Recensione: Balla con l'angelo di Åke Edwardson

Pasquetta piovosa mi consente di parlarvi di un libro bruttino (così magari voi siete belli belli al mare sotto un bel sole e ve la perdete. Vi conviene, così non vi viene manco la curiosità di leggerlo di persona).
I cognati per casa mi impediscono di fare la foto per cui per ora c'è la copertina ufficiale.

Titolo: Balla con l'angelo
Titolo originale: Dans med en ängel
Autore: Åke Edwardson
Edizione: Baldini Castoldi Dalai Editore
Prezzo: 17,00€ (Anche se io l'ho trovato a sconto a 2,99€)
Trama: Un giovane turista svedese viene torturato a morte in un albergo di Londra. A distanza di pochi giorni, a Göteborg viene rinvenuto il cadavere di un altro ragazzo, ucciso nello stesso modo. I due delitti sono collegati? Ne è convinto Erik Winter, ispettore dallo stile raffinato, amante delle belle donne, degli abiti firmati e della musica jazz, chiamato a occuparsi del caso assieme al collega inglese Steve Macdonald, un tipo assai diverso da lui. La pista battuta sembra condurre al mondo della pornografia e degli snuff movie, ma saranno i vestiti insanguinati trovati casualmente da un ladro mentre rapina un appartamento a dare una svolta alle indagini...

Voto: 2/5 (4/10)
Un libro brutto. Reso più brutto dalla rabbia che suscita vedere una trama con delle potenzialità buttata via in modo superficiale e piatto.
Sostanzialmente è questo che ha abbassato il voto: la superficialità.
E' una delle rare occasioni in cui ho pensato: sto libro doveva essere più lungo.
La trama c'è, è buona, forse anche abbastanza originale, ma è raccontata tipo notizia ansa. Nessuna empatia, entusiasmo, orrore. Nessun approfondimento particolare di teorie o tecniche investigative. Un intreccio leggerissimo che serve solo a citofonare il colpevole già a metà libro. Per il resto solo fabula che procede spedita a passo di marcia e guai a rallentare un minuto per un qualsiasi motivo.
Stessa sorte ai personaggi.
Nessun approfondimento delle vittime, se non che erano gay. Ha significato questo? No. O meglio. Non si sa perché anche sul colpevole on ci sono approfondimenti. Perché lo fa? Cosa lo ha spinto? Perché quel modo? Perché quei ragazzi? Perché quei posti? Niente. Solo una blanda deduzione di Winter a fine libro che dovrebbe bastare come spiegazione a tutto quell'orrore (dichiarato, non mostrato. Il lettore ha letto qualche descrizione cruda, ma ha provato ben poco).
Il protagonista, Erik Winter, come se la cava? L'apoteosi della noia. Mai visto un personaggio così insignificante. E sì che io ho un debole per i detectives, ma questo... Non è che è brutto eh, solo che è impossibile conoscerlo. Sta lì. parla parla parla, rimugina rimugina rimugina, eppure per il lettore rimane uno sconosciuto.
E MacDonald? Niente. Fa la sua comparsa, dice due battute, fine del lavoro.
Non parliamo poi di tutti quei 'personaggi' che sono solo nomi buttati lì senza un minimo di approfondimento che si dimenticano la pagina successiva o, se ci si ricorda di averlo già sentito, quasi sicuramente lo si confonde con qualcun'altro.
Non salvo neanche la scrittura. In un primo momento mi sono chiesta se fosse un problema di traduzione. Può darsi (non lo escludo del tutto), ma la mia ultima impressione è che sia un problema proprio dell'autore. Descrizioni minime, dialoghi lunghissimi fatti solo di battute senza indicazioni di chi parla e alla fine non si capisce chi dice cosa. Oltre al fatto che a volte sono proprio incomprensibili di per sé. Una serie di fatti ed eventi senza empatia, senza emozioni, senza colpi di scena. Di contro si legge velocemente. E' l'unica cosa che lo salva dall'essere noioso.
E' il primo di una serie e forse accusa un po' il colpo (ma ho letto inizio-serie decisamente belli e coinvolgenti), ma se deciderò di concedere una possibilità ai seguiti di sicuro non sarà a breve.

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