Recensione: La bionda dagli occhi neri di Benjamin Black

Stavolta è andata meglio. Tanto da farmi incuriosire per quanto riguarda altri libri dell'autore e altri romanzi con il detective Marlowe (Attenzione: non sempre coincidono. Leggere per capire ;))

Titolo: La bionda dagli occhi neri
Titolo originale: The Black-Eyed Blonde: A Philip Marlowe Novel
Autore: Benjamin Black (alias John Banville)
Edizione: Guanda
Prezzo: 9,99€ (ebook)
Trama: A Los Angeles è un sonnolento pomeriggio d’estate, non si muove una foglia e il traffico, in strada, scorre al rallentatore, come gli affari di Philip Marlowe: sì, proprio quel Philip Marlowe, il più ruvido e solitario degli investigatori privati. Ma a volte basta un istante perché gli eventi prendano una piega imprevista, basta l’ingresso in ufficio di una bellezza mozzafiato, una bionda sensuale ed elegante, per scombussolare i piani e i pensieri. Clare Cavendish, erede della Langrishe Fragrances, impero dei profumi, è alla ricerca del suo amante scomparso, tale Nico Peterson, agente di spettacolo che vivacchia grazie a divi da quattro soldi e starlet di belle speranze. Certo, una strana coppia. Lei è ben consapevole che il suo uomo non fosse un granché, poco più di un manigoldo in abiti eleganti, eppure era suo, ed è decisa a riaverlo. Strani anche i posti che frequentavano, come l’esclusivo Cahuilla Club, con il muro di cinta ricoperto di buganvillea, l’imponente cancello dorato e un impeccabile maggiordomo dal marcato accento inglese che serve il tè. Immergendosi in questo mondo traboccante di ricchezza, Marlowe si trova alle prese con personaggi stravaganti e individui loschi, come i due messicani che compaiono all’improvviso, disposti a tutto pur di ritrovare Nico: chi li manda e perché? A disorientare Marlowe, oltre all’ambigua seduttività della bionda dagli occhi neri, si insinua il tarlo del dubbio e dei sentimenti, quanto mai aggrovigliati, che lo legano a più d’uno dei personaggi della storia. Una regia magistrale, sostenuta da una scrittura raffinata, capace di continui scarti e cambi di registro, per far rivivere il mondo di Raymond Chandler e uno dei detective più amati del noir di tutti i tempi.

Voto: 4/5 (8/10)
Romanzo (che sembra) un po' datato, eppure su di me ha avuto un certo appeal. Mi ha riportata a periodi in cui non esistevano internet e cellulari e certe situazioni venivano risolte in maniera totalmente diversa.
La trama invece potrebbe essere attualissima.
Una donna affascinante e facoltosa ingaggia un detective privato per ritrovare l'amante morto, ma che lei sostiene di aver visto vivo.
Da qui si dipana un complicato intreccio che ogni volta ha preso strade inaspettate.
L'ho trovato molto 'americano' come libro: esagerato in alcune cose, ingenuo in altre.
Ci sono diverse situazioni classiche, eppure non mi ha annoiata leggerle. L'autore è stato bravo a renderle 'inevitabili' e naturali, come se non avesse potuto accadere nient'altro che quello: dal detective affascinato dalla cliente, a tutto il gioco d'inganni che scopre.
Lo ammetto, un paio di volte mi sono 'persa' tanto è complessa la storia, ma mi sono comunque divertita.
Philip Marlowe ha tutte le caratteristiche del classico detective americano: squattrinato, piacente, fuori dagli schemi (talvolta dalla legge), duro, ma anche abbastanza ingenuo da ritrovarsi in situazioni che con un po' più di attenzione poteva evitare. Nota: il personaggio non è originale di Banville, il primo creatore è Raymond Chandler.
Claire è bionda, raffinata, ricca, capricciosa e molto fura, direbbero qui. Non è un tipo di donna che mi piace, né nella realtà, né nei libri, però ammetto che è caratterizzata bene. Altro stereotipo? Direi di sì, ma anche qui, tratteggiarla in modo diverso avrebbe finito per farla sembrare stonata.
Gli altri personaggi compaiono in maniera discontinua e non abbastanza a lungo per meritare citazioni, però sono tutti ben tratteggiati, anche con poche parole. L'unico dubbio l'ho avuto sui due messicani, ma non sono così essenziali ai fini della storia.
La prosa ha favorito molto la lettura. Le descrizioni, le pause, le accelerazioni o i rallentamenti, tutto contribuisce a tenere alta l'attenzione del lettore, preparandolo in alcuni momenti e sorprendendolo in altri. L'ho trovata anche molto diretta e fredda, non ci sono giri di parole e le scene sono raccontate in maniera schietta (sangue e violenza comprese).
Sono curiosa di leggere altro di quast'autore, ma anche del Philip Marlowe originale. Spero di non trovare grosse differenze e che il personaggio di Chandler sia stato rispettato.

Commenti

  1. Come sai i gialli non sono il mio pane quotidiano, però mi hai fatto venire una grande voglia di leggerlo :D

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