Recensione: L'allieva di Alessia Gazzola

Se continua così, Alice finirà per ritrovarsi me, sul tavolo delle autopsie U_U

Autore: Alessia Gazzola
Edizione: Longanesi
Prezzo: 18,60 €
Trama: Alice Allevi è una giovane specializzanda in medicina legale. Ha ancora tanto da imparare e sa di essere un po' distratta, spesso sbadata. Ma di una cosa è sicura: ama il suo lavoro. Anche se l'istituto in cui lo svolge è un vero e proprio santuario delle umiliazioni. E anche se i suoi superiori non la ritengono tagliata per quel mestiere. Alice resiste a tutto, incoraggiata dall'affetto delle amiche, dalla carica vitale della sua coinquilina giapponese, Yukino, e dal rapporto di stima, spesso non ricambiata, che la lega a Claudio, suo collega e superiore (e forse qualcosa in più). Fino all'omicidio. Per un medico legale, un sopralluogo sulla scena del crimine è routine, un omicidio è parte del lavoro quotidiano. Ma non questa volta. Stavolta, quando Alice entra in quel lussuoso appartamento romano e vede il cadavere della ragazza disteso ai suoi piedi, la testa circondata da un'aureola di sangue, capisce che quello non sarà un caso come gli altri. Perché stavolta conosce la vittima. 

Voto: 3,5/5 (7/10)
Finalmente anche in Italia abbiamo la nostra medico legale eroina. O meglio, ce l'avremo in futuro se riuscirà a finire la sua specializzazione. Cosa tutt'altro che scontata.
Alice non è arrembante, determinata o una super donna. E' una ragazza piuttosto normale, tranquilla, che ama il suo lavoro, ma cerca di farlo bene senza esaltarsi. A me questa caratteristica è piaciuta, mi ci sono riconosciuta e mi ha fatto sentire la protagonista più vicina. Inoltre è mediamente pungente, un po' fragile, sensibile, insomma la coinquilina che tutte potremmo avere. 
Mi è piaciuto meno il suo coinvolgimento emotivo con Arthur. Non perché lui sia un brutto personaggio, ma è stato chiaro fin dall'inizio e lei, invece, cade proprio nell'errore che lui le ha detto di non fare. Una scena vista così tante volte da aver perso fascino e interesse.
Claudio non mi è piaciuto affatto. Non ho capito dove sarebbe tutto questo fascino che esercita sulle donne. E' arrogante, altezzoso, prepotente e quant'altro. Solo perché è bello? Il genere femminile non ci fa una gran figura.
Poi sarò controcorrente, ma io ho adorato il Boss. Anzi, sono certa che 'Supremo Boss' sia più gradito. Quanto meno è meritocratico e riconosce il valore delle persone.
Tutti gli altri non mi hanno particolarmente colpita. I personaggi strettamente inerenti questo primo romanzo svolgono bene il loro ruolo. Sono ben caratterizzati e riconoscibili e risultano abbastanza coerenti.
La trama è una nota un po' più fiacca. Non è brutta, ma non l'ho trovata particolarmente originale. Alcuni indizi sono palesi e il colpevole non è così sorprendente come sembra. L'intreccio è quasi assente e la storia è piuttosto lineare. Direi abbastanza lontana dalle tramone in cui son coinvolte Temperance Brennan o Kay Scarpetta (parere personale: la protagonista più lagnosa di thriller e zone limitrofe), comunque incuriosisce abbastanza e non annoia.
La scrittura è abbastanza vivace e pungente e permette al lettore di scorrere velocemente le pagine. In alcuni passaggi mi ha perfino emozionata un po'.
Essendo il primo di una serie lo prendo come un romanzo introduttivo e spero in un miglioramento al secondo tentativo.

Commenti

  1. Non ho letto il libro ho visto però la serie in tv. La serie mi è piaciuta. Ciao

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