Recensione: Follia di Patrick McGrath

Un romanzo angosciante che pure ho adorato. Un'analisi psicologica incredibile e un finale che va oltre.
Da rileggere.

Titolo: Follia
Titolo originale: Asylum
Autore: Patrick McGrath
Edizione: Adelphi
Prezzo: 12,00€
Trama: Inghilterra, 1959. Dall'interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre, con apparente distacco, il caso clinico più perturbante che abbia incontrato nella sua carriera – la passione letale fra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra dell'ospedale, e Edgar Stark, un artista detenuto per un uxoricidio particolarmente efferato. È una vicenda cupa e tormentosa, che fin dalle prime righe esercita su di noi una malìa talmente forte da risultare quasi incomprensibile – finché lentamente non ne affiorano le ragioni nascoste. «Emersi da una lettura che probabilmente avrà avuto poche interruzioni – senza ricorrere a sensazionalismi plateali, McGrath è un maestro nel­l'arte di non mollare la presa – ci si potrà domandare semmai in che categoria collocare questo libro avvincente ... Libro in ogni caso di atmosfere e di inquietudini sotterranee, tali da creare un disagio che a molti non dispiacerà. Ricordate la Gwendolin di Oscar Wilde? "Che tensione intollerabile" osservava quella saggia giovinetta. E continuava: "Speriamo che duri".

Voto: 8/10
Follia è stato un romanzo che mi ha presa moltissimo, ma su cui ho avuto bisogno di riflettere un bel po' per capire come parlarne.
Non è una bella storia, nel senso che è angosciante, sordida, folle.
L'autore fa parlare lo psichiatra che ha in cura i due reali protagonisti, Stella e Edgar, e lo fa con i toni pacati e distaccati che dovrebbe avere un medico.  Attraverso le sue trascrizioni (non è il termine corretto, ma non riesco a spiegarmi meglio) e la sua analisi, osserviamo la vicenda fin dall'inizio, dai primi contatti tra i due, fino al totale coinvolgimento. Soprattutto di Stella.
Lei infatti parla e racconta al dottore ciò che è accaduto, e lui può trarne le sue conclusioni; Edgar invece rimane sempre defilato e non parlerà praticamente mai, obbligando lo psichiatra a mere supposizioni. L'esperienza e la bravura nel suo campo lo portano a considerarle quasi corrette, ma la conferma non avviene mai.
Stella dunque, donna fragile e insoddisfatta che, fin da subito, appare inadatta alla vita isolata e abitudinaria a cui il lavoro del marito la costringe. Una vittima perfetta per uno come Edgar, se non che, nel corso del romanzo, appare chiaro che, più che carnefice e vittima, i due sono complici.
Ma preferisco tornare alla storia. il modo in cui rimane invischiata, le bugie che si racconta, i meccanismi mentali che sviluppa (abilmente analizzati dal medico) mi hanno affascinata. Perché sono reali, avendoli io stessa riscontrati (con esiti meno funesti) in altre persone. La spirale psicologica che si innesca mi ha catturata e tenuta incollata alle pagine.
Per non parlare del finale, totalmente inaspettato, in cui la mente perversa, arriva a livelli di astuzia tale da battere perfino la logica fredda del dottore.
Anche lui merita due parole. Per tutto il libro si mantiene freddo, altezzoso e anche un po' arrogante, studiando i due come fossero cavie e pavoneggiandosi con le sue intuizioni e deduzioni. Sul finale invece, commette l'errore fatale che nessun medico dovrebbe mai fare. Vero che questo lo riporta ad una dimensione un po' più umana, ma le conseguenze sono gravi.
Nonostante il senso di ansia e di aspettativa che crea di continuo, il linguaggio del romanzo si mantiene molto pacato, da psichiatra. Ho trovato questa scelta coerente con l'idea che a narrare fosse il medico, basandosi sui suoi appunti e le sue deduzioni. Ho apprezzato anche l'abilità di mantenere un buon ritmo narrativo, che coinvolge il lettore, pur nascondendo abilmente le tecniche che lo hanno reso possibile.
Un romanzo drammatico, ma bellissimo in sé, con una storia completa, ben narrata e con personaggi caratterizzati e molto approfonditi.

Commenti

  1. Anche a me il romanzo piacque moltissimo quando lo lessi. Ed anche a me ha comunicato una sottile angoscia. Ma Patrick McGrath è così: scrive benissimo, ma scrive cose difficili.

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    1. Ciao.
      In realtà è l'unica cosa che ho letto per adesso. Però è un autore da tenere presente.

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  2. Sembra molto molto interessante. Questo genere di romanzi mi intrigano parecchio!

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