Recensione: La vita segreta e la strana morte della signorina Milne di Andrew Nicoll

Uhm, il mio nuovo anno è proseguito con una lettura bruttina...

Titolo: La vita segreta e la strana morte della signorina Milne
Titolo originale: The Secret Life and Curious Death of Miss Jean Milne
Autore: Andrew Nicoll
Edizione: Sonzogno
Prezzo: 17,50€
Trama: Nulla è come sembra a Broughty Ferry, tranquillo paesino sulla costa scozzese. Jean Milne, ad esempio, è una matura zitella che vive sola in una lussuosa villa di ventitre stanze (quasi tutte chiuse) ed è, per i suoi concittadini, un modello di rispettabilità. Eppure, quando viene trovata brutalmente assassinata nella sua abitazione con i piedi legati e il cranio fracassato, l'immagine pubblica, che così a lungo ha resistito, comincia a incrinarsi. Chi può avere ucciso in maniera tanto feroce una signora così riservata? E perché, di colpo, conoscenti e testimoni diventano elusivi e reticenti? E chi è l'uomo che, su carta violetta, le ha scritto, alla vigilia dell'assassinio, una lettera a dir poco personale? La notizia del crimine si diffonde rapidamente per tutta la Gran Bretagna, suscitando nei lettori delle gazzette una curiosità così morbosa che la polizia si sente subito sotto pressione: bisogna trovare un colpevole e bisogna trovarlo in fretta, anche a costo di qualche procedura non proprio scrupolosa. A indagare, con i più moderni ritrovati della scienza investigativa (siamo nel 1912), viene chiamato da Glasgow l'ispettore Trench, un esperto per i casi più difficili, affiancato dall'attento sergente Frazer, agente della polizia locale. Man mano che i due scavano nella vita della signorina Milne, i segreti della sua esistenza vengono a galla. E alla fine sarà uno shock per tutti.

Voto: 2,5/5 (5/10)
Stavolta voto bassino, lo so, ma in questo romanzo tante cose non mi hanno convinta o non mi sono piaciute.
Prima di tutto l'incipit. E' il protagonista che rievoca un'indagine a cui ha partecipato qualche tempo prima. L'ho trovato inutile, in quanto disgiunto dal resto. Pone l'attenzione sull'ispettore Trench, ma gli accenni che si fanno alle sue indagini vengono scarsamente chiariti. Come personaggio non è approfondito e rimane marginale per tutto il libro nonostante la voce narrante lo introduca come se fosse il suo mentore.
Il titolo è tutto riferito alla signorina Milne, la vittima, ma di fatto la sua vita non è che sia eviscerata granché. Metà del libro è dedicata al commissario Sempill (e non è chiaro se sia venerato o vilipeso) e all'accusato che cerca di scagionarsi.
L'assassino lo si può intuire molto prima della fine (soprattutto se si sono letti alcuni libri di Agatha Christie), ma di fatto salta fuori all'improvviso nelle ultime 10 pagine a spiegare, con un racconto noioso e lunghissimo, il come e il perché.
Anche per quanto riguarda i personaggi manca di chiarezza.
Della voce narrante sappiamo poco o niente.
Stessa cosa per l'ispettore Trench.
Il commissario Sempill è descritto come un uomo che incute timore, ma per buona parte del libro viene canzonato.
Il signor Walker (e tutti gli altri nomi con cui si fa chiamare), non è minimamente tratteggiato.
Inutile tutta la parte dedicata a Nancy (di cui si finisce per sapere più che di Jean Milne).
E la signorina del titolo? Niente. E' morta e sepolta quindi ci vengono riferiti un paio di pettegolezzi e nulla più.
Lo stile è così english da essere una noia mortale. Come se non bastasse non passa pagina senza che venga sottolineata l'assoluta correttezza di questo o quel gesto, o qualche norma di comportamento, o l'educazione di Tizio, Caio o Sempronio.
Ricapitolando ho avuto l'impressione di trovarmi davanti una brutta coperta patchwork, formata da tanti pezzi messi insieme senza logica, che alla fine non danno vita ad una forma coerente e comprensibile.

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