Recensione: Porpora di J. R. Ward

Un libro con mille titoli diversi. L'ho visto pubblicato come 'Porpora', come 'Un amore impossibile' e come 'Lover awakened'. Un caso in cui l'abito non fa il monaco, il contenuto purtroppo non migliora al variare del titolo. Però io continuo a leggerli, perché ogni tanto sclerare fa bene al lettore e a chi gli sta intorno che si fa due risate.

Titolo: Porpora (La confraternita del pugnale nero 03)
Titolo originale: Lover awakened (Amore risvegliato)
Autore: J. R. Ward
Edizione: BUR
Prezzo: 10,00€
Trama: Bella appartiene alla glymera, l'aristocrazia dei vampiri. È stata catturata dai nemici mortali della sua razza, i lesser: rinchiusa in un centro di tortura, rischia di impazzire e di morire, ma la Confraternita del pugnale nero riesce a liberarla appena in tempo. A guidare la spedizione dei vampiri guerrieri è Zsadist, che ha il volto e il cuore segnato da spaventose cicatrici, e crede di non avere posto per i sentimenti. Invece, davanti alla sofferenza e all'inspiegabile amore di Bella, Zsadist scopre una tenerezza che non sapeva di poter provare. Ma sarà Bella a capire che, per squarciare la corazza che avvolge il cuore del feroce guerriero, è necessario portare alla luce il terribile passato che l'ha segnato per sempre, ed esorcizzarlo. Per affrontare, uniti, i pericoli che li minacciano. "Porpora" è il terzo romanzo della serie "La confraternita del pugnale nero".

Voto: 2,5/5 (5/10)
Terzo appuntamento con i vampiri della Confraternita del Pugnale Nero e stavolta si è trattato di una lettura decisamente sottotono. Chi ha letto le mie altre opinioni, sa che non stravedo per questi personaggi, al contrario li leggo perché tutti i controsensi, le assurdità e le incoerenze tirano fuori il mio lato sarcastico e pungente che fa ridere chi mi sta intorno e, alla fine, pure me. Stavolta invece da pungere c'è stato ben poco e non perchè il libro sia un gran capolavoro.
La parte sul passato di Zsadist è bella, anche se la liberazione mi ha fatto sorgere più di una domanda, è il presente che non va.
Nel primo libro, l'autrice ha caratterizzato e differenziato molto bene i suoi personaggi, peccato che quando arriva la bella di turno tendono tutti a rincoglionirsi e ad assumere tratti comuni. Z, onestamente, un po' rimane caratterizzato, ma non quanto mi sarei aspettata. Fa alcune cose che mi han fatto cadere quelle che non ho.
A fine libro c'è un salto di due mesi al termine del quale Z comunica una decisione presa... due mesi prima. Ma io avrei voluto leggerlo, il cambiamento del personaggio. Avrei voluto essere partecipe dei dubbi, delle incertezze, delle difficoltà che trova. Invece niente. Due mesi prima è 'bianco', due mesi dopo è 'nero'.
Bella si distingue un po' dalle sue 'college', ma è ben lontana dal farmi sospirare di essere come lei. Poi, se anche mi fosse piaciuta, la descrizione del momento del 'bisogno' è di uno squallore, di una volgarità tali da farmi pensare 'mai e poi mai'.
Dei lesser, i cattivi, ne vogliamo parlare? Impresa ardua perché a stento lo fa l'autrice, ma ci provo. Ecco, i lesser sono una manica di idioti. Prima di tutto sembrano più impegnati a farsi la guerra tra sè, poi anche quei due o tre che mostrano un minimo (minimo proprio eh) di cervello, hanno delle idee e delle uscite tali che perfino i bambini dell'asilo si chiederebbero: ma perché?
Poi secondo me l'autrice fa l'errore dei vecchi mangaka giapponesi. Avete presente le storie di robottoni che stavano sempre nel solito posto e i nemici che volevano conquistare la Terra andavano sempre lì? Uno si chiede, ma perché non vai da un'altra parte? Conquista il resto, poi vai dal robottone.
Ecco i lesser stessa cosa, vogliono sterminare i vampiri protetti dalla Confraternita che sta tutta a Caldwell... Ma inizia da un'altra parte no? Massacri tutti gli altri nel resto del mondo e poi vai dai confratelli.
No, stan tutti lì a darsi mazzate a vicenda. Sta cosa mi sembra assurda.
La storia è abbastanza intuibile e non riserva particolari sorprese e l'unica che c'è non l'ho neanche apprezzata. Forse sono io incontentabile.
Finale prevedibile, ma, almeno su questo, concordo con l'autrice sulla scelta.

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