Recensione: La briscola in cinque di Marco Malvaldi

Buongiorno e ben ritrovati.
Siamo in fase di ripresa post feste, post levatacce, post tutto.
Riprendiamo con una recensione, la prima di un 2017 che ci auguriamo, vi auguriamo, ricco di straordinarie letture ❤❤❤❤



Titolo: La briscola in cinque
Autore: Marco Malvaldi
Editore: Sellerio editore Palermo
Prezzo: € 12,00
Trama: La rivalsa dei pensionati. Da un cassonetto dell’immondizia in un parcheggio periferico, sporge il cadavere di una ragazza giovanissima. Siamo in un paese della costa intorno a Livorno, l’immaginaria Pineta, «diventata località balneare di moda a tutti gli effetti, e quindi la Pro Loco sta inesorabilmente estinguendo le categorie dei vecchietti rivoltandogli contro l’architettura del paese: dove c’era il bar con le bocce hanno messo un discopub all’aperto, in pineta al posto del parco giochi per i nipoti si è materializzata una palestra da body-building all’aperto, e non si trova più una panchina, solo rastrelliere per le moto». L’omicidio ha l’ovvio aspetto di un brutto affare tra droga e sesso, anche a causa della licenziosa condotta che teneva la vittima, viziata figlia di buona famiglia. E i sospetti cadono su due amici della ragazzina nel giro delle discoteche. Ma caso vuole che, per amor di maldicenza e per ammazzare il tempo, sul delitto cominci a chiacchierare, discutere, contendere, litigare e infine indagare il gruppo dei vecchietti del BarLume e il suo barista. In realtà è quest’ultimo il vero svogliato investigatore. I pensionati fanno da apparato all’indagine, la discutono, la spogliano, la raffinano, passandola a un comico setaccio di irriverenze. Sicché, sotto all’intrigo giallo, spunta la vita di una provincia ricca, civile, dai modi spicci e dallo spirito iperbolico, che sopravvive testarda alla devastazione del consumismo turistico modellato dalla televisione. Un giallo in toscanaccio.

Voto: 4,5/5 (9/10)
È un periodo di piacevoli scoperte letterarie e Marco Malvaldi, con La briscola in cinque, ha senza ombra di dubbio conquistato un posto nella mia top ten di autori preferiti, da seguire fedelmente.
La briscola in cinque è il primo librino di una serie. Un mix equilibrato tra giallo e commedia all'italiana che ha saputo intrigarmi e divertirmi nella giusta misura.
La storia ci porta in Toscana, nell'immaginaria Pineta, dove Massimo Viviani gestisce il suo BarLume. È proprio il bar il punto centrale del romanzo. È al bar, infatti, che si reca il giovane sbronzo, dopo aver rinvenuto il cadavere di una ragazza in un cassonetto della spazzatura, coinvolgendo Massimo, che si ritroverà, suo malgrado, a vestire i panni dell'investigatore. È al bar che si riuniscono i quattro arzilli vecchietti che animano le vicende con la loro contagiosa vivacità, con il loro spettegolare tra una partita a carte e l'altra, nonché con una simpatia ineguagliabile.
Il romanzo contiene tutti gli ingredienti di un buon giallo. C'è la vittima, una giovane del posto. Due sospettati che, per motivi diversi, sembrano colpevoli e, al tempo stesso, scagionabili. Un assassino, al contrario insospettabile, che risulta un vero e proprio colpo di scena che non si intuisce.
Massimo è il "barrista", vuole fare solo il suo mestiere, ma si ritrova imbrigliato nelle indagini e, grazie anche al contributo del nonno e suoi tre compari, mette insieme i tasselli del puzzle, realizzando ciò a cui, tutto fa presumere, il commissario Fusco non sarebbe mai giunto.
A Malvaldi riconosco il merito di aver scritto un romanzo che riesce a catapultare nella storia. Sembra di vederli i quattro vecchietti seduti al tavolino all'aperto, che si accapigliano bonariamente, con quel modo di fare realistico che l'uso del dialetto toscano enfatizza magistralmente.
La scrittura è scorrevole, malgrado il dialetto. Non ho incontrato nessuna difficoltà nella lettura, anzi l'ho trovato piacevole e divertente. La narrazione è in terza persona e il punto di vista è essenzialmente quello di Massimo.
I personaggi sono pochi, giusti e ben delineati. Massimo è schietto e diretto, arguto e un po' scorbutico, ma solo quando gli si rompe le scatole. Il tipo di personalità che mi fa innamorare!
Ampelio, il nonno di Massimo, con Gino Rimediotti, Pilade Del Tacca e Aldo Boccaccio, sono il quartetto di punta. La vena comica. La ciliegina su una torta già gustosissima. Una spalla perfetta per Massimo. Li ho adorati, tutti e quattro. Il commissario Fusco è il tipico pallone gonfiato che pure un bambino riuscirebbe a fregare, mentre il dottor Carli, il medico legale, è furbo e scaltro.
Con le sue 162 pagine, questo romanzo scorre che è una meraviglia. Sfruttando l'omicidio, e le relative indagini, per mostrare gli aspetti di certi ambienti ricchi, viziati e corrotti, a contrasto con realtà ben diverse e opposte, il tutto attraverso lo sguardo di Massimo e della sua 'lieta combriccola di pensionati'.





Commenti

  1. Ciao, quest'anno vorrei leggere un libro di Malvaldi, del quale ho sempre sentito parlar bene, mi sa che comincerò proprio da questo ;-)

    RispondiElimina
  2. Simpatica combriccola davvero... Io l'ho anche conosciuto Malvaldi e devo dire che è molto simpatico anche lui.
    Buon proseguimento con le tue letture.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Recensione: La variante di Lüneburg di Paolo Maurensig

Recensione: Il paradiso dei diavoli di Franco Di Mare

Segnalazione: L'angelo e il mugnaio di Antonio Aschiarolo