Recensione: Gli ingredienti segreti dell'amore di Nicolas Barreau

Buongiorno e buon inizio settimana. Per me un inizio alquanto claudicante ma pazienza.. si va avanti anche saltellando su un piede solo (per fortuna sono ottimista :D )
Passiamo alla recensione, va.


Titolo: Gli ingredienti segreti dell'amore
Autore: Nicolas Barreau
Editore: Feltrinelli
Prezzo: € 15,00
Trama:  Le coincidenze non esistono. Aurélie Bredin ne è sicura. Giovane e attraente chef, gestisce il ristorante di famiglia, Le Temps des Cerises. È in quel piccolo locale con le tovaglie a quadri bianchi e rossi in rue Princesse, a due passi da boulevard Saint-Germain, che il padre della ragazza ha conquistato il cuore della futura moglie grazie al suo famoso Menu d'amour. Ed è sempre lì, circondata dal profumo di cioccolato e cannella, che Aurélie è cresciuta e ha trovato conforto nei momenti difficili. Ora però, dopo una brutta scottatura d'amore, neanche il suo inguaribile ottimismo e l'accogliente tepore della cucina dell'infanzia riescono più a consolarla. Un pomeriggio, più triste che mai, Aurélie si rifugia in una libreria, dove si imbatte in un romanzo intitolato "Il sorriso delle donne". Incuriosita, inizia a leggerlo e scopre un passaggio del libro in cui viene citato proprio il suo ristorante. Grata di quel regalo inatteso, decide di contattare l'autore per ringraziarlo. Ma l'impresa è tutt'altro che facile. Ogni tentativo di conoscere lo scrittore - un misterioso ed elusivo inglese - viene bloccato da André, l'editor della casa editrice francese che ha pubblicato il romanzo. Aurélie non si lascia scoraggiare e, quando finalmente riuscirà nel suo intento, l'incontro sarà molto diverso da ciò che si era aspettata. Più romantico, e nient'affatto casuale.


Voto: 3/5 (6/10)
Carino. Carino. Carino!
Ho conosciuto questo autore leggendo "Una sera a Parigi" (che confesso mi ha coinvolta e convinta di più) e devo dire che il suo stile continua a piacermi.
Barreau narra l'amore nei suoi romanzi e lo fa con leggerezza, con romanticismo e con un pizzico di follia che apprezzo.
Parigi fa da sfondo anche a questa storia che ho trovato abbastanza originale, che parla di amore, di cucina ma anche di libri.
Aurélie Bredin gestisce il ristorante che il suo papà le ha lasciato in eredità. La sua vita, apparentemente tranquilla, subisce uno scossone quando il suo compagno la abbandona con un bigliettino.
Proprio quello che si definisce un uomo con gli attributi, eh?
Insomma la nostra protagonista vive una fase di abbattimento e depressione dalla quale neppure la sua miglior amica, la spumeggiante Bernadette, sembra riuscire a tirarla fuori.
Un libro può restituire il sorriso e indurre a reagire? Secondo me, sì. Può. Ma io sono un'accanita lettrice, che spesso ha trovato conforto tra le pagine di un romanzo.
Aurélie, invece, non ha mai letto e non crede nel potere dei libri. Almeno fino a quando capita in una piccola libreria, dove trova IL libro. Il romanzo d'esordio dello scrittore inglese, Robert Miller. Leggendolo, lei non solo si rispecchia nella protagonista, come potrebbe accadere a qualunque lettore che si immedesima in un personaggio affine, ma vi si riconosce. È lei. La donna di quel romanzo è proprio lei, con il suo vestito verde e il suo ristorante.
Se io mi ritrovassi descritta in un romanzo, probabilmente farei tutto quanto possibile per scoprire come sia possibile che proprio io sia finita in quella storia. Ma Aurélie fa di più: rimane affascinata dal bel scrittore inglese e cerca di contattarlo in ogni modo. Peccato che Robert Miller sembri irragiungibile, se non tramite il suo editore francese André, che appare subito poco entusiasta dei tentativi della bella chef di incontrare lo scrittore.
André è... sclerato! Però è anche determinato e in certi momenti, molto dolce.. mi piace molto. Lui ha un segreto, un segreto bello grosso in cui è coinvolta anche l'inconsapevole Aurélie.
Tra pranzetti deliziosi, appuntamenti mancati, tante bugie e un complotto degno di un agente della CIA, nasce l'amore. E come pottebbe essere altrimenti? Ma su un cumulo di bugie non si può costruire nulla.
Il lieto fine è giusto, quasi scontato. Un po' meno scontato il percorso che conduce al lieto fine, anche se confesso che ho trovato la presa di coscienza del sentimento, da parte di Aurélie, un po' troppo affrettata. Un attimo prima sembrava cotta dello scrittore, l'attimo dopo era innamorata persa di André. Nel mezzo... qualche buona portata del Menù d'amour. Troppo poco.
Ho già detto che André mi piace. Anche Aurélie è un bel personaggio, con una personalità ben definita, anche se entrambi i protagonisti hanno dei momenti di eccesso.
Tutti i personaggi di contorno sono ben delineati, anche quelli dalle apparizioni fuggevoli. Adam è un po' spaccone ma suo fratello è una vera macchietta. Trovo che ognuno di loro abbia uno scopo preciso e, leggendo, non ho mai avuto la sensazione che qualcuno fosse buttato lì, a caso. Sono piazzati al posto giusto nel momento giusto.
Ho adorato le descrizioni di Parigi, con le sue strade, i suoi monumenti e i ristorantini.
È un romanzo d'amore, leggero e piacevole, che si legge senza troppo impegno.
Mi piaciuto molto anche l'alternarsi della narrazione tra Aurélie e André, che di capitolo in capitolo mostrano molto bene i diversi (spesso agli antipodi) punti di vista.
Se c'è una cosa che ho trovato fastidiosa è la traduzione. Ecco, su quella ho un pochino da polemizzare, non me ne vogliate.
Il romanzo sarebbe stato molto più scorrevole senza le continue frasi in francese, lasciate qui e là. Non è una questione di ignoranza in materia, ma di coerenza. Il romanzo è ambientato in Francia. I personaggi parlano il francese. Tutto il dialogo si presume essere in francese, anche se io lo leggo nella mia lingua. E allora a cosa serve lasciare in francese parte dei discorsi? Mi va bene che le ricette siano citate in lingua originale. Uguale per i nomi delle strade e dei ristoranti, come quelli delle persone, ovviamente. Accetto anche le parti in inglese, perché ci sta, è un'altra lingua. Ma il francese lo avrei evitato. Proprio per coerenza.
Per il resto è un romanzo che mi ha regalato piacevoli ore di lettura.
Oh... a fine libro c'è un regalino delizioso che ho trovato davvero carinissimo ed originale.


Commenti

  1. Ciao, di Barreau ho letto solo "Ua sera a Parigi" e mi era piaciuto, anche questa sembra una lettura leggera e carina :-)

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  2. Sono contenta che ti sia piaciuto. Io lo avevo adorato.

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