Recensione: La costola di Adamo di Antonio Manzini


Riprendo, onestamente un po' a fatica, dopo vacanze che non sono state proprio delle vacanze e un rientro con sorpresa.. decisamente poco gradita. Ma pazienza, si risolve e si va avanti.


Titolo: La costola di Adamo
Autore: Antonio Manzini
Editore: Sellerio
Prezzo: 14,00 €
Trama: "Il vicequestore sorrise nel pensare alla somiglianza che sentiva tra lui e quel cane da punta". Rocco Schiavone ha la mania di paragonare a un animale ciascuna delle fisionomie umane che gli si para davanti. Ma più che il setter che gli suscita quell'accostamento, lui stesso fa venire in mente uno spinone, ispido, arruffato e rustico com'è: pur sempre, però, sottomesso all'istinto della caccia. È uno sbirro manesco e tutt'altro che immacolato, romano di conio trasteverino, con una piaga di dolore e di colpa che non può guarire. Ad Aosta, dove l'hanno trasferito d'ufficio, preferirebbe tenere le sue Clarks al riparo dall'acqua e godersi i suoi amorazzi, che non imbarcarsi in un'altra inchiesta piena di neve. Una donna, una moglie che si avvicinava all'autunno della vita, è trovata cadavere dalla domestica. Impiccata al lampadario di una stanza immersa nell'oscurità. Intorno la devastazione di un furto. Ma Rocco non è convinto. E una successione di coincidenze e divergenze, così come l'ambiguità di tanti personaggi, trasformano a poco a poco il quadro di una rapina in una nebbia di misteri umani, ambientali, criminali. Per dissolverla, il vicequestore Rocco Schiavone mette in campo il suo metodo annoiato e stringente, fatto di intuito rapido e brutalità, di compassione e tendenza a farsi giustizia da sé, di lealtà verso gli amici e infida astuzia.


Voto: 4/5 (8/10)

Secondo appuntamento con il vicequestore romano dai modi bruschi e l'intuito eccezionale di un segugio. Felice di ritrovare il burbero, collerico e tirannico Rocco Schiavone di cui mi sono irrimediabilmente innamorata in Pista nera. Siamo sempre ad Aosta, ahimè per il vicequestore che proprio non riesce a trovare un feeling con questa città troppo grigia, troppo fredda, troppo distante dalla sua Roma.
Il malumore di Rocco raggiunge vette elevate quando, quello che sembrava essere un caso di suicidio, da archiviare senza troppe complicazioni, si rivela essere una faccenda molto più delicata, sulla quale è necessario indagare.
Le questioni complicate diventano due quando Rocco riceve una telefonata da Roma, che lo porterà a casa, per risolvere definitivamente una brutta situazione in sospeso, mettendoci un punto definitivo. Un viaggio che rivelerà una piccola parte del passato doloroso di Rocco, rendendo chiaro il suo rapporto con la moglie Marina, qualcosa di tratteggiato e vago in Pista nera, ma che, personalmente, avevo già capito.
La parentesi romana si risolve in fretta ma scava nella ferita di Rocco mostrando quel suo lato fragile, che rimane celato dietro la scorza tosta di cui è rivestito.
Rocco Schiavone è un personaggio che tende a fare terra bruciata intorno a sé, più incline ad inimicarsi il prossimo con la sua brutale schiettezza piuttosto che accattivarselo con l'ipocrisia, ed è proprio questa precisa caratteristica che lo rende tanto speciale, oserei dire "amabile" agli occhi del lettore.
Di pari passo con le indagini, anche le storie personali subiscono evoluzioni. A partire da Rocco con Nora. Ma anche l'agente fidatissimo Italo Pierron e l'ispettrice Caterina Rispoli riserveranno delle sorprese.
Fantastici D'Intino e Deruta. Loro due sono la variabile comica del romanzo e creano dei siparietti piacevoli che smorzano la tensione del giallo. Estremamente goffi, hanno la capacità di indispettire Schiavone, che mal li tollera e che li relega a mansioni più disparate, pur di tenere il fantastico duo il più lontano possibile da sé.
Scorrevole e pulito lo stile di Manzini che, anche in questo caso, è stato abilissimo a creare una rete di indizi che deviano il lettore dalla soluzione, che fa supporre, che tiene con il fiato sospeso, che coinvolge e che arriva nelle ultime pagine ed è assolutamente inaspettata.
Un finale che ho apprezzato e che ho trovato molto ... Rocco Schiavone.









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