Recensione: Educazione di una donna di Elizabeth Percer

Dopo due belle letture arriva immancabile quella brutta. Almeno per me.

Titolo: Educazione di una donna
Autore: Elizabeth Percer
Edizione: Neri Pozza
Prezzo: 17,00 €
Trama: Il Wellesley College, nel Massachusetts, è uno dei più prestigiosi college femminili americani. Con la sua architettura gotica, i suoi archi e i suoi giardini, il campus esercita un fascino irresistibile sulle giovani donne consapevoli della propria intelligenza. In un angolo appartato del campus vi è una casetta in stile Tudor: è il luogo di ritrovo delle Shakes, le temute e riverite ragazze della Shakespeare Society. Ogni tanto le Shakes mettono in scena opere del Bardo alle quali invitano la preside e altre autorità del campus. Tuttavia, simili inviti hanno il solo effetto di accrescere il sospetto del college nei loro confronti, dato che ragazze che interpretano uomini in preda ad angoscia, tradimenti e dubbi, in una forma arcaica della lingua inglese, non sono certo un bell'esempio di decoro e compostezza. Le Shakes si curano però poco del giudizio altrui. Sensibile fino all'estremo, incapace di trascurare anche per un solo istante coloro che ama, triste per l'impossibilità di avere accanto Teddy, il suo amico del cuore, Naomi Feinstein mette piede al Wellesley college e, con sua somma sorpresa, diviene quasi subito una Shake. Accade tutto per volontà del destino: Naomi salva dalle acque ghiacciate del lago Waban una delle Shakes; viene iniziata alla Società con un rituale vecchio di un secolo, diventa l'amica più stretta dell'altezzosa Jun. Come in ogni educazione che si rispetti, tuttavia, anche per Naomi è in agguato la sfida con le svolte maligne della sorte.


Mah...
Nonostante siano passati un po' di giorni, se qualcuno mi chiedesse di cosa parla questo libro sarei ancora indecisa sulla risposta. Il mio istinto sarebbe rispondere 'di niente', però in quasi 400 pagine, qualcosa ci sarà scritto no?
Sì, qualcosa c'è scritto, ma 'cosa', non è di facile definizione. Più o meno c'è ciò che dice il titolo: l'educazione della protagonista, Naomi Feinstein. Rispetto a ciò che cita la sinossi, in più ci sono circa 100 pagine d'infanzia, che ancora oggi mi chiedo a cosa servissero, in meno c'è tutta la poesia, la suspense, o qualunque altra cosa potrebbe indurre ad aprirlo.
Di fatto questo libro è il racconto della vita della protagonista da quando aveva 7 anni fino ai 17 circa. Quanto all'aspetto educativo, se anche c'è, non l'ho trovato così eccezionale da farne un libro.
L'infarto del padre, la depressione della madre, la partenza dell'unico amico che abbia avuto, fino ai fatto del Wellesley College, di materiale per tirarne fuori qualcosa di importante ce n'era. Peccato che invece sia tutto piatto, poco approfondito, un po' senza scopo. Sembra che ciò che accade sia utile e importante per tutti, tranne che per la protagonista, che ci racconta la sua storia senza la minima emozione. Il racconto in prima persona limita ulteriormente le scelte obbligando il lettore a 'vedere' solo ciò che pensa Naomi. Purtroppo lei si preoccupa più di dire ciò che accade, anziché ciò che prova.
Finale piatto e banale.

Personaggi: Naomi è la protagonista e ci racconta la sua storia. L'ho trovata terribilmente noiosa, apatica, priva di qualsiasi attrattiva. Qualunque persona entri nel suo racconto sembra più vivace e luminosa di lei, perfino la madre depressa.E' un inconcludente e tale resta fino alla fine, nonostante dal titolo sembri che si trovi di fronte chissà cosa. Magari se lo trova davvero di fronte, ma non sembra che per lei conti granché.
Bella la figura del padre, solido, positivo e propositivo. Meglio di lei perfino l'algida e altezzosa Jun, che, nonostante la rigida educazione giapponese (la sua storia sì che avrebbe avuto senso), trova il modo di vivere e di essere vitale.
Carine anche molte delle Shake, quasi tutte ragazze forti e che sanno cosa vogliono dalla vita.

Stile: Noioso come il racconto (forse ha semplicemente contribuito). La scrittura è piatta e priva di attrattiva. Anche nei momenti più intensi, il massimo che si può fare è evitare lo sbadiglio. Registro medio con alcune parole un po' più ricercate.
Le tempistiche sarebbero anche buone, ma continuo a pensare che questo libro poteva essere molto più corto. Scrittura corretta e buona traduzione.

Giudizio finale complessivo: Decisamente noioso e inutile. Mi sarei aspettata riflessioni profonde anche su eventi comuni ma che sulla protagonista hanno un effetto decisivo, invece niente. Una serie infinita di bla, bla, bla. Ciò che accade alla fine sembra quasi messo lì giusto per far accadere qualcosa. Effetti su Naomi, prossimi allo zero assoluto, ovviamente. Una quasi totale perdita di tempo.
Voto: 4/10


Commenti

  1. Non avevo mai sentito parlare di questo libro prima d'ora...peccato per la noia...da quello che ho letto nella recensione c'erano parecchi spunti da poter sviluppare ^_^

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    1. E' ciò che mi ha fatto più arrabbiare. Tante idee sprecate o mele affrontate. Peccato davvero.

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  2. Credo che passerò!!! bella recensione comunque!

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