Recensione: Ellie all'improvviso di Lisa Jewell

Continua l'influenza e ancora mi chiedo come riesca a salvarmi io...
Anche oggi poche chiacchiere che il tempo è contato.

Titolo: Ellie all'improvviso
Titolo originale: Then She Was Gone
Autore: Lisa Jewell
Edizione: Neri Pozza
Prezzo: 18,00€
Trama: Laurel Mack ricorda bene com'era la sua vita dieci anni prima, quando aveva tre figli anziché due: un accumulo di faccende da sbrigare, crucci e bollette scadute. Una vita che, con il senno di poi, le appare assolutamente perfetta. Perché una mattina, sua figlia Ellie, la figlia prediletta, quella con cui andava maggiormente d'accordo e di cui era più orgogliosa, era uscita di casa e non era più tornata. Da quel giorno di maggio del 2005 in cui Ellie è svanita nel nulla, non ci sono stati sostanziali sviluppi nelle indagini sulla sua scomparsa. Felpa nera con il cappuccio, jeans sbiaditi e scarpe da ginnastica bianche, Ellie era una qualsiasi adolescente con uno zainetto in spalla quando è stata avvistata l'ultima volta in Stroud Green Road, alle dieci e quarantatré del mattino: da quel momento le sue tracce si sono perse nel nulla, al punto che persino la polizia si è rassegnata e ha liquidato il caso come la fuga da casa di una ragazzina ribelle. Dieci anni dopo, Laurel sta provando a fare i conti con questa incomprensibile verità. Paul, il suo ex marito, ha una nuova compagna e i suoi due figli, Hanna e Jake, sono andati a vivere altrove. Tutti sembrano andare avanti, tutti sembrano essersi fatti una ragione della scomparsa di Ellie, tranne lei. Finché un giorno, in un bar, la sua attenzione viene catturata da un affascinante sconosciuto. Occhi grigi, capelli brizzolati e scarpe eleganti, l'uomo ordina una fetta di torta, prende posto nel tavolo accanto al suo e le rivolge un ammaliante sorriso. Inaspettatamente, Laurel sente qualcosa che si scioglie dentro di lei, un barlume di speranza. Che questo incontro rappresenti una seconda occasione di felicità? Floyd, questo il nome dello sconosciuto, non esita a invitarla a cena e, poco dopo, a presentare a Laurel le sue due figlie, avute da due diverse relazioni. Ma dinnanzi alla più piccola, Poppy, di nove anni, Laurel resta senza fiato: la bambina è infatti il ritratto di Ellie. La stessa fronte spaziosa, le palpebre pesanti, la fossetta sulla guancia sinistra quando sorride. All'improvviso, tutte le domande rimaste senza risposta che hanno tormentato Laurel per anni tornano a galla. Perché guardare quella strana bambina è come guardare sua figlia? Cosa è successo veramente a Ellie? È davvero scappata di casa, oppure c'è una ragione più sinistra per la sua scomparsa? Ma soprattutto, chi è Floyd davvero? Una storia dove niente è quello che sembra e tutte le certezze della vita possono infrangersi come uno specchio troppo fragile.

Voto: 4/5 (8/10)
Letto a scatola chiusa, non mi aspettavo che fosse una specie di thriller. Non lo definirei un thriller vero e proprio, più una via di mezzo con un romanzo di narrativa.
La storia è su due piani temporali, il prima, raccontato da Ellie, e il dopo, 10 anni circa, che in genere è in terza persona, ma ci sono anche capitoli in prima, come il racconto di Noelle.
Cosa accade, o sta per accadere, lo si intuisce abbastanza mentre si legge, ma il finale non è troppo citofonato e mi ha sorpresa (soprattutto Floyd). Ebbene sì, mi aspettavo di peggio. Ci sono anche colpi di scena che fanno il loro dovere, abbastanza ben distribuiti lungo il libro.
Ho apprezzato molto l'approfondimento psicologico dei personaggi, soprattutto di Laurel, Floyd e Noelle.
Della prima ho apprezzato la lucidità nel valutare i suoi errori e le situazioni che vive ed ha vissuto. Molto bello il messaggio di scuse ad Hanna, mi ha quasi commossa.
Di Floyd mi ha colpito il suo ammettere di essere, in realtà, una persona mediocre. E di accettare il fatto che può suscitare cattive impressioni. Alla fine mi è spiaciuto per la sua scelta.
Noelle... ecco, su di lei devo fare un discorso un po' strano. E' una pessima persona, è egoista, infantile, capricciosa, lunatica. Tratta tutto come un gioco nuovo che abbandona poi in un angolo quando si stanca o quando le cose diventano troppo difficili. Questo avviene sia con le cose, che con le situazioni, che, soprattutto, con le persone. E' uno di quei personaggi odiosi e antipatici che, quando le capita qualcosa, pensi: be ti sta. Eppure è riuscitissima. L'autrice ha reso perfettamente l'idea del suo carattere e del suo comportamento. E' un personaggio negativo, ma è ben fatto. Per questo mi è piaciuta.
Un po' inquietante Poppy all'inizio e non ho capito bene che scopo avesse la sua perfezione e maturità, perché poi sembra risolversi in un nulla di fatto.
Sullo stile niente da dire. E' scorrevole, piacevole, abbastanza veloce. Sa creare attesa, timore, dubbi, ma mai in maniera incisiva. Si intuisce sempre un po' dove voglia andare arrivare e questo attutisce un po' le emozioni. Resta comunque un bel libro, che ho quasi divorato e che sono stata contenta di leggere.

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