Recensione: Heat Wave di Richard Castle

Buona estate a tutti!!!
Questa serie di libri (e la successiva) mi incuriosiscono da un po', così mi sono decisa ad attaccare il primo libro. Un'esperienza senza lode e senza infamia direi.

Titolo: Heat Wave
Autore: Richard Castle
Edizione: Fazi
Prezzo: 15,00€
Trama (tratta da www.ibs.it): Nikki Heat, una brillante, bellissima poliziotta della squadra omicidi di New York, si trova a indagare su una sconcertante serie di delitti nel mondo della finanza. Ma la vera sfida, per lei, sarà tollerare la presunta collaborazione del giornalista premio Pulitzer Jameson Rook. Nel frattempo, la città viene messa a ferro e fuoco da un'anomala ondata di caldo, che rende le cose sempre più difficili.

Bene, bene, bene. Chi mi conosce sa che sono vagamente allergica alla tv e che seguo una cosa sola: N.C.I.S. (più perchè armai conosco i personaggi e mi piacciono, che per la trama in sè). Mio marito invece guarda anche altro, tra cui Castle, per cui capita spesso che mentre passa il telefilm, io me ne sto lì a leggere, scrivere o fare altro e ogni tanto scindo la testa a metà seguendo con una parte ciò che sto facendo e con l'altra la tv (soprattutto perchè mio marito è logorroico mi coinvolge di continuo e io ho necessità di sapere di cosa sta parlando). Quando ho visto i libri, tratti dalla serie, tratta dai libri (è un rigirio assurdo, me ne rendo conto, ma le cose stanno un po' così) mi è venuta curiosità di leggerli.
Mi è già capitato di leggere libri abbinati a delle serie televisive e tendenzialmente questo presenta lo stesso difetto: per andare dietro alla serie ci sono delle forzature che fanno storcere il naso.
Ma vado con ordine (il mio ordine che è disordine, me ne rendo conto).
La trama non è male. Non è originale, non è esaltante, ma è abbastanza buona. Da thriller come vuole essere il libro. Le deduzioni dei detective non sono male, spesso sono anche ben motivate e spiegate e non ho avuto l'impressione di 'tirato via'. Al contempo ci sono un paio di occasioni in cui mi sono ritrovata a pensare 'ma guarda caso è andata proprio così...', in realzione ad eventi un po' al limite del credibile. E questo è stato il primo punto che non mi ha esaltato.
Altro aspetto: nel telefilm ad un certo punto avviene qualcosa tra i protagonisti. Nel libro idem, ma capita al povero lettore praticamente tra capo e collo. Se non da parte di lui, quanto meno da parte di lei. Avrei preferito tempi più lunghi demandati ad un libro successivo.
Per finire i personaggi stessi: troppo calcanti gli attori. Se questo permette al lettore d'immaginarli bene (se segue la serie tv) dall'altro toglie entusiasmo alla scoperta dei medesimi. Sono loro, stop, non è che riesci a immaginarli diversi. oltre a questo a volte si ha l'impressione che siano 'imbrigliati', cioè dovendo ricalcare qualcosa di esistente, l'autore non è stato libero di farli esprimere come voleva o come sentiva e questo ha portato a passaggi che sanno di forzato.

Personaggi: Nikki Heat è esattamente la Kate del telefilm. Capisco che anche nella serie è lei che ispira lo scrittore e quindi è uguale, ma come dicevo prima tende ad essere un po' troppo uguale, con tanto di tacco 12. Ora niente da dire sul voler essere donna in un mondo molto maschile, ma io ce la devo ancora vedere una detective che si allena con i tacchi perchè così può fare gli inseguimenti dotata di stiletto. Ad essere franca, sta cosa mi sa tanto di pensata da un uomo. Per il resto non è un brutto personaggio, leggermente rozza e un po' prepotente è una ragazza tosta e determinata, metodica e intelligente. Alla fine mi è piaciuta e mi è piaciuto anche il suo umorismo. Rook sarebbe il Castle della situazione, ma stavolta lo scrittore si mette in secondo piano e non compare moltissimo. Ha qualche trovata geniale, ma fa anche un paio di stupidaggini, tra cui una grossotta e non ci fa una grande figura. Quella è una delle scene che ho trovato un po' forzate. Per il resto lui recita un po' meglio il suo ruolo, sembra più fluido e meno 'impacciato' nei pensieri e nei sentimenti e in generale sembra più originale delle sue controparti.
Gli altri personaggi tendono a rimanere più nell'ombra e ad essere utilizzati come meri comprimari quando servono.

Stile: Abbastanza pulito e lineare, il Castle scrittore racconta la sua storia senza tanti fronzoli e orpelli andando dritto al punto. Forse non mi sarebbe spiaciuta una scrittura un po' più ricca in alcuni frangenti, soprattutto per quanto riguarda i sentimenti e le sensazioni che talvolta mi sono sembrate un po' stringate. Anche per la parte investigativa avrei preferito qualche approfondimento in più. Non dico una terminologia tecnica, ma a volte ho avuto l'impressione che il tutto fosse trattato in maniera un po' superficiale.

Giudizio finale complessivo: Un thriller carino, non troppo elaborato e abbastanza ben scritto. Come tutti i libri tratti da telefilm ha qualche pecca e forzatura, ma è comunque gradevole e si legge bene anche senza conoscere la serie. Certo se non si è appassionati devo ammettere che c'è di meglio in giro sul genere, ma se cercate qualcosa di poco impegnativo può andare bene.
Voto: 7/10

Commenti

  1. la serie di Castle è carina..anche a me è capitato sia di leggerne i libri che di vedere qualche puntata..un buon giallo..per qualche ora spensierata

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  2. Sì decisamente poco impegnativo e rilassante. Ho intenzione di proseguire la serie, magari ora d'estate (anche se, francamente, a differenza di altri, io d'estate ho meno tempo che nel resto dell'anno).

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  3. Io ne guardo un bel po' di telefilm, soprattutto polizieschi. Ma Castle... ^^'' non mi attira. Il che è un po' strano perché, tutto sommato, è il genere che mi piace.
    Chissà se il libro ha più possibilità di successo, con me, rispetto alla serie televisiva!
    Forse provo a leggerlo.
    E buona estate anche a te! <3

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