Recensione: Finché sarò tua figlia di Elizabeth Little

Uff... non mi piace recensire i libri a cui do tre stelle. Son quei libri a metà su cui non so mai cosa dire. Non sono brutti da puntare il dito sui difetti, né belli da esaltarne i pregi. Una faticaccia esprimere la propria opinione. Comunque, eccola qui.
Poi sarà stato anche così acclamato, ma su goodreads non è che abbia sta gran valutazione stellare.

Titolo: Finché sarò tua figlia
Titolo originale: Dear Daughter
Autore: Elizabeth Little
Edizione: Garzanti
Prezzo: 9,90€
Trama: È stato acclamato da lettori e librai come uno dei thriller psicologici più incalzanti degli ultimi anni, grazie alla voce di una protagonista incredibilmente dura, ribelle e tormentata. La storia di una madre e di una figlia. E di un amore così forte che a volte può somigliare all’odio.
Il cielo è immenso sopra di lei ed è così blu da fare male. Janie stringe gli occhi per non rimanere accecata. Non è più abituata a tutta quella luce. Janie ha ventotto anni, ma gli ultimi dieci anni della sua vita li ha trascorsi in prigione, in cella di isolamento. Proprio lei, bella ragazza ricca di Beverly Hills, viziata reginetta del liceo. L’accusa è quella di aver ucciso sua madre Marion, una donna molto esigente con cui non aveva un bel rapporto. Perché Janie era un’adolescente ribelle e contestatrice e sua madre non faceva nulla per nascondere la sua delusione di non avere la figlia perfetta. Tutte le prove erano contro di lei. Dopo l’ennesima notte di baldoria, è stata trovata priva di sensi accanto al cadavere della madre. Le mani sporche del suo sangue e le sue impronte dappertutto. Incapace di raccontare quello che è successo. Ma Janie ha sempre saputo di essere innocente. Ricorda poco della notte dell’omicidio, lo shock le ha confuso la mente, ma sa di aver sentito sua madre avere un alterco con uno sconosciuto e un nome, Adelina. E adesso che il suo avvocato è riuscito a farla uscire di prigione, Janie non ha dubbi. Deve scoprire cosa è successo, deve dimostrare, soprattutto a sé stessa, di non essere colpevole. Deve diventare la figlia che Marion ha sempre sognato. Adelina è una città dell’Illinois. È lì che Janie deve andare se vuole capire la verità. Una città piccola e sperduta in mezzo alla campagna. Una comunità chiusa che guarda con sospetto e ostilità la nuova arrivata. E che nasconde tutte le risposte che Janie cerca. Non solo sulla morte di Marion, ma anche sulla sua vita e sulla sua vera identità. Mai come adesso Janie sente di conoscere la donna che per prima l’ha tenuta tra le braccia… Finché sarò tua figlia è un esordio impossibile da dimenticare. Venduto in contemporanea in 20 paesi, ha scalato tutte le classifiche bestseller in soli due giorni.

Voto: 3/5 (6/10)
Questo libro era nella mia TBR, anche se non a breve, ma trattandosi di un libro bonus per una sfida, ne ho anticipato la lettura.
Dico subito che non mi ha colpita particolarmente (e il voto forse lo dimostra). Uno di quei racconti in cui dici 'Sì, carino', ma c'è di meglio. Niente di eccezionale dalla trama. Non una di quelle storie 'già sentite', però non mi è sembrata neanche originale. Non mi ha incuriosita, né fatto venir voglia di trovare il vero colpevole. Mi sono semplicemente fatta trascinare dalle pagine sapendo che prima o poi sarei arrivata in fondo e mi avrebbero detto tutto senza durare grande fatica.
Non ho percepito i colpi di scena come tali, anche se li ho riconosciuti nell'intento dell'autrice, né sono stata con il fiato sospeso in alcun modo. In teoria motivi per farlo ce n'erano, con la protagonista che assume una falsa identità e rischia di essere scoperta ad ogni passo, solo che con me non ha funzionato.
Il problema grosso credo sia stata proprio Janie. Non sono entrata in sintonia con lei, non mi è piaciuta e fin dall'inizio l'ho sopportata poco. Non mi è sembrata ben definita, perché è forte in alcuni momenti e fragile in altri, ma questo dualismo sembra più dato dalla volontà dell'autrice di farla reagire in un certo modo, che non da una caratterizzazione naturale del personaggio. come se non bastasse narra in prima persona ed è abbondantemente egocentrica. Questo vuol dire vedere tutti gli altri personaggi attraverso i suoi occhi e realizzare che non le importa di nessuno di loro. Inoltre ci si ritrova con poche, blande, informazioni, che portano a visualizzare stereotipi comuni e diffusissimi.
Di positivo c'è stata una scrittura molto scorrevole e capitoli non troppo lunghi che favoriscono la lettura. Anche le descrizioni delle città non sono state male, ma non so dirvi se esistano davvero o siano luoghi fittizi. Brutto nel finale, quel voler risolvere tutto all'ultimissimo secondo; mi sono chiesta quante pagine volesse sprecare in quella scena, considerando l'esito scontatissimo.
Pur non essendo un capolavoro poteva essere un buon libro, divertente e stimolante, invece si è rivelato piatto e senza entusiasmo. Peccato.

Commenti

  1. I libri da sufficienza senza infamia e senza lode sono i peggiori: non riesco né a consigliarli né a sconsigliarli @_@
    Questo in particolare lo lascerò sugli scaffali: i gialli in genere non mi piacciono neanche quando sono belli :P

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    1. Ecco, allora lascia pure ^^'''
      Sì, anche io ho lo stesso problema. Soprattutto perché poi scopro che molti lo hanno adorato e a quel punto è impossibile consigliare o sconsigliare (anche se io non lo faccio quasi mai. I gusti son gusti, mi limito a spiegare perché ho amato o odiato un libro o mi è rimasto indifferente).

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  2. A me invece non è dispiaciuto così tanto. Se vuoi puoi leggere il mio pensiero sul mio blog!

    http://nientedipersonale.org/finche-saro-tua-figlia/

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  3. Oh no, che dispiacere! Io lo avevo letteralmente amato!

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    1. Il mio problema è la protagonista. Essendo in prima persona, non piacendomi lei, non mi è piaciuto granché neanche il libro. Però so che in molti lo hanno amato

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