Recensione: Polvere alla polvere di Brian Freeman


Titolo: Polvere alla polvere
Titolo originale: Turn to stone
Autore: Brian Freeman
Edizione: Piemme
Prezzo:   1,90€ (cartaceo)
Trama: Ci sono verità che è meglio lasciare sepolte sotto una coltre di neve.È notte quando il detective Jonathan Stride arriva nel piccolo cimitero di campagna dove riposa sua madre, a Shawano, Wisconsin, un luogo dove non metteva piede da vent'anni. Nel buio, la sua torcia illumina la neve che cade piano, mentre una campana arrugginita suona nel vento. All'improvviso, i fari di un'auto della polizia fendono l'oscurità; un agente scende dall'auto, si avvicina a una lapide e si toglie la vita con un colpo alla tempia. Stride è un estraneo in quella piccola città e lo sceriffo non gradisce né la sua presenza né la sua curiosità. Eppure il detective non può dimenticare quanto è accaduto proprio davanti ai suoi occhi: vuole risposte, ed è disposto a trovarle da solo. Anche a costo di riaprire le pagine più oscure del passato di Shawano...


Un thriller psicologico molto sottile e particolare.
L'inizio è d'effetto: un cimitero di notte (ma non dovrebbero essere chiusi?), un poliziotto che guarda, un altro che arriva e si spara.
Ammettiamo tutti che, anche senza essere detective, la cosa un po' impressione la fa. E Stride è un detective, per una volta quasi normale, che rimane, suo malgrado, incuriosito, se non proprio shockato, dal gesto di quella specie di collega.
Un poliziotto che si suicida fa sempre un certo effetto, ma Stride scopre presto che non c'è solo quello. Percy infatti sembrava non avere molti motivi per un gesto simile. O almeno non li aveva fino a pochi giorni prima.
Attraverso gli occhi del protagonista la vicenda si dipana velocemente e con un buon numero di colpi di scena, ben dosati e distribuiti.
Gli ingredienti che caratterizzano un buon thriller ci sono tutti e Freeman riesce a mixarli davvero bene. Probabilmente gli elementi originali non sono molti, ma il racconto suscita comunque tutte le giuste emozioni: curiosità, dubbio, intuizione e sorpresa.
Tra l'altro è uno di quei romanzi che adoro perché gli indizi ci sono, ma in genere li si notano alla fine quando, una volta scoperto il colpevole, si riesce a collegarli.
E' presente anche un leggero alone soprannaturale, in quanto viene data alcune volte la colpa al diavolo e alla possessione demoniaca per quello che accade. Per fortuna Stride non ci crede e continua ad indagare.
Apprezzabili anche i sottili risvolti psicologici e le analisi. Da un lato mi è spiaciuto che non fossero più approfondite, dall'altro forse avrebbero appesantito e spezzato un romanzo che invece si mantiene veloce e scorrevole.
Carino il finale da serie televisiva che chiude il libro, ma potrebbe anche costituire l'inizio di un nuovo episodio.

Personaggi: Jonathan Stride è il 'figlioccio' di Freeman, protagonista di più di una vicenda, che suppongo costituiscano una serie all'interno della quale si inserisce anche questa. Nel racconto ci sono riferimenti al passato ma non è necessario aver letto gli altri libri per comprenderli (anzi, se non avessi sbirciato la biografia non avrei neanche supposto l'esistenza di testi pregressi) e questo è un punto  a favore. Venendo al personaggio in sé, per una volta niente misantropo asociale scontroso e scorbutico (per i quali io, comunque, stravedo), ma un uomo un filo più normale e pacato che usa la logica con freddezza ma non ritiene di dover fare la guerra al mondo facendo pure l'incompreso. Certo, ha i suoi problemi relazionali, ma rientrano un po' più nei canoni standard delle persone comuni.
Gli altri credo che siano delle 'comparse' attinenti a questo singolo romanzo, che non vedremo nei successivi (né suppongo siano nei precedenti). Forse sono un po' più stereotipati, ma non per questo brutti.
Kelly è quella che forse mi lascia più perplessa, non perché sia mal riuscita, ma perché è un  personaggio molto complesso, con uno storico pesante che ha lasciato segni che avrei voluto più approfonditi e analizzati.
Stesso discorso per Mike. Un ragazzino che ha subito così tanto meritava un approfondimento. Non su ciò che gli è capitato, ma sul suo modo di pensare e di affrontare le cose.
Adorabile la figura dello zio Richard.

Stile: Veloce, scorrevole e piacevole. Freeman si sofferma poco sulle descrizioni e su tutto ciò che può far rallentare il romanzo a favore di una scrittura intensa e cinematografica incentrata sulle azioni. Il lettore non viene mai tediato, i colpi di scena sono ben dosati e si viene tenuti spesso con il fiato sospeso. Anche il ritmo è ben calibrato, non mette ansia ma non ti permette di lasciare il libro. Io l'ho finito continuando a dire: un ultimo capitolo poi smetto, tanto ci metto due minuti.

Giudizio finale complessivo: Forse non un capolavoro ma comunque un libro scorrevole che mi è piaciuto molto. Ho scoperto un personaggio a suo modo affascinante di cui voglio leggere ancora.
Ho adorato l'uso del 'niente è come appare' e la psicologia contorta dei protagonisti.
Sono rimasta a lungo indecisa se giudicarlo troppo veloce e poco approfondito, o giustamente intenso senza rallentamenti. Propendo per la seconda. Nonostante avessi preferito l'approfondimento di alcuni aspetti, alla fine ne ho apprezzato di più la scorrevolezza.
Inoltre, pur essendo basato sulla psicologia, è piuttosto leggero e comprensibile e adatto a tutti in qualunque momento.
Un plauso inoltre per avermi incuriosita abbastanza da voler leggere anche i lavori precedenti e successivi.
Voto: 8/10

Commenti

  1. Questo me lo segno al volo!!!! Sono un'amante dei thriller e mi ispira da morire, in più a quel prezzo...
    :P

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    1. Ciao!
      Sì, è stata la stessa cosa che ho pensato io! Di libri da leggere ne avrei un sacco, ma quando sono passata davanti alla bancarella e l'ho visto non ho potuto ignorarlo.
      Tra l'altro con me ha funzionato benissimo: l'ho preso grazie al prezzo conveniente e mi sono 'innamorata' dell'autore.

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  2. Complimenti per la recensione! :) E' molto dettagliata e dice esattamente quello che uno vuole sapere :) Inoltre mi hai davvero incuriosito! Il libro non mi ispirava tantissimo, ma ora mi sa proprio che ci farò un pensierino! :)

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    1. Grazie per i complimenti.
      Secondo me un paio d'ore le merita. E' un romanzo per i momenti di relax e svolge abbastanza bene il suo ruolo.
      Fammi sapere se lo leggi ^_^

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