Recensione: Se la vita che salvi è la tua di Fabio Geda

Niente, quest'anno non ho fortuna con i libri. Sembra che non riesca a beccarne uno giusto. Dalla 'disperazione' mi sono messa a rileggere Nessun dove di Gaiman. Un po' di tregua da tante delusioni.

Titolo: Se la vita che salvi è la tua
Autore: Fabio Geda
Edizione: Einaudi
Prezzo: 9,99€ (formato ebook)
Trama: Andrea Luna ha trentasette anni, fa l'insegnante, ma non ha una cattedra fissa. Quello che doveva essere un breve soggiorno newyorkese, una vacanza solitaria voluta per riprendere fiato e soffocare le braci di una crisi coniugale, si trasforma in una peregrinazione nelle miserie dell'umanità e nella sua infinita ricchezza, in un viaggio che lo trascina ai margini della società e che gli regala incontri memorabili, soprattutto quello con la famiglia Patterson: Ary, la madre, e i suoi due figli gemelli di tredici anni, Benjamin e Allison. Quando, all'improvviso, Andrea decide di tornare a casa dalla moglie, quello che ha lasciato non esiste più. E allora capisce che "casa" è altrove. Per raggiungerla sarà disposto a tutto, anche ad affidarsi a un "pollero", un trafficante d'uomini.

Voto: 3/5 (6/10)
Premetto che, nonostante il voto sufficiente, a me il libro non è piaciuto.
La storia non sarebbe brutta. Partire in seguito a delusioni e frustrazioni, o alla constatazione che ci si trova in un vicolo cieco, e da qui ricostruirsi, è un argomento molto bello, che in genere da speranza anche a chi legge. E' un esempio, una spinta, un invito a riflettere e a cambiare, se ce n'è bisogno, prendendo il coraggio di fare il salto.
Andrea Luna, il protagonista, sto gran salto non lo fa, a dire il vero. Più che altro sembra lasciarsi trascinare dagli eventi senza un minimo di reazione, di decisione, di scopo. Potrebbe andare bene lo stesso se non fosse un personaggio tremendamente lagnoso e pesante. Totalmente passivo, a tratti apatico e totalmente avulso dal resto del mondo. In alcuni passaggi pure dal libro stesso.
'Se la vita che salvi è la tua'... peccato che per buona parte della storia gliela salvano gli altri. Ben, Ary, Vincenzo, anche Walter in un certo senso. Lui, 'generosamente', li ripaga piantandoli in asso.
Mostra un po' di decisione solo nella parte finale, ma rimane comunque antipatico e indisponente.
Da un libro con questo titolo e con questa sinossi mi aspetterei un messaggio bello, positivo, invece la prima cosa che ho pensato è stata: gli altri lo aiutano e lui li lascia nella ... Bell'amico sì!
Non empatizza con nessuno, non ascolta le ragioni di nessuno, pensa solo a se stesso e poi si stupisce (in alcuni casi, poi impara) se gli altri lo mandano a farsi un giro, la moglie in primis.
Ammetto anche che forse è stata una mia incapacità, quella di entrare in sintonia con il personaggio, per questo alla fine le tre stelle le ho date.
E per la parte finale sui pollero e sui migranti clandestini, che ho trovato bella nella sua drammaticità. Bella nel senso che è possibile che sia così e che l'autore la racconta dura come é nella realtà, senza alleggerire il tutto per far 'vincere' il suo protagonista.
Ho apprezzato di più gli altri personaggi, soprattutto Ary che, a fine libro, si mostra giustamente perplessa.
Molto dolci i due gemelli.
La scrittura si salva. Nonostante la pesantezza del personaggio, è piacevole e scorrevole. I dialoghi rientrano nella media. Qualche frase ad effetto ma niente di più. La parte psicologica, invece, non mia ha soddisfatta. E' presente, ampia, ma Andrea non sembra crescere nel corso della storia. Sembra più intrappolato in un loop negativo in cui lui è sempre il povero Calimero preso a calci. Mi spiace dirlo, ma li trovo meritati.

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