Recensione: La stella del diavolo di Jo Nesbø

Non ci posso credere. Io e la mia consocia abbiamo fangirlato per settimane su sto libro e poi non vi ho scritto cosa ne penso U_U Vergogna, vergogna! La blogger più disastrosa del mondo.
Ora rimedio ^^

Titolo: La stella del diavolo
Titolo originale: Marekors
Autore: Jo Nesbø
Edizione: Pickwick
Prezzo: 10,90€
Trama: Oslo è nella morsa di una delle estati più torride che la storia ricordi. Anche mettere due patate sul fuoco sembra un supplizio, ma quando, in un appartamento del centro, delle grosse macchie nerastre si allargano nell'acqua che bolle su un fornello, la signora che sta cucinando capisce che non può essere colpa del caldo e, sollevando gli occhi al soffitto, vede un denso liquido scuro colare attraverso l'intonaco. Al piano di sopra, il quinto, una giovane donna giace in una pozza di sangue, assassinata. Un dito è stato reciso dalla sua mano sinistra e dietro la sua palpebra è stato nascosto un minuscolo diamante a forma di stella a cinque punte, la stella del diavolo. Nello stesso momento, in un altro punto della città, il detective Harry Mole giace nel suo appartamento, completamente ubriaco. Dall'assassinio della sua collega Ellen non si è più ripreso, scivolando a poco a poco in uno stato di abbattimento che lo ha portato al completo isolamento e alla sospensione dal servizio. Tuttavia, è proprio il capo della polizia, Bearne Moller, a costringerlo a riemergere dal suo stupore alcolico. È a corto di uomini ma, soprattutto, vuole dare a Hole un'ultima chance.

*Spoiler sui primi due libri*
Voto: 9/10
Eccomi a parlare, anche se con ritardo di questo terzo libro di Harry (anche se Goodreads risulta il quarto. Quinto se consideriamo anche Il pipistrello).
Stavolta uno dei miei detectives preferiti ha toccato il fondo e ci sono rimasta davvero male. Dopo tre libri passati a cercare di rimanere sobrio, trovarlo praticamente ubriaco 24 ore al giorno mi ha fatto una certa impressione. E' rimasto solo, si è isolato da tutti, allontanando perfino Rakel, e rischia di perdere il lavoro che ama e per il quale si sta rovinando.
Evitando di trascinarla ancora, Nesbø indica chiaramente che intende portare a termine la vicenda di Ellen. Non è un mio spoiler questo, perché si capisce subito, dalle prime pagine. In originale esiste un altro libro (come dicevo prima), tra il secondo e il terzo, ma in Italia non è stato ancora tradotto e spero che non contenesse elementi importanti. In ogni caso La stella del diavolo fa un 'salto' perché è ambientato 3 anni dopo la morte della ragazza.
Oltre a questo, l'autore ci regala un'indagine vera e propria: un killer uccide delle donne (comincio a pensare che Nesbø abbia problemi con il gentil sesso), tagliando poi loro un dito e lasciando un diamante a forma di stella.
Come sempre, ho apprezzato la sottigliezza dei particolari, gli indizi sparsi che si capiscono solo alla fine, i tanti strani personaggi che Harry incontra e che, ognuno a modo loro, conducono alla soluzione. Mi è piaciuta anche la ricerca (esatta o meno che sia) che c'è dietro ad alcuni particolari ( il pentagramma, i diamanti di sangue) e l'abilità nell'usarli.
Nonostante sia un bravissimo investigatore, Harry rimane un ingenuo tremendo e riesce a farsi fregare in un paio di occasioni. Un difetto? No, è parte di lui e contribuisce a costruire la sua figura e il suo fascino.
A fine libro, due sorprese. L'indagine reale si chiude con un colpevole che non mi aspettavo; mentre quella personale rivela una vena splatter e traculenta che non mi aspettavo e non ho neanche particolarmente gradito. Preferivo una cosa più semplice e immediata.
Accanto a Hole, un po' più di spazio a personaggi che avevo già apprezzato nei libri precedenti, primo fra tutti Aune.
Adoro lo psicologo e i suoi metodi spicci e burberi. Più che altro mi fa ridere come si rapporta a Harry. Bjarne fa il solito slalom tra i propri capi e i sottoposti, ma cerca di salvare il fondoschiena al suo uomo e quindi rientra tra i simpatici. Beate diviene sempre più definita e più saggia. E per fortuna è ancora viva.
Tom Wealer è il bastardo viscido, ma ne riconosco l'astuzia.
Per finire, carinissimo il piccolo Oleg che chiama Harry 'papà'.
Lo stile di Nesbo è sempre piacevole e scorrevole, tiene viva l'attenzione con indizi sparsi e colpi di scena e le descrizioni sono vivaci e interessanti. Migliorata la traduzione, ma il primo capitolo mi ha lasciato qualche perplessità, così come qualche (più sporadici che in Nemesi) tempo verbale.
Sono stata contenta che finalmente tutti i fili si siano conclusi, ma sono davvero curiosa per il prossimo: si tratta di un inizio quasi in toto e mi chiedo se ci sarà un nuovo arco lungo o se si tratterà di libri tutti separati.
Vi saprò dire.

Commenti

  1. Bellissima recensione! <3 Sai che anch'io adoro tanto Harry quanto Jo Nesbø. Unica pecca, a voler proprio cercare il pelo nell'uovo, eh!, di questo romanzo è la vena splatter sul finale, appunto. Pure io avrei preferito una cosa più immediata.
    Per il resto.. merita il 9 pieno!! ^_^

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Recensione: La variante di Lüneburg di Paolo Maurensig

Recensione: Il paradiso dei diavoli di Franco Di Mare

Segnalazione: L'angelo e il mugnaio di Antonio Aschiarolo