Recensione: Gioco perverso di Massimo Lugli

Mah... pensavo fosse una buona lettura estiva, ma non mi ha entusiasmata.

Titolo: Gioco perverso
Autore: Massimo Lugli
Edizione: Newton Compton
Prezzo: 9,90€
Trama: Una signora bellissima e molto ricca viene trovata morta nel suo studio. La scena del crimine è quella di un gioco sadomaso: la donna sospesa al centro della stanza, strangolata, indossa biancheria sexy e una parrucca bionda, ed è legata mani e piedi con un lungo nastro di seta rossa. La notizia arriva in esclusiva al cronista di nera Marco Corvino che, oltre a seguire le indagini ufficiali della polizia, inizia una sua inchiesta parallela sul mondo del sesso estremo. Corvino scopre, a poco a poco, un universo sommerso di pratiche sadomaso e perversioni erotiche portate all'eccesso, di cui ignorava completamente l'esistenza. Nel frattempo, dopo essere stato interrogato, il partner della vittima viene riconosciuto colpevole e il caso viene considerato risolto. Ma Corvino non sembra convinto e le indagini proseguono. Le ricerche lo portano a scoprire che nel mondo delle pratiche bondage è coinvolta anche la malavita d'oltreoceano, che ha l'obiettivo di conquistare la piazza di spaccio locale inondando il mercato con una nuova droga, destinata a soppiantare lo smercio della cocaina. Tra colpi di scena, omicidi, torture e giochi erotici, Massimo Lugli ci traghetta in un mondo torbido e ambiguo dove l'eccesso è la norma.

Voto: 3/5 (6/10)
E' brutto da dire, ma il 3 è un regalo. Perché d'istinto gli avrei dato 2,5, poi mi è venuto il dubbio che fossi io ad aspettarmi altro (invece mai aspettarsi niente) e non lo avessi inquadrato nel modo giusto.
Certo è che il titolo, e ancor più i sottotitoli, sono fuorvianti.
Nel libro di questi 'giochi perversi' ci saranno 3-4 pagine, mentre tutto il resto è incentrato sull'indagine del giornalista Marco Corvino, che non è soddisfatto delle conclusioni della polizia.
Onestamente? Ho trovato il percorso del cronista piuttosto noioso, anche se ero curiosa di scoprire chi fosse il colpevole. Anche i suoi ragionamenti e riflessioni mi hanno lasciata indifferente..
Non ho apprezzato l'inserimento del filone sulla droga, che ho trovato inutile, pur avendo un suo collegamento finale, né la parte sui bambini, questa davvero superflua e un po' morbosa.
Sgradevole anche il tira e molla tra Marco e Sara.
Il finale invece mi è piaciuto. Classico ma ben studiato.
Sul protagonista non ho particolari rimostranze da fare. Non mi ha suscitato grande empatia, forse è un po' stereotipato, ma è costruito bene, non ha incongruenze e rispecchia l'idea di giornalista di cronaca che mi sono fatta. E' anche impulsivo e sprovveduto quanto basta per non risultare snob e antipatico.
Gli altri rimangono un po' più in ombra, ad eccezione di Sara, che ho mal digerito. E' anche lei giornalista, eppure, secondo me, ha delle pretese da Marco del tutto fuori luogo. Inoltre lo ha avvicinato lei e poi si lamenta se lui non la corteggia. Senza contare che, ai fini della storia, è anche un po' superflua.
Quello più simpatico è stato Mr. Scudiscio, che spiega al cronista come funziona veramente il mondo sadomaso e quanto possa essere distante da ciò che si legge nei racconti erotici che vanno tanto di moda.
Questa è una cosa che ho apprezzato. Non è chiaro quanto sia stata approfondita la ricerca, ma l'autore si è sicuramente informato prima di scrivere. Per curiosità ho provato ad informarmi anche io e ho trovato più o meno le stesse cose.
La prosa non è coinvolgente, o almeno non lo è stata per me, però il libro è scritto bene, in maniera appropriata, e le pagine scorrono facilmente. Solo in alcuni passaggi mi sono annoiata.
Alla fine ammetto che quello che non mi è piaciuto sono più che altro sfumature, però senza quelle sfumature lo avrei apprezzato decisamente di più.

Commenti

  1. Uhm... ricordo che questo librino lasciò anche me abbastanza indifferente.

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