Recensione: Passaparola di Simon Lane

Ringrazio la casa editrice per l'invio del romanzo.

Titolo: Passaparola
Autore: Simon Lane
Edizione: Ottolibri
Prezzo: 4,49€
Trama: Chiuso nella cella di una prigione di Parigi, Felipe, un domestico filippino, prova a discolparsi dall’accusa di aver ucciso il suo capo, un procuratore generale, che in realtà ha trovato già morto sul tappeto di casa, la mattina che è andato a pulire. Nel tentativo di sbarazzarsi dell’uomo, Felipe ha infatti trascinato il corpo fuori casa per poi infilarlo in un bidone per la differenziata, bidone che ha spinto per mezza Parigi nel giorno più lungo dell’anno, e in piena Festa della Musica. Un viaggio surreale per consegnare il suo capo alle acque della Senna, e che Felipe racconta al suo avvocato grazie a un registratore, per convincerlo della sua innocenza. Perché no, Felipe non ha ucciso monsieur Charles. Ma se non è stato lui, allora chi?

Voto: 6/10
Un libro che mi ha soddisfatta a metà. Mi è piaciuto fino ad un certo momento, poi ha iniziato ad annoiarmi, tanto che sul finale contavo le pagine che mi mancavano.
A narrarci la storia è Felipe, un filippino clandestio a Parigi accusato di omicidio. Lavora come domestico personale presso diverse persone e trova uno di loro morto. Non è stato lui, ma non è neanche del tutto innocente; infatti, inspiegabilmente, per non essere accusato, ha preso il cadavere, l'ha infilato in un bidone della spazzatura, e l'ha portato in giro per mezza Parigi tutto il giorno, con il solo scopo di andarlo a buttare nella Senna.
Considerando l'assurdità della cosa, ho presunto che l'aspetto giallistico fosse solo una scusa per portare all'attenzione del lettore altri aspetti. Probabilmente è così, ma ritengo che l'autore non abbia fatto proprio centro nel suo scopo.
Felipe, dalla sua cella, parla in un registratore al proprio avvocato per spiegare cose è accaduto e, attraverso i racconti, anche il lettore viene coinvolto.
Il primo dubbio mi è venuto quando il protagonista ha iniziato a prenderla piuttosto alla lontana, dopodichè sono iniziate le ridondanze: cose ripetute diverse volte, sibadite sotto diversi aspetti, ricordate ogni tot di pagine. Per finire, tutto il resoconto del trasporto del bidone a destra e a manca mi ha stancato più che se avessi dovuto portarlo io.
Il protagonista parla dell'invisibilità di alcune figure, come i colf o gli spazzini, ricorda svariate volte che i parigini non fanno la differenziata (vena ambientalizta?), accenna al fatto che si sente una lei e convive con un ragazzo geloso che si arrabbia e lo picchia. Niente di tutto questo ha, però, avuto un minimo di approfondimento.
Nonostante sia ripetitivo, Felipe non mi è spiaciuto come protagonista. L'ho trovato abbastanza buffo e un acuto osservatore; non solo, nel suo raccontare, arriva anche a delle conclusioni che gli fanno sospettare di essere stato incastrato, capendo da chi e perchè. Peccato per l'impazienza nel finale, che, tra l'altro, da un lato mi ha sorpreso e l'ho trovato originale, dall'altro non mi ha esaltato.
Lo stile è forse la cosa che mi è piaciuta di più, perchè si adatta perfettamente al libro. L'autore, infatti, sembra fare una trascrizine fedele delle registrazioni e il testo sembra una raccolta di pensieri: non sempre lineare, che si ripete, che salta qua e là tra gli argomenti. Purtroppo è l'unica cosa che salverei in toto.


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