Recensione: Il respiro delle anime di Gigi Paoli



Titolo: Il respiro delle anime
Autore: Gigi Paoli
Editore: Giunti
Prezzo: 15,00 €
Trama: È una torrida mattinata di luglio, le scuole sono ormai chiuse e le strade semi-deserte della periferia di Firenze sono avvolte da un silenzio irreale. Come ogni giorno il cronista Carlo Alberto Marchi si sta dirigendo a Gotham City, l'enorme Palazzo di Giustizia dalle architetture avveniristiche. In mente, due obiettivi ambiziosi: scoprire cosa si nasconde dietro l'inspiegabile ondata di morti per droga che si è abbattuta sulla città e... organizzare le vacanze con Donata, l'inarrestabile figlia adolescente. Compito non facile per Marchi che ricopre come meglio può il doppio ruolo di reporter d'assalto e padre single. Come se non bastasse, una notizia scottante sta per scombinare la sua tabella di marcia: nella notte un cittadino americano è stato trovato morto, investito da un'auto pirata a due passi da Gotham City. Se a questo si aggiunge che l'uomo era il dirigente di una nota azienda farmaceutica, e che pochi giorni prima era stato fermato in una retata in un locale di strip-tease, il caso si fa sempre più interessante...


Voto: 4,5/5 (9/10)


Il respiro delle anime è stato per me, prima di tutto, una conferma dell'innegabile talento di Gigi Paoli, un autore che avevo già avuto modo di conoscere e apprezzare con Il rumore della pioggia, romanzo d'esordio che mi ha resa una sua lieta lettrice.
La location è sempre la stessa: Firenze. Stavolta non c'è la pioggia a scandire il ritmo della storia, ma un cocente sole e un caldo asfissiante.
I casi da seguire sono due: la preoccupante serie di giovani morti da overdose e un incidente stradale con omissione di soccorso.
Nessun legame tra i due casi? Questo è tutto da scoprire.
Punta di diamante del romanzo è sempre lui, l'irresistibile e adorabile cronista di giudiziaria, Carlo Alberto Marchi, a cui mi sono sentita particolarmente affine quando ho letto che è rimasto sveglio fino alle due di notte per guardare, per la quarantaduesima volta, Il Signore degli Anelli.
Noi, ahimè, malati della trilogia!
Marchi è il protagonista, la voce narrante, ma il romanzo è tutt'altro che un monologo, poiché Marchi è un giornalista, segue l'inchiesta, non la svolge, e rincorre la notizia sebbene a volte sia la notizia a rincorrere lui.
E' il sovraintendente Lorenzo Rindi della polizia stradale a gestire le indagini del ciclista investito dall'auto pirata. Un personaggio spigoloso, con un passato scomodo e una macchia sulla sua carriera. Rindi cerca rivalsa oltre che giustizia e mi è piaciuto molto.
Amo il modo in cui Paoli crea dei fili conduttori tra le indagini e Carlo Marchi, e lo fa in maniera del tutto casuale, attraverso conoscenze del passato e incontri fortuiti, rendendolo attivo senza snaturarlo. E' una peculiarità dell'autore che ho apprezzato già nel primo romanzo e che ho ritrovato con soddisfazione in questo secondo appuntamento.
La storia risulta coinvolgente e ricca di suspance con il dipanarsi di indizi dosati con cura e che portano il lettore ad ipotizzare legami e fare congetture per giungere al colpo di scena finale che, francamente, malgrado qualche vago sospetto, mi ha comunque colta di sorpresa.
Paoli non improvvisa, crea su basi concrete e questo si coglie alla perfezione.
Con un linguaggio chiaro e scorrevole, riesce ad affrontare argomenti di una certa complessità e delicatezza in maniera diretta e comprensibile, in un equilibrio perfetto di tensione e ironia.
Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e, al di là del fatto che possano risultare più o meno piacevoli o simpatici, svolgono un ruolo preciso e appropriato. Sono abbastanza approfonditi da coglierne la personalità ma non troppo da tediare il lettore con descrizioni o viaggi nel passato che risulterebbero superflui.
Il libro evidenzia la crescita dell'autore quanto l'evoluzione del personaggio.
Carlo Marchi adora il suo lavoro. E' una passione evidente e che emerge di continuo. Ed è un padre single che si barcamena, non senza fatica e sensi di colpa, tra gli impegni e la sua figlioletta, risultando amorevole e per niente assente. Tuttavia... Carlo è anche un uomo che, malgrado più volte si sia definito felicemente distante dall'universo femminile, comincia a sentire il vuoto della presenza e dell'amore di una compagna.
Già in questo romanzo ha mosso qualche timido (e deliziosamente imbranato) passo in quella direzione.
Aspetto con ansia il prossimo romanzo per seguire una nuova inchiesta di Marchi e, perché no?, per scoprire cosa gli riserva il futuro a livello personale.





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