Recensione: Il commissario Bordelli di Marco Vichi

Stiamo latitando, lo so. In questo periodo la vita ci sta trascinando altrove e questo angolino ne risente.
Non è nostra intenzione accantonarlo, ma temo che per i prossimi mesi i nostri interventi saranno sporadici.

Titolo: Il commissario Bordelli
Autore: Marco Vichi
Edizione: Tea
Prezzo: 10,00€
Trama: Firenze, estate 1963. Nella stanza da letto di una villa settecentesca viene ritrovato il corpo senza vita di un'anziana signora. Sul comodino, un bicchiere con tracce di un medicinale contro l'asma. Il commissario Bordelli, cinquantenne, scapolo, ex partigiano, amico di ladri e prostitute, viene chiamato a guidare le indagini...

Voto: 3,5/5 (7/10)
Aver lavorato dieci anni a Firenze ha favorito moltissimo la lettura. E' stato bello seguire il commissario per la città riuscendo a visualizzare perfettamente i luoghi e le vie citate. In genere non è un requisito essenziale, però gli ha dato qualcosa in più.
La storia forse non è memorabile (a distanza di poco già fatico a ricordarla), però si legge bene, è coerente e scorrevole. Un buon giallo, molto investigativo, ben lontano dallo stile americano. Molti ragionamenti e poche pistole.
Anche il periodo storico scelto contribuisce a rendere particolare il libro. Sono gli anni '60, un decennio che ho trovato sempre poco, forse perché manca di appeal. Vichi invece riesce a tratteggiarlo davvero bene: a ricostruzione, gli strascichi della guerra, l'arte di fare con quello che c'è.
Per non parlare del tempo. Anche se l'ho letto in autunno, avevo l'impressione di sudare a leggere le descrizioni vivide e realistiche della calura estiva su Firenze. Forse è perché la conosco, ma anche senza conoscerla le parole utilizzate sono perfette per lo scopo.
Il commissario Bordelli, protagonista indiscusso, mi è piaciuto abbastanza. Forse non entrerà tra i miei investigatori del cuore, ma il suo modo di agire mi è piaciuto. Soprattutto mi fanno sorridere i suoi rapporti con i piccoli delinquenti della città. Non è uno di quei personaggi duri e puri che non sgarrano mai, è molto umano, comprende le situazioni e ci mette tanto cuore in quello che fa.
Gli altri rimangono un po' più sullo sfondo, a parte Piras. Anche lui è caratterizzato molto bene e spero di vederlo più spesso negli altri libri.
Vichi ha un modo di scrivere che ho trovato pulito e chiaro. I toni non diventano mai troppo cupi, né troppo complessi. La vicenda si segue bene e le descrizioni sono appropriate e mai noiose.
Penso che tornerò a leggere ancora di questo commissario e spero di non rimanere delusa.

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