Recensione: L'acquaiola di Carla Maria Russo

Libro letto per una challenge e... non è andata benissimo, ma con i titoli imposti può capitare.

Titolo: L'acquaiola
Autore: Carla Maria Russo
Edizione: Piemme
Prezzo: 17,90€
Trama: Maria ha quindici anni, vive in un paesino dell'Appennino centro meridionale d'Italia e mantiene se stessa e l'anziano padre malato facendo la bracciante nei campi dei signori, un lavoro incerto e molto gravoso, fino a quando non viene assunta come acquaiola nella casa di don Francesco, il signorotto del paese, con il compito di recarsi più volte al giorno e con qualunque tempo alla fonte, che dista tre chilometri dal paese, per rifornire la famiglia di acqua. A don Francesco, infatti, è nato il quinto figlio, Luigi, il quale rivela fin dall'infanzia una natura ribelle, precoce e assetata di libertà. I destini di Maria e Luigi, così diversi fra loro, si intrecceranno in una serie di vicende dolorose ma, nello stesso tempo, intense e salvifiche per entrambi. Intorno a loro, una umanità umile, legata alla terra e alle antiche tradizioni, assuefatta a una vita di miseria, sacrifici e secolari soperchierie sopportate con fatalistica rassegnazione e per questo spesso dura e inflessibile, ma anche capace di pietà e umana solidarietà.

Voto: 3,5/5 (7/10)
Lo ammetto, è un libro che non avrei letto se non mi fosse stato chiesto, e, almeno per metà, avrei avuto ragione.
Non è un tipo di lettura che mi attira, ma nella prima parte, un po' per curiosità, un po' per ammirazione nei confronti di Maria, non ho avuto grandi problemi.
La storia inizia più o meno a inizio '900 per arrivare fino agli anni del fascismo e il periodo storico è importante per inquadrare sia Maria sia le difficoltà che incontra.
Per questo nella prima parte mi è piaciuta. Ne ho ammirato la forza, non solo fisica, e la costanza. Più che forte la definirei coriacea.
Troppo, per questo nella seconda parte invece mi è 'caduta'.
Mi sono sentita sollevata quando la bambina è sopravvissuta, ma il rapporto che ha con Nella, il modo in cui la tratta no. Forse non l'ho capita io, o forse, più probabilmente, pur avendo capito le sue motivazioni, l'ho trovata esagerata. Troppo dura, troppo caparbia, troppo testarda. Soprattutto vedendola con Luigi prima (anche se era limitata) e con Linu poi.
Anche Luigi mi ha fatto lo stesso identico effetto: prima ammirazione, poi naso storto. Senza rendersene conto, cade nello stesso identico errore del padre, inoltre la sua superficialità nelle questioni di famiglia, portano il figlio in una situazione difficile.
Ho ammirato molto di più zi Sabina e Saveria. Forse due stereotipi, ma più sagge, più materne, più umane.
Ambientazione antipatica. Non perché l'autrice l'abbia resa male o peggiore di quella che fosse, anzi, secondo me, l'ha resa perfettamente, ed è proprio questo che mi è antipatico: è un tipo di scenario che non amo.
Ma tutta la storia, in generale, è pervasa di quella negatività che, pur se vera e realmente accaduta, mi rendono le letture ostili, la fine del libro una liberazione e il costante ricorso al pensiero: per fortuna ci sono altri libri.
Ma allora perché 3,5? Perché, davvero, oggettivamente il libro è bello. Come ho detto è ben ambientato, ben raccontato, molto realistico. Nonostante tutto l'ho letto davvero in fretta e il ricorso a capitoli brevi e ad un continuo cambio di punto di vista tiene alta l'attenzione e a bada la noia.
E' che non è piaciuto a me. Tutto qui.

Commenti

  1. Carla Maria Russo è un'autrice che seguo sempre con piacere, ma se devo essere sincera questo è uno dei suoi titoli che meno mi attira :/

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