Commenti

  1. Sembra davvero bello. Ci farò sicuramente un pensiero per quando avrò voglia di uscire dalla mia confort-zone :D

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    1. Bè, considera che a me piace perché è una delle mie comfort-zone :D Però sì, secondo me è davvero una bella storia

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  2. Mi può interessare anche solo per l'ambientazione svedese,una realtà che mi ha sempre affascinato.

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    1. Anche io adoro le ambientazioni nordiche. Mi sono piaciuti molto anche mi ricordo di te (Islanda) e La leggenda del sesto uomo (Svalbard) che erano più thriller, questo invece tende più alla commedia.

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