Recensione: Anatomia di un incubo di James Carrol

Buon giorno lettori della Biblioteca. Sono più alterna della corrente, me ne redo conto, ma da Agosto la mia routine è stata spazzata via e mi necessiteranno ancora mesi prima che possa recuperarla. Tra l'altro volevo anche sottolineare in qualche modo i piccoli cambiamenti di grafica per cui non ringrazierò mai la mia consocia, ma è già passato un po' di tempo.
Comunque abbiamo voluto un veste un filo più 'seria' (che nessuna di noi due ha propriamente vent'anni) e anche qualcosa di più leggero per favorire quei lettori che magari ci leggono da smartphone o da tablet. Già da pc ci sono blog che impiegano una vita per caricarsi, non osiamo immaginare da altri dispositivi. Così noi ci siamo date alla leggerezza eliminando un po' di gadget carini, ma francamente inutili, speriamo che la cosa vi sia gradita.
Appena possibile, comunque, la priorità resta parlarvi delle mie letture e oggi tocca a questo bel thriller, prestato dalla mia consocia a cui era piaciuto molto. Uno dei casi in cui il giudizio è stato unanime: positivo.
Io gli ho fatto le pulci come sempre, ma ne aveva poche.

Titolo originale: Broken dolls
Autore: James Carrol
Edizione: Giunti
Prezzo: 6,90€
Trama: Mentre su Londra si abbatte una violenta bufera di neve e tutti sono impegnati nei preparativi natalizi, un folle criminale rapisce le donne, le tortura per giorni, ma non le uccide: prova piacere nello spegnere in loro ogni scintilla di vita, prima di lasciarle andare. La polizia brancola nel buio e l'ispettore Hatcher sa che solo una persona è in grado di aiutarli: Jefferson Winter, il miglior profiler americano. Figlio di uno spietato serial killer, Winter è ossessionato dal suo passato, che però gli ha regalato un intuito infallibile: nessuno come lui riesce a penetrare la psicologia delle menti criminali. Ma questo caso è diverso: perché mutilare una donna imprigionandola nel suo corpo per sempre, rendendola insensibile al mondo esterno e totalmente dipendente dagli altri? Un destino più atroce della morte. Le vittime aumentano e il maniaco è sempre più assetato: tra poco toccherà alla numero cinque e non c'è un attimo da perdere. Con l'aiuto dell'affascinante Sophie Templeton, la caccia all'uomo ha inizio...

Voto: 4/5 (8/10)
Il titolo originale di questo romanzo recita 'Bambole spezzate', ma visto che partire da qui potrebbe portarmi a fare spoiler, utilizzo il titolo italiano, 'Anatomia di un incubo', che, in questo caso, risulta abbastanza appropriato.
L'incubo è quello delle donne che vengono rapite, imprigionate per mesi, torturate e poi lobotomizzate prima di venire abbandonate in luoghi in cui possano essere facilmente ritrovate.
La Yard di Londra brancola nel buio a causa delle tante stranezze del caso: impossibile capire come le cattura, dove le tiene nascoste, perché le nutre e al contempo le tortura (non c'è violenza sessuale) e, soprattutto, perché le 'amputa' prima di lasciarle.
Ammetto che tutte queste domande si sono affacciate anche alla mia testa fin dalle prime pagine (escluso come le cattura perché il lettore vede l'adescamento della numero cinque). Non che sia esperta di psicopatici, ma questo è decisamente uno dei più fuori dal comune (mi ha ricordato vagamente quello di 'Intensity' di Dean Koontz, anche se lui uccideva).
Per capirci qualcosa viene chiamato un famoso profiler americano che ora lavora in proprio. Jefferson Winter ha un passato molto particolare: suo padre era un serial killer ucciso dalla pena di morte. Per questo è così bravo: riesce ad immedesimarsi e a capire la loro psicologia. E' lui l'anatomista del titolo.
Temevo un personaggio bravo solo 'sulla carta', ossia nelle affermazioni dell'autore senza un riscontro reale, invece è riuscito a dare al suo protagonista caratteristiche molto definite e accurate, discrete conoscenze di base e tutti quegli elementi che lo fanno rientrare tra i buoni detective. Certe volte può sembrare perfino esagerato (un po' Sherlock Holmes), è uno di quelli che da come sospiri capiscono anche cosa hai mangiato la scorsa settimana, ma anche lati che riescono a renderlo più umano e apprezzabile.
Al suo fianco viene messa Sophie Templeton e anche lei è stata una bella sorpresa: niente love story con il protagonista, anche se lui qualche pensierino su di lei, lo fa. Anche lei è abbastanza definita, anche se non come Jefferson. E' tosta, forte e ha un bel cervello. Non ho apprezzato quello che le accade nel finale, ma è stato un modo come un altro per muovere le acque.
Gli altri personaggi sono più di contorno e più sfumati. Sappiamo qualcosa in più su Rachel, la numero cinque, ma essenzialmente è una donna comune che svolge il suo ruolo di vittima.
Parlare del criminale senza fare spoiler è difficile, perché ha una caratteristica molto particolare, ma come avrete capito mi è piaciuto. Non le motivazioni, ma la psicologia che ha è stata davvero ben costruita. Mi piace che il bene vinca, ma un buon cattivo è essenziale in questo tipo di storie.
Lo stile di Carol ha un buon ritmo, però non mette ansia, permette al lettore di seguire tutti i ragionamenti di Jefferson, le sue idee, le sue intuizioni. Questo evita l'effetto confusione senza rinunciare ai colpi di scena. La scrittura è molto fluida e scorre bene, sa catturare l'attenzione e non annoia mai. Buoni i dialoghi e poche le descrizioni.
Ammetto che, a parte un velo di antipatia per il protagonista che capisce sempre tutto, il libro nel complesso mi è piaciuto molto, sia nella trama, che nei personaggi, che nella logica e psicologia generale. Credo che l'intento dell'autore sia farne una serie e sicuramente darò una possibilità ad un eventuale seguito.


Commenti

  1. Dalla tua intensa recensione si comprende come questo thriller ti abbia coinvolta positivamente. La cover mi piacce molto, mi segno il titolo. L'inverno è alle porte quindi "Anatomia di un incubo" sarà un bel romanzo da leggere vicino al camino :)

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    1. E' anche ambientato nelle settimane prima di Natale, quindi siamo quasi in atmosfera. Se ti capita di leggerlo spero che ti piaccia come è piaciuto a me.

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