Segnalazione: La mia amica ebrea di Rebecca Domino e Quando dal cielo cadevano le stelle di Sofia Domino


Buongiorno e buon Lunedì a tutti.

Come ben sapete, oggi è il Giorno della Memoria. Il minimo che io possa fare è ricordare gli eventi tragici del passato che hanno portato, poi, a definire questo giorno come "della Memoria".
Il 27 gennaio, infatti, è la giornata della commemorazione delle numerose vittime di una follia omicida denominata Olocausto. Proprio in questo giorno, nel 1945, le truppe sovietiche dell'Armata Rossa scoprirono il campo di concentramento di Auschwitz, liberando i pochi superstiti sopravvissuti al genocidio nazzista e rivelando, per la prima volta, gli orrori perpetrati su milioni di esseri umani, senza distinzione di sesso e di età.
Il Giorno della Memoria rinnova il ricordo di un periodo cupo della nostra storia che ha segnato e distrutto milioni di vite, e insegna che qualunque ideologia corrotta può diventare crudele, atroce e devastante, tanto quanto lo è stata quella che ha spinto  i nazisti a perseguitare e sterminare gli ebrei.
Ed è anche per questo che è indispensabile non dimenticare gli errori e orrori del passato.

Le due sorelle scrittrici, Rebecca e Sofia Domino, ricordano questo giorno con due romanzi, in uscita proprio oggi, che siamo liete di segnalare nel nostro blog.



Titolo: La mia amica ebrea
Autore: Rebecca Domino
Data di pubblicazione: 27 gennaio 2014
Canale di distribuzione: Lulu
Pagine: 300
Prezzo: € 1,99 (ebook)
Trama:  Amburgo, 1943. La vita di Josepha, quindici anni, trascorre fra le uscite con le amiche, le lezioni e i sogni, nonostante la Seconda Guerra Mondiale. Le cose cambiano quando suo padre decide di nascondere in soffitta una famiglia di ebrei. Fra loro c'è Rina, quindici anni, grandi e profondi occhi scuri.
Nella Germania nazista, giorno dopo giorno sboccia una delicata amicizia fra una ragazzina ariana, che è cresciuta con la propaganda di Hitler, e una ragazzina ebrea, che si sta nascondendo a quello che sembra essere il destino di tutta la sua gente. Ma quando Josepha dovrà rinunciare improvvisamente alla sua casa e dovrà lottare per continuare a sperare e per cercare di proteggere Rina, l'unione fra le due ragazzine, in un Amburgo martoriata dalle bombe e dalla paura, continuerà a riempire i loro cuori di speranza.
Un romanzo che accende i riflettori su uno dei lati meno conosciuti dell'Olocausto, la voce degli "eroi silenziosi", uomini, donne e giovani che hanno aiutato gli ebrei in uno dei periodi più bui della Storia.


Nota dell'autrice:
Ho scritto “La mia amica ebrea” per raccontare l’Olocausto dall’altro punto di vista, quello di una giovane tedesca. La protagonista del libro, Josepha, ha quindici anni nell’estate 1943, è cresciuta indottrinata dalla propaganda di Hitler e, sebbene abbia dei dubbi di coscienza su quello che legge e sente dire in giro, sono dubbi che tiene solo per sé. Esprimere un’opinione diversa da quella che Hitler stava inculcando alla massa, era una pazzia. Aiutare degli ebrei era un rischio che spesso si pagava con la vita.
Il romanzo è ambientato nell’Amburgo della Seconda Guerra Mondiale, ma ho voluto che fosse anche un romanzo di formazione perché il passaggio da ragazzina a giovane donna colpisce le ragazze di tutto il mondo ed è qualcosa che accomuna tutte, a prescindere dal periodo storico in cui viviamo. Ovviamente, nel romanzo è molto importante l’amicizia che nasce fra Josepha e Rina, la giovane ebrea che si nasconde nella soffitta della famiglia di Josepha, insieme alla madre e al fratello. Quella vicinanza forzata costringe Josepha ad affrontare i dubbi che, giorno dopo giorno, diventano sempre più insistenti nella sua mente.
Al giorno d’oggi sappiamo che il nazismo non era solo sbagliato, era una vera e propria pazzia, e che lo sterminio degli ebrei è stata una delle ingiustizie più atroci della Storia, ma per Josepha quello è il presente, e deve scoprire, giorno dopo giorno, cosa significa essere costretti a nascondersi dal mondo, a guardare la vita da lontano, senza farne parte.
Spero che le lettrici siano ispirate dal coraggio di Josepha nel seguire quella vocina interiore che ci dice qual è la cosa giusta da fare, che non sempre è la più semplice o la più condivisa.
“La mia amica ebrea” è un romanzo che, durante la stesura e le varie fasi di editing e rilettura, mi ha presa molto e spero che riesca ad arrivare anche alle persone che lo leggeranno, per ricordare gli orrori del passato, per evitare che si ripetano e per non dimenticare che, nell’oscurità di ogni tragedia, sbocciano piccoli fiori colorati, le anime nobili di chi è disposto a tutto pur di salvare un’altra vita.


