Recensione: The Vincent boys di Abbi Glines

L'ho letto prima della mia consocia anche se, alla fin fine, ho atteso di avere un buco vuoto per inserire la recensione. Del resto non è che sia un libro da sponsorizzare ...

Titolo: The Vincent Boys
Titolo originale: The Vincent Boys
Autore: Abby Glines
Edizione: Mondadori
Prezzo: 14,90€
Trama: Le brave ragazze vanno in paradiso, quelle cattive vivono passioni sconvolgenti... Ashton, brava ragazza di "professione", cerca di non deludere i suoi genitori e gioca il ruolo della fidanzata perfetta di Sawyer Vincent, il ragazzo che tutte vorrebbero. Ma durante le vacanze estive, mentre Sawyer è in campeggio con il fratello, Ashton inizia ad avvicinarsi a Beau, cugino di Sawyer, terribilmente sexy. E terribilmente pericoloso... Il ragazzo da cui tutte dovrebbero stare alla larga. Beau, che ha sempre voluto bene a Sawyer come a un fratello, ama Ashton fin dai tempi dell'asilo, considerandola però la "ragazza di suo cugino" e, dunque, off limits. Che sia giunto il momento di abbandonare le maschere e di lasciarsi andare ai sentimenti veri? Più Ashton e Beau cercano di stare lontani più il desiderio si fa irrefrenabile. La tenera amicizia che li legava da piccoli si trasforma in attrazione travolgente, impossibile da combattere... Come reagirà Sawyer nel trovare la sua ragazza tra le braccia del cugino e migliore amico? C'è sempre una prima volta per "tutto": per l'amore, per la gelosia, per scoprire chi siamo veramente...

Voto: 5/10
*Rischio spoiler, anche se cerco di evitarlo*
No. Nonostante, lo ammetto, in alcune scene mi abbia emozionata, la sufficienza non riesco proprio a darla.
La storia è inconsistente e tutto il libro è pieno di incongruenze e di clichè. A partire dai protagonisti.
Lei vuole fingersi brava (il perché non viene granchè specificato e chiarito) anche se in realtà ... niente. E' una ragazza normale. Non è che si finge brava anche se è una teppista.
Lui è il ragazzaccio del paese, rissoso e perennemente ubriaco (anche se a me non è sembrato così ubriacone. In genere si trattiene), mal visto da tutti.
Nonostante questo, in pratica è lei che gli salta addosso.
La storia è tutta incentrata sui due ragazzi, tanto da essere quasi avulsi da tutto il resto.
L'autrice ha cercato di far accadere qualcosa, ma è piuttosto mal inserita e, dopo che il fatto ha spinto la protagonista sul pick up del ragazzaccio, ecco che viene dimenticato. Torna fuori solo come straccio di spiegazione al cornificato. Sì, perché lei un ragazzo titolare ce l'avrebbe. Non viene spiegato perché lo abbia scelto dal momento che non sembra mai veramente innamorata di lui. Anzi, dura una fatica tremenda a fare la ragazza perfetta. Per 'fortuna' lui se ne va per un bel po' (in un posto in cui, guarda caso, non prende il cellulare e non funziona internet).
Visto che la storia è pressochè inesistente provo a dire due parole sui personaggi.
Ashton è tutta un 'vorrei ma non posso' fino a metà libro. Dopo diventa un 'non volevo ma l'ho fatto lo stesso'. Vabbè, saranno gli ormoni. Comunque l'ho trovata antipatica e 'furbetta' per tutto il libro. Ha la volontà di una ricotta e l'abbigliamento di una mign... (ok, non lo dico, però è sempre in giro con indumenti delle dimensioni di un francobollo). E' incoerente con se stessa e con gli altri. L'ho trovata codarda e ingenua a comodo.
Beau (sorvoliamo sul fatto che si chiama come il verso del cane), come dicevo, viene descritto come sempre ubriaco, rissoso e violento, mentre a me è sembrato abbastanza sobrio. Rissoso e violento un po' lo è, in più, ad un certo punto, diventa uno psicopatico. Eppure cerca di comportarsi bene nei confronti del cugino, cerca di essere onesto e di non portargli via la ragazza.
Sawyer da un lato mi sembra rincoglionito, il classico tipo con il prosciutto sugli occhi, ma non una fetta, proprio tutto il prosciuto. Dall'altro è così preso dalla sua egoistica idea della famiglia perfetta, con protagonista Ashton e in barba al carattere di lei, che non mi ha fatto né pena né tenerezza.
Concludo con i genitori che sono l'apoteosi dell'incoerenza.
Passi Honey che sgancia la bomba mentre figlio e nipote si menano (una secchiata di acqua gelata?), ma il padre di Ashton? Il pastore della città? Ebbene, questo signore ha sempre richiesto la figlia a casa per le 11. Quando torna Sawyer, per allontanare lei da Beau, gli fa un discorso del tipo: riportala quando ti pare, purché abbiate concluso.
Sono rimasta allibita.
Lo stile è semplice e un po' piatto. Il libro scorre via facilmente perché non richiede chissà quale impegno. Scarne le descrizioni, miserini i dialoghi, tra l'altro tradotti con censura (ma su questo si sono già soffermate altre blogger). Poi l'autrice ha avuto questa curiosa idea di rendere Beau pessimo attraverso la parola 'cazzo' che il poveraccio ripete di continuo, anche nei pensieri, talvolta totalmente a caso. Sarà anche per questo che mi ha fatto pena e tenerezza.


Commenti

  1. Ne ho sentito parlare sempre molto male, e niente... direi che è l'ultimo chiodo sulla bara della mia intenzione di leggerlo.

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    1. Seppellisci del tutto. Ci sono un sacco di romanzi meritevoli che attendono.

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  2. All'inizio mi ispirava, ma mi accordo a Katerina. Direi che posso passare e leggere qualcos'altro :)

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