Recensione: Insurgent (Divergent 02) di Veronica Roth

A leggere riesco a leggere. Recensire invece è un'impresa U_U
Secondo capitolo della serie Divergent. Mi è piaciucchiato ma...

Titolo: Insurgent (Divergent 02)
Titolo originale: Insurgent
Autore: Veronica Roth
Edizione: De Agostini
Prezzo: 14,90€
Trama: Una scelta può cambiare il destino di una persona... o annientarlo del tutto. Ma qualsiasi essa sia, le conseguenze vanno affrontate. Mentre il mondo attorno a lei sta crollando, Tris cerca disperatamente di salvare tutti quelli che ama e se stessa, e di venire a patti con il dolore per la perdita dei suoi genitori e con l'orrore per quello che è stata costretta a fare. La sua iniziazione avrebbe dovuto concludersi con una cerimonia per celebrare il proprio ingresso nella fazione degli Intrepidi, ma invece di festeggiare la ragazza si è ritrovata coinvolta in un conflitto più grande di lei... Ora che la guerra tra le fazioni incombe e segreti inconfessabili riemergono dal passato, Tris deve decidere da che parte stare e abbracciare completamente il suo lato divergente, anche se questo potrebbe costarle più di quanto sia pronta a sacrificare.

Voto: 3,5/5 (7/10)
Dalla velocità con cui ho portato a termine la lettura potrei dedurre che il libro mi ha, in qualche modo, coinvolta. In realtà credo che il merito sia tutto della scrittura della Roth, molto incalzante, con gli eventi che si susseguono a ritmo serrato. Il libro non è brutto, ma neanche una lettura memorabile, e ho diversi appunti da fare.
Prima di tutto è un libro che da solo non ha senso. Le saghe sono sempre strettamente collegate, ma in genere ogni libro è abbastanza leggibile da solo, quanto meno contiene una sua trama che rende completa una parte della lettura. In questo caso no: il libro è la continuazione del precedente e si interrompe, tra l'altro su un colpo di scena, per proseguire nel terzo. Mi viene da dire che non si tratta di una trilogia, ma di un solo libro spezzato in tre parti. Quindi questo secondo episodio non ha una sua trama, o sottotrama, vera e propria.
Altro aspetto che non ho apprezzato sono le scene ripetute: vanno dai Pacifici e succede questo, vanno dai Candidi e accade più o meno la stessa cosa...
Inoltre ho l'impressione che tutto manchi di mordente: non ho mai percepito i personaggi come veramente in difficoltà. La 'soluzione' appare sempre chiara, almeno al lettore, e questo priva di empatia e partecipazione.
La narrazione soggettiva, limita lo sguardo sugli altri personaggi e questo consente all'autrice di descrivere ciò che fanno e affrontano. In teoria al lettore quelle parti non dovrebbero interessare, ma le vicende di Quattro/Tobias, fanno sorgere molte domande, soprattutto quando si trova dagli Eruditi: cosa fa? Come si libera? Perché sembra essere un ospite anzichè un prigioniero? Tutte domande a cui avrei voluto usa risposta.
Anche i personaggi sono stati deludenti.
Tris nel primo libro mi era piaciuta. Qui è terribilmente piagnucolosa, ripetitiva, antipatica. Più che un'evoluzione psicologica sembra ci sia una regressione per poi ritornare, al massimo, al punto d partenza.
Tobias è scostante e incomprensibile. per tutto il libro ho avuto l'impressione che la Roth lo facesse muovere come le faceva comodo, anzichè secondo il carattere che ha.
Tutti gli altri rimangono più in ombra, soprattutto perché la voce narrante, Tris, è troppo presa da se stessa per soffermarsi sugli altri.
Come dicevo all'inizio, lo stile dell'autrice è semplice e veloce. in generale non annoia, anche perché le descrizioni statiche sono poche e brevi e il susseguirsi delle azioni piuttosto incalzante. Anche qui avrei un paio di appunti da far presenti. Prima di tutto, pur essendo un mondo futuro non c'è niente di nuovo o originale. Sì, le simulazioni per il controllo della mente, ok, ma per il resto non ho trovato nessun dispositivo, conoscenza, caratteristica che non esista già al giorno d'oggi. Non solo, sono scomparsi del tutto Internet, cellulari e simili. Esiste giusto una sorta di lan tra i pc delle varie fazioni. Ora, forse ricordo male io il primo libro, ma fin'ora non ho trovato nessuna spiegazione per questo, e visto che la Roth ha scritto quando queste cose già esistevano, mi permetto di dire che non si può far sparire la tecnologia così. Spero di trovare le risposte nel terzo.
Per finire, ma questo è proprio gusto personale, c'è un po' troppo buonismo. I cattivi non sono poi così cattivi, i traditori hanno tutti la loro spiegazione, tutti sono pronti a perdonare e giustificare così, su due piedi. Un po' esagerata come cosa.
Allora perché gli ho dato 7? Perché comunque nel complesso non è brutto. Regala alcune ore di svago abbastanza piacevoli ed è un buon ponte tra l'inizio e la fine della storia.

Commenti

Post popolari in questo blog

Recensione: La variante di Lüneburg di Paolo Maurensig

Recensione: Il paradiso dei diavoli di Franco Di Mare

Segnalazione: L'angelo e il mugnaio di Antonio Aschiarolo