Recensione: The paper magician di Charlie N. Holmberg

prima recensione di un libro letto in lingua ^^

Titolo: The paper magician
Autore: Charlie M. Holmberg
Edizione: 47North
Prezzo: 11,65€
Trama: Ceony Twill, giovane e talentuosa allieva dell’accademia di magia Tagis Praff, sta finalmente per cominciare l’apprendistato che la legherà per tutta la vita all’elemento magico che ha sempre desiderato. Eppure, contrariamente a quanto sognava, il suo destino non sarà scritto nel metallo ma sulla carta. Tra fogli che si animano dando vita a personaggi incredibili e storie fantastiche che la lasceranno a bocca aperta, toccherà allo stravagante mago Emery Thane convincerla delle qualità straordinarie di un elemento così delicato e allo stesso tempo prodigioso. Così, quando Lira, malvagia praticante di arti magiche proibite, priverà il maestro del suo cuore, Ceony per tenerlo in vita gliene confezionerà uno di carta, per poi volare sulle ali di un enorme aeroplanino all’inseguimento della perfida maga, verso un’avventura che porterà alla luce i ricordi più lontani e i segreti più taciuti, nascosti nell’angolo più remoto dell’anima.

Voto: 3,5/5 (7/10)
Non è il primo libro che leggo in inglese (per chi fosse interessato a leggerlo, è stato tradotto anche in italiano), ma è il primo di cui azzardo un'opinione.
Non è stata una lettura difficile e mi è piaciuta abbastanza.
I toni iniziali sono abbastanza soft e ammetto che pensavo in una storia tranquilla. Ceony viene destinata a divenire una Piegatrice, una maga della carta, pur se contro la sua volontà. Anche io, come lei, ho continuato a chiedermi che razza di magia fosse e che utilità potesse avere se non la mera illusione o l'intrattenimento. Confidavo però che accadesse qualcosa che ci facesse cambiare idea. così è stato, anche se non sono del tutto sicura delle scelte dell'autrice. Secondo me, in alcuni passaggi, ha un po' esagerato il talento e le capacità della sua protagonista. Soprattutto nelle battaglie. in ogni caso il libro si mantiene coerente.
La parte più originale è anche quella che, alla fine, mi è piaciuta di meno: il viaggio nel cuore.
Razionali ed istruiti, sappiamo che il centro dei ricordi e delle emozioni è il cervello, mentre batticuori e simili sono riflessi condizionati. L'autrice sposta tutto nel cuore, destinando ciascuna delle 4 camere a 4 elementi diversi: ricordi belli, speranze, ricordi brutti, paure (più che paure direi dubbi). Ceony dovrà affrontare un viaggio attraverso queste camere per sfuggire all'antagonista e all'incantesimo.
Onestamente l'ho trovata una parte noiosa. conoscere un personaggio e il suo passato in questo modo non mi ha coinvolta e mi ha fatta sentire una semplice spettatrice.
Carino il finale, un po' aperto (temevo l'ennesima trilogia), ma il seguito (The glass magician) prevede personaggi diversi. Probabilmente si tratta di una serie. Questo me lo ha fatto apprezzare perché la storia è completa e conclusa. Ok, Lira rimane un po' in sospeso, ma può essere uno di quegli aspetti che il lettore non ha bisogno di conoscere.
I protagonisti sono due alla fine: Ceony e Emery.
Il punto di vista è un soggettivo indiretto dalla parte della ragazza, ma alla fine veniamo a conoscere davvero poco di lei: non voleva diventare una Piegatrice, è vivace e talvolta impertinente, ha un passato difficile (ma non così tremendo come altre protagoniste). Si scoprono anche i suoi sentimenti, ma ho trovato questo aspetto davvero poco curato, quasi fosse stato messo lì perché doveva esserci. Questo rende difficile empatizzare con lei.
Non va meglio con Emery Thane, il mago della carta. Di lui conosciamo cose belle e brutte, successi ed errori, speranze e paure, ma sempre attraverso il filtro degli occhi di Ceony. La presenza di tale filtro mi ha impedito di immedesimarmi anche in lui, lasciandomi, di nuovo, mera spettatrice.
Lira, l'antagonista, rimane ambigua. L'autrice non le dedica molti approfondimenti e alla fine rimane il dubbio se, nonostante tutto, ami Emery, oppure se sia solo egoista e abbia un secondo fine. Avrei voluto che fosse più accurata come personaggio.
Non sono espertissima di scrittura inglese, ma le costruzioni linguistiche della Holmberg mi sono sembrate abbastanza semplici e lineari. Anche il vocabolario non è ricchissimo (e meno male che sbirciare di continuo su dizionari e traduttori è un filo stancante) e, salvo qualche parola inerente al mondo del libro (come Folder e Smelter, ci ho messo un po' ad arrivare a Piegatore e Fonditore), piuttosto di base e ripetitivo. Può essere un buon testo se qualcuno vuole leggere in lingua ma non è espertissimo. Consiglio magari la versione ebook per avere un dizionario collegato.
Altra cosa che mi lascia un po' perplessa è il contesto storico: si parla di inizio '900 (1900-1901 non ricordo di preciso) ma da alcuni aspetti e modi di fare, ho avuto l'impressione di essere in anni più recenti. Non ho verificato le cose che mi lasciavano perplessa, per cui prendetela come una cosa soggettiva.
Come dicevo, non mi ha coinvolta come speravo, però è stata comunque una lettura piacevole e abbastanza originale. Non ho ancora deciso se leggerò il secondo della serie oppure no.

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