Recensione: I delitti di uno scrittore imperfetto di Mikkel Birkegaard


Titolo: I delitti di uno scrittore imperfetto
Autore: Mikkel Birkegaard
Edizione: Longanesi
Prezzo:  18,60 € (Il mio è in prestito)
Trama (tratta da www.ibs.it ): In attesa dell'uscita del suo nuovo romanzo, Frank Føns vive rinchiuso in una villa sul mare del Nord. È solo. A tenergli compagnia, l'immancabile bottiglia di whisky e i ricordi. Ricordi dei tempi in cui i suoi thriller non lo avevano ancora reso uno degli autori più famosi in Danimarca, e lui era solo un giovane squattrinato, un marito innamorato e un padre felice. Ora tutto è cambiato. Il successo, si sa, ha un prezzo. Quello che Føns ancora non sa è quanto sia alto. Lo capisce quando la polizia ritrova il cadavere di una ragazza annegata nelle acque del porto di una tranquilla cittadina costiera, morta in circostanze che sembrano copiate minuziosamente dal romanzo che è in procinto di presentare alla fiera del libro di Copenaghen. Ma perché qualcuno dovrebbe ispirarsi a un omicidio del suo libro? E in quanti possono conoscere il contenuto di un'opera ancora inedita? Føns è un uomo difficile, incline a non pochi vizi e capace di attirare su di sé un notevole interesse femminile: la sconcertante analogia fra i due delitti lo sconvolge e lo induce a iniziare un'indagine tutta sua. Quando si trova a Copenaghen per la fiera, vede compiersi un altro omicidio del tutto simile a uno di quelli descritti in un suo romanzo. La stessa efferata violenza, la stessa insopportabile crudeltà. Solo allora la possibile coincidenza assumerà i connotati di una vera e propria persecuzione, di un folle gioco fra lo scrittore e un lettore, a quanto pare, molto attento. E sempre un passo avanti...

Bene, questo per me è il classico esempio di un libro brutto.
Ora, il termine 'brutto' è generico, banale, abusato, tutto quello che volete, ma è quello che meglio ricalca l'impressione che ne ho avuto. Non è scritto male, non è banale, non ha, generalmente, grossi difetti, è semplicemente brutto. Almeno per me.

Come si leggere dalla quarta di copertina, qualcuno ha iniziato a replicare nella realtà i delitti descritti dal celebre autore Frank Fons, famoso soprattutto per le descrizioni dettagliate (e ampiamente splatter) della ferocia dei killer da lui creati.
Oltre a questo, il killer reale coinvolge le persone vicino a Fons, mostrando di sapere chi sono i modelli dei libri di Frank, e di delitto in delitto si avvicina sempre più all'autore.
Per contro, è Frank stesso che ci racconta di come sia facile per tutti capire quali sono le persone che vuole colpire: è infatti noto che lui replichi sulla carta ciò che sente e vive nella quotidianità di ogni giorno.
Inizia, e prosegue così, una trama che alterna momenti attuali a ricordi dello scrittore che lo ricollegano al momento di scrittura di un determinato libro. La vicenda assume un crescendo sempre più violento e incomprensibile finchè l'autore stesso non si rende conto di cosa il killer gli sta dicendo. Da quel momento la consapevolezza e la decisione finale al fine di mettere al sicuro una delle persone più importanti.
Sembra emozionante e avvincente, ma, personalmente, non l'ho trovato così.
Prima di tutto i momenti di 'rievocazione storica' sono troppo lunghi, spesso noiosi e prolissi senza motivo, spezzano l'azione, rallentano la lettura e portano a perdersi un po'. Le parti 'attuali' sono al contrario affrettate rovinando la trama che così, si 'perde' tra le pagine del libro portando solo un racconto confusionario senza senso.
Non solo: la trama, quando presente, si tende, si tende, si tende ... e basta, non c'è svolta. Come se promettesse, promettesse, promettesse, senza mantenere mai. Certo il finale è originale, ma è un'originalità brutta, che lascia insoddisfatti e con tante domande. 
La narrazione in prima persona in questo caso non aiuta: il protagonista è fortemente egocentrico e questo egocentrismo, applicato alla trama, non permette al lettore di veder più in là del naso di Frank Fons. Nonostante i molti personaggi presenti, su nessuno di loro si riesce a farsi un'idea chiara, a provare empatia o anche solo simpatia. Sono solo 'macchiette' che si agitano nel campo del protagonista.
Inoltre l'autore ha optato per dettagliare, allo stesso modo del suo protagonista, i delitti e la loro efferatezza. Sinceramente l'ho trovato fuori luogo e di cattivo gusto. 
Non solo, tutta questa cura splatter dei particolari, non è altro che il secondo elemento che spezza ulteriormente l'azione e rovina la trama. 

Personaggi: Oltre Frank Fons di cui arriviamo a conoscere quasi tutto, gli altri rimangono sullo sfondo, risultando spesso noiosi. Si alternano troppo in fretta, non interagisono abbastanza o comunque il protagonista non si sofferma su di loro tanto da farli 'conoscere' a chi legge. Lui stesso mantiene un'arroganza antipatica che non permette l'empatia e l'immedesimazione, annoiando e lasciando il lettore 'orfano' di un personaggio da 'amare'. Lui non piace, degli altri non conosciamo abbastanza. Quella più citata è la ex moglie Line, ma anche in questo caso, la sua presenza è così marginale che è impossibile parteggiare per lei o schiararlesi contro per le sue scelte.
La figlia Veronika, dea ispiratrice dello scrittore Fons, viene presentata neonata e poi comparire per qualche pagina come adolescente. Scambia due parole con il padre, poi scompare. L'assassino rimane perennemente sullo sfondo, arriva nel finale, esegue il suo ruolo e fine della storia. Ben lontano dall'essere l'antagonista, è una figura scialba e anonima che non incide e non si lascia ricordare.

Lo stile dell'autore è generalmente noioso, anche nelle parti di azione, stanca, non emoziona e non diverte.
Pessime le ripartizioni dei tempi tra presente e passato, anonimi e citofonati i colpi di scena che non stupiscono. 
Registro tendente al basso per quanto scritto in maniera corretta. Squallide le descrizioni splatter.
Come già detto, poteva essere abbondantemente più corto.

Giudizio finale complessivo: un libro brutto, di cui si può fare a meno. Le descrizioni forti dovrebbero aggiungere un po' di pepe e emozione, ma nel deserto in cui sono inserite non sono altro che un sovraccarico ad un lavoro già pessimo di suo.
L'ho portato in fondo sperando che mantenesse le promesse, così non è stato: se il libro è brutto, il finale è pessimo.
Voto: 3/10

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