Recensione: Volevo essere una gatta morta di Chiara Moscardelli


Ultimamente incappo in letture evitabili. Spero di aver spezzato questa catena.. U_U


Titolo: Volevo essere una gatta morta
Autore: Chiara Moscardelli
Editore: Giunti
Prezzo: 6,90 €
Trama: C'è chi nasce podalica e chi nasce gatta morta. Chiara è nata podalica. Forse non aveva fretta di venire al mondo perché aveva già intuito che la sua vita non sarebbe stata una passeggiata. Che sarebbe rimasta sempre in piedi al gioco della sedia, o con la scopa in mano al gioco della scopa. E se la sarebbe dovuta vedere con chi invece è nata gatta morta. La gatta morta è una micidiale categoria femminile. Non è divertente, è seducente. Non esprime opinioni, ha paura dei thriller, le pesa la borsa, soffre di mestruazioni dolorose, non fa uscire il ragazzo con gli amici, non si concede al primo appuntamento e fin da piccola ha un solo scopo: il matrimonio. Chiara l'ha studiata per una vita. E ha capito che contro di lei non ci sono armi.








Voto: 2/5 (4/10)

Con questo romanzo non so proprio da dove cominciare a lamentarmi. Sinceramente ho l'imbarazzo della scelta. Se avessi letto "Volevo essere una gatta morta" prima di "Volevo solo andare a letto presto", temo che non avrei accordato una seconda possibilità alla Moscardelli. E mi dispiace perché, in realtà, il suo stile ironico e diretto mi piace. Purtroppo la trama di questo romanzo, le situazioni a limite dell'impossibile, le vicende narrate e i personaggi, sono un vero disastro.
Il libro, impostato come un romanzo autobiografico, è un lungo elenco delle sventure di Chiara. Un po' di sfiga ci sta, è accettabile, ma il troppo storpia, sempre. Il racconto comincia con lei che scopre di avere un fibroma. Come lo scopre? Perché gli cresce una "tetta". Lei ne è entusiasta. Perché avere una tetta più grossa dell'altra è effettivamente qualcosa per cui entusiasmarsi, giusto? Capitasse a me, mi verrebbe una sincope. Chiara ne gioisce, invece. Così tanto che corre felicemente a comprare un bikini per sfoggiare fieramente la sua UNICA tetta grande. D'altronde, avere il seno piccolo è un vero handicap, mentre avere una tetta più grande dell'altra..
A questo punto avrei dovuto capire che il romanzo non faceva per me, ma ho continuato a leggere imperterrita solo per scoprire che peggiorava di pagina in pagina.
La realtà che supera ogni immaginazione non giustifica la serie di assurdità che si sono susseguite come una valanga inarrestabile. Chiara rasenta il patetico. Ho sbottato ogni volta che ha pensato di essere innamorata di Francesco, che personalmente prenderei a randellate nei denti dalla mattina alla sera! Ad uno che invita una ragazza ad una piccola festicciola e poi si chiude in camera da letto con un'altra prima ancora dell'arrivo di lei, le randellate nei denti sono il minimo.
Gli altri personaggi non sono odiosi quanto Francesco ma alquanto abbozzati e inutili. Matilda è esasperante. Non è soltanto ipocondriaca ma pure stressante con tutti i suoi "sei spacciata", "moriremo", "ci violenteranno", "ci colpirà un meteorite",  e chi più ne ha più ne metta.
Luca spunta fuori di tanto in tanto con le sue "perle di saggezza" e Michele... che fine ha fatto Michele? Deve essersi perso nella piazza del paese. Viene nominato solo per quello, per capire in quale punto della città si è perduto.
Personaggi che, a mio parere, non hanno fatto altro che sottolineare ben bene che Chiara è una sfigata cronica. Ma tutto quel buttarsi giù, tutto quel denigrarsi e, tante volte, umiliarsi, serve esclusivamente a lanciare un messaggio finale, per mostrare una sorta di rinascita del personaggio, di una presa di coscienza di sé, come a voler dire "caspita.. io valgo!". Beh.. meglio tardi che mai!
Non posso elencare la miriade di sventure che si leggono in questo libro, tuttavia.. posso dire che non c'è stata una sola situazione che mi abbia strappato anche un misero sorrisino?
Ecco, l'ho detto.
Peccato. Ero parecchio entusiasta (anche se non quanto Chiara quando ha scoperto di avere una tetta più grande, eh!) quando ho deciso di comprare questo romanzo e ripetere l'esperienza con la Moscardelli, ma stavolta mi ha decisamente delusa.







Commenti

  1. non so perché ma non mi ispirava (forse il titolo?) mentre l'altro libro della moscardelli ce l'ho in wl.. passo a leggere l'altra tua recensione!

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    1. A me, invece, inspirava (forse, ecco, non esattamente per il titolo XD).

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