Recensione: Alle sette del mattino il mondo è ancora in ordine di Eric Malpass

Come promesso ecco qua la recensione di questo librino.

Titolo: Alle sette del mattino il mondo è ancora in ordine
Autore: Eric Malpss
Edizione: Bompiani
Prezzo: 7,23€
Trama (tratta da libreriauniversitaria.it): In una grande casa di campagna a pochi chilometri dalla cittadina inglese di Ingerby vivono tre generazioni della stessa famiglia: il Nonno e la prozia Marigold; Momma e Poppa; Gaylord, il bambino terribile che osserva con stupore il mondo degli adulti. Gaylord vede e sente tutto ciò che non dovrebbe e con i suoi interventi non risparmia nessuno. E' proprio sul dire e non dire, e viceversa, che Gaylord basa i suoi rapporti con i grandi.

Un libro che mi è saltato in mano, ma che, alla fine, mi ha lasciata perplessa. Non è che sia brutto o altro, ma son rimasta un po' lì a pensare 'e quindi?'.
Non è stata una brutta lettura, ma non mi ha neanche esaltata.
Il protagonista è Gaylord e la sua famiglia, vista dai suoi occhi, sembra una famiglia di pazzi. In realtà è una famiglia piuttosto normale in cui tutti cercano di convivere, nel rispetto reciproco, in spazi che, anche se abbondanti, a volte divengono stretti. Ognuno ha il proprio ruolo, ma talvolta tali ruoli sono di pari grado ed è così che nascono 'pasticci'. Le uniche due, in realtà, sono le zie di Gaylord, Rose e Becky. Seria, intellettuale, scialba e noiosa la prima, carina, rosa, profumata e molto esuberante la seconda. Come sempre tutti preferiscono Becky e lei non si fa scrupolo di approfittare della sua posizione, neanche per soffiare l'unico uomo che la sorella riesce ad invitare in casa (non che lui provi qualcosa, beninteso, ma almeno è lì per lei).
La caratteristica del libro è che tutte queste vicende sono viste e filtrate dal bambino che, privi di freni etici e morali si comporta con la massima spontaneità cercando di non farsi mettere in un angolo dagli adulti. Ed è così che il piccolo innocente finisce per passare per demonietto.
Ma il mondo dei bambini non è facile, anzi, talvolta è più spietato di quello degli adulti, proprio per la mancanza di filtri e il piccolo Gaylord si ritrova a fare i conti con freintendimenti e bulli.
Pur non essendo un libro esaltante è stata comunque una lettura piacevole mai noiosa. L'imprevedibilità del piccolo fornisce spesso la curiosità ad andare avanti e i suoi interventi strappano un sorriso.
Malpass mostra una quotidianità di alcuni decenni fa, ma devo ammettere che è tremendamente attuale. Non ci sono computer, cellulari, men che meno internet, eppure le persone e i loro comportamenti sono più o meno gli stessi, oggi come allora.
Probabilmente il nodo è un po' questo: il libro è datato ed è stato scritto con uno stile piuttosto quieto e non invasivo, questo vuol dire che, pur essendo una storia dove più che la trama predomina la psicologia, non è abbastanza approfondito e rispetto ascritti più recenti, lascia l'impressione di mantenersi troppo in superficie, senza andare ad indagare a fondo i sentimenti dei personaggi.

Personaggi: Gaylord è indubbiamente il protagonista e ci mostra la sua strampalata famiglia che lo considera un terremoto e ne viene ricambiata con giudizi ipercritici e che non scontano niente. E' un personaggio molto credibile e ho trovato che il suo comportamento sia perfettamente coerente con quello dei bambini: freintendono e sono facilmente freintendibili; hanno comportamenti che agli adulti sembrano anomali e un loro modo di risolvere le cose. Seguono le due zie. oggi sembrano due clichè ma all'epoca probabilmente erano due personaggi molto ben caratterizzati: Rose intellettuale, forse non brutta ma trasandata, timida impacciata che non riesce ad attirare l'attenzione dei giovanotti; la sorella Becky femminile, dolce, profumata che di giovanotti ne attira anche troppi e ne è profondamente lusingata. Perfino Gaylord, nella sua innocenza di bambino, la preferisce, perché sempre sorridente e gentile. Devo ammettere che, per quanto sia il classico prototipo di 'stronza', anche a me è piaciuta di più. Sarà che non amo chi si piange addosso. Ci sono poi Momma e Poppa (e ancora devo capire perché non li chiami mamma e papà) che sono dei genitori abbastanza rappresentativi. May (Momma) capisce perfettamente che il figlio ha problemi e arriva perfino a intuire quali (alle mamme non si nasconde niente) mente Jocelyn (Poppa) fa il papà un po' scettico che cerca di accontentare tutti agendo un po' alla cieca. Resta il nonno che fa il patriarca, ma in qualche modo manda avanti la famiglia. Non è un padre padrone, anche se impartisce un certo ordine. Posso dire che al giorno d'oggi, nonni del genere mancano? Se ne sente la mancanza.

Stile: Semplice, forse per allinearsi al piccolo protagonista. Frasi brevi e ragionamenti diretti senza tanti voli pindarici. Questo contribuisce anche a dare un certo ritmo al libro, oltre a favorirne la scorrevolezza. Presente anche una sottile ironia, non solo di Gaylord, ma anche dell'autore stesso che sembra divertirsi a canzonare, non sentito, i propri personaggi.

Giudizio finale complessivo: Non un capolavoro e, di sicuro, un libro superato e desueto. Una lettura tranquilla, talvolta troppo, che non scade nella noia solo per la velocità narrativa e la brevità dei periodi. Nonostante alcuni momenti che fanno sorridere rimane una storia sostanzialmente piatta che non mi sentirei di consigliare.
Ho anche avuto l'impressione di non aver colto io, qualche profondo messaggio chiaro magari ad altri e può anche darsi che sia così, ma resta il fatto che non mi ha lasciato niente e che probabilmente mi dimenticherò personaggi e racconto in tempi davvero brevi.
Voto: 6/10

Commenti

  1. un libro di passaggio come li chiamo io..a volte si preferisce qualcosa di più

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  2. Infatti.
    Ci sono dei periodi in cui me ne capitano diversi purtroppo.

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  3. Un libro con molti livelli di interpretazione . Lo si può leggere da bambini e sentirsi toccati dai problemi del protagonista (è da passeggio, se si è bambini superficiali), da giovani , e cogliere/riflettere sulle problematiche delle zie, da genitori e sentirsi coinvolti dai dubbi di quel periodo della vita, e da anziani e sentirsi partecipe di certe riflessioni e stati d'animo del nonno . Un libro molto più profondo dall'apparenza, ricco di spunti.

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    1. Questa è l'impressione che ebbi anch'io, 30 anni fa quando lo lessi e rilessi con piacere. Un libro british, che tende ad evocare, suggerire, piuttosto che sbattere in faccia l'introspezione psicologica. Non per tutti. Qui è stato abbastanza frainteso, anzi, frEinteso, ehehehe!

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