Recensione: Incubi di Dean Koontz

Malgrado il caos e le beghe di quest'ultimo periodo, sto riuscendo comunque a recensire e quasi mi stupisco da sola XD


Titolo: Incubi
Titolo originale: The door to December
Autore: Dean Koontz
Editore: Sperling Paperback
Prezzo: 8,00 €
Trama: Melanie è ormai sparita da sei anni quando sua madre Laura, che ha sempre sospettato dell'ex marito Dylan - anch'egli svanito nel nulla - , viene condotta dalla polizia sul luogo di una strage. La donna identifica il corpo di Dylan, uno scienziato dedito a misteriosi studi, come si legge nel suo folle diario. Ma è il suo laboratorio a svelare molti segreti: lì dentro la piccola è stata segregata e sottoposta ad allucinanti esperimenti. Poco dopo, la bambina viene ritrovata in stato di choc, ma il suo incubo non è ancora finito...



Voto: 3,5/5 (7/10)

Il titolo di questo romanzo ne rispecchia perfettamente la trama, poiché di incubi si tratta. L'incubo di una madre che vede perseguitata la figlia da un nemico invisibile e pericolosissimo. L'incubo di una bambina che per anni viene sottoposta a torture fisiche e psichiche, diventando la cavia di un macabro esperimento. L'incubo dei carnefici che diventano a loro volta vittime, braccate da un assassino brutale, mostruoso e implacabile, che non mostra pietà.
La madre è Laura ed è una psicologa. Melanie è l'amata figlia che le viene sottratta dallo stesso marito, il padre della piccola, che la porta via con sé quando la coppia si separa. Padre e figlia spariscono per sei lunghi anni. Ma poi succede qualcosa di terribile. Dylan McCaffrey viene ritrovato morto insieme ad uno dei compari con cui conduceva un esperimento molto particolare. La piccola Melanie viene risparmiata dalla furia omicida che ha maciullato i due uomini. È incolume ma mentalmente disturbata. Caduta in uno stato quasi catatonico, non riesce a comunicare ed è soggetta a crisi violente in cui arriva anche ad infierire su se stessa.
Dan Haldane. è il detective che si occupa delle indagini e percepisce fin da subito che la questione è delicata. Lui è un uomo che, per lavoro e per ragioni private, ha imparato ad addentrarsi nella mente degli assassini. Nella sua personale visione, ogni essere umano, anche quello meno incline e più insospettabile, è un potenziale assassino. È un uomo pratico, dall'ironia pungente. Un personaggio che trae forza dalle sue debolezze e che non si lascia intralciare neppure dalle autorità superiori.
Laura è una mamma che finalmente ritrova la figlia ed è disposta a tutto pur di proteggerla. L'amore incondizionato per la sua piccola la rende una donna ancora più forte. Ad affiancare i due, l'unica persona di cui si possono fidare, Earl Benton, guardia del corpo di un servizio di sicurezza privato.
Dean Koontz è abile a sviscerare la natura umana, a mostrare le deviazioni che possono corrompere l'animo portando ad agire assecondando depravazioni distruttive, sull'onda di un delirio di onnipotenza. Dalle vicende e dai personaggi emerge il desiderio egoistico di potere e di controllo, che abbatte la moralità ed è disposto a sacrificare l'amore per eccellenza: quello di un genitore verso il proprio figlio.
Koontz non risparmia descrizioni cruente e rende la tensione palpabile, avvalendosi spesso di un dialogo serrato tra i protagonisti. E' un romanzo che mette in evidenza la fragilità dell'animo umano, così incline alla corruzione, ma anche la forza dell'onestà e del rispetto per la vita.
L'aspetto paranormale, che viene presentato come prospettiva realistica ad un certo punto della storia, non mi ha convinta molto. Più che altro avrei preferito che rimanesse una variabile più occulta, invece trova una spiegazione che ha una certa logica e che i personaggi sembrano accettare anche con troppa facilità. Tuttavia, al di là della considerazione personale o la propensione a credere o meno, non risulta incoerente. E solo che... tutto accade un po' troppo alla luce del sole e in una maniera un po' troppo teatrale. L'argomento trattato, inoltre, è un po' complesso e non sempre le spiegazioni fornite attraverso le intuizioni dei protagonisti riescono a chiarire il concetto, ma in parte credo che sia voluto e in ogni caso sono i dettagli che restano.. fumosi.
Di questo scrittore ho già apprezzato le doti narrative in Intensity. Devo dire che l'approccio a Incubi è stato un po' condizionato dalla quella prima lettura, che mi era piaciuta moltissimo. Questo romanzo non toglie nulla a Dean Knootz ma lo ritengo minimamente inferiore ad Intensity.
Come si dice.. non c'è due senza tre? Allora con il prossimo spero di avere la conferma che cercavo.



Commenti

Post popolari in questo blog

Recensione: La variante di Lüneburg di Paolo Maurensig

Recensione: Il paradiso dei diavoli di Franco Di Mare

Segnalazione: L'angelo e il mugnaio di Antonio Aschiarolo