Link utile: http://rebeccadomino.blogspot.it



Titolo: Quando dal cielo cadevano le stelle
Autore: Sofia Domino
Data di pubblicazione: 27 gennaio 2014
Canale di distribuzione: Lulu
Pagine: 496
Prezzo: € 1,99 (ebook)
Trama:  Lia ha tredici anni. È una ragazzina italiana piena di sogni e di allegria, con l’unica colpa di essere ebrea durante la Seconda Guerra Mondiale. Dallo scoppio delle leggi razziali la sua vita cambia, e con la sua famiglia è costretta a rifugiarsi in numerosi nascondigli, a sparire dal mondo. Da quel mondo di cui vuole fare disperatamente parte. Passano gli anni, conditi da giornate piene di vicende, di primi amori, di paure e di speranze, come quella più grande, la speranza che presto la guerra finirà. Ma nessuno ha preparato Lia alla rabbia dei nazisti. Il 16 ottobre 1943, la comunità ebraica del ghetto di Roma viene rastrellata dalla Gestapo e i nazisti le ricorderanno che una ragazzina ebrea non ha il diritto di sognare, di sperare, di amare. Di vivere. Lia sarà deportata ad Auschwitz con la sua famiglia, e da quel giorno avrà inizio il suo incubo. Terrore, lavoro, malattie, camere a gas, morti. E determinazione. Quella che Lia non vuole abbandonare. Quella determinazione che vorrà usare per gridare al mondo di non dimenticare. Quella determinazione che brillerà nei suoi occhi quando il freddo sarà troppo pungente, quando la fame sarà lancinante, quando la morte sarà troppo vicina e quando sarà deportata in altri campi di concentramento.
Quella determinazione che le farà amare la vita, e che le ricorderà che anche le ragazzine ebree hanno il diritto di sognare. Perché non esistano mai più le casacche a righe, perché nessuno sia più costretto a vivere in base a un numero tatuato su un braccio o in base a una stella cucita sulla veste.
Perché dal cielo non cadano più le stelle.


Nota dell'autrice:
Ho sempre voluto dare una voce a tutte le persone che sono state rinchiuse in un campo di concentramento. Che cosa significava essere ebreo durante il nazismo? Che cosa significava crescere fuori dal mondo, ma volerne fare disperatamente parte? Che cosa significava indossare una casacca a righe e avere una stella cucita addosso?
Con “Quando dal cielo cadevano le stelle” ho finalmente potuto dare una voce a tutti quegli ebrei che hanno perso tutto e a tutte quelle famiglie che si sono sacrificate per aiutare gli ebrei offrendo loro dei nascondigli.
La protagonista è Lia Urovitz, una ragazzina ebrea di tredici anni, romana, che è costretta a nascondersi con la sua famiglia; suo padre e sua madre, due fratelli e una nonna cui vuole tanto bene. Ha sempre amato ridere e fare gli scherzi, e sogna di diventare una dottoressa, ma dallo scoppio le leggi razziali realizzare i suoi sogni sembra sempre più difficile.
Cadono le bombe e la paura aumenta, ma tutto precipita quando una notizia si perde ovunque: è cominciata la caccia agli ebrei.
Arrivano i nazisti e il 16 ottobre 1943 avviene il rastrellamento del ghetto ebraico di Roma.
Lia e la sua famiglia sono catturati dalla Gestapo e si ritrovano ad Auschwitz. Il romanzo continua e, assieme a Lia, soffriamo la fame, il freddo e le paure, e cerchiamo di difenderci dalla rabbia delle SS. E, naturalmente, sogniamo con lei.
Ma è davvero possibile sognare dietro un filo spinato?
Secondo Lia lo è, e non smetterà di farlo anche quando le malattie la colpiranno, quando la morte sarà troppo vicina e quando sarà costretta a cambiare campi di concentramento.
Perché lei vuole tornare a Roma, vuole tornare a casa sua e vuole essere di nuovo libera.
Il messaggio del mio libro è forte e chiaro; nessuno dovrebbe dimenticare le ingiustizie che hanno subìto gli ebrei. Bambini, ragazzi e adulti che si sono visti portare via tutto e che sono stati internati in dei campi di concentramento. Nessuno dovrebbe dimenticare un passato non troppo lontano, così che tali atrocità non si ripetano.









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