Recensione: Bad love di Jay Crownover

Quando mi capitano certi libri mi ritrovo sempre a chiedermi se l'ho letto nel momento sbagliato o se il momento sarebbe stato sbagliato sempre e comunque...

Titolo: Bad love
Titolo originale: Better when he's bad
Autore: Jay Crownover
Edizione: Newton Compton
Prezzo: 9,90€
Trama: Sexy, dark, pericoloso, Bax non cammina solo sul binario sbagliato… lui è il binario sbagliato. Criminale, delinquente e attaccabrighe, ha preso un sacco di pessime decisioni, e una di queste lo ha portato in prigione per cinque anni. Ora Bax è fuori e in cerca di risposte, e non gli importa cosa dovrà fare o chi dovrà ferire per trovarle. Ma non ha fatto i conti con Dovie, una ragazza innocente e pura… Dovie Pryce sa bene cosa comporti vivere una vita difficile. Ha sempre cercato di essere buona, di aiutare gli altri, e non si è mai lasciata trascinare giù dalla tristezza. Eppure le cose per lei non hanno fatto che peggiorare. A quanto pare, l’unica persona che può aiutarla è l’ex-detenuto più spaventoso, sexy e complicato che sia mai uscito da The Point. Bax le fa paura, risveglia in lei sentimenti che non avrebbe mai pensato di provare. Ma a Dovie non serve molto per capirlo: certe volte le persone migliori per noi sono proprio quelle che dovremmo evitare…

Voto: 2,5/5 (5/10)
Mi verrebbe da iniziare la recensione con tre puntini di sospensione tanta è la perplessità davanti a questo romanzo.
Parliamo della trama, che ci sarebbe anche, se non fosse sviluppata in modo tanto blando e superficiale. Baxter è il super cattivo della situazione (sì, quello che in fondo in fondo in fondo non è poi così cattivo e in quella vita ci si è ritrovato) e la sua dose di problemi tra cui altri che in teoria sono più cattivi di lui ma... fanno la figura degli idioti. Mi viene da chiedere: dove sarebbe la superiorità di Baxter? Per citare una pubblicità: ti piace vincere facile. Non è tutto, i 'terribili problemi' e le 'insuperabili difficoltà' mancano proprio. Sono accennate, ma quando si arriva al punto, il pensiero è: tutto qui? Manca la vera 'prova' che il protagonista deve superare.
Ok, la trama va ignorata perché quello che conta è la storia d'amore (idea opinabile, concordo, ma così è). Ora... la storia c'è, per carità, e non è neanche un irritante insta-love (ma poco ci manca). Però originalità zero. Forse se l'avessi cercata, se avessi letto questo libro perché volevo proprio una storia d'amore, magari sarei stata meno critica. Di contro qualcosa che ti emoziona, emoziona sempre, cercata o meno. Qui invece l'unica emozione provata è stata la classica irritazione da 'perdita di pazienza' che mi prende sempre quando leggo certe banalità. Sembra solo un gigantesco copia-incolla fatto di niente.
I personaggi si salvano?
No.
Baxter è così simpatico che a pagina 3 (tre!!!) dice di essere già stanco della vita e il mio empatico pensiero è stato: sparati. Poi un filo il nostro 'rapporto' è migliorato, ma non è un maschietto memorabile.
Dovie (scialba perfino agli occhi del protagonista maschile e ho detto tutto) subito dall'inizio mi è sembrata un'aliena, perché ha sti occhi cangianti tanto di moda. A metà libro la conferma: lui la nota al buio perché ha la pelle talmente chiara che è quasi luminosa... Nata a Chernobyl, tesoro?
Tutti gli altri macchie insignificanti. Race più di tutti. Per 300 pagine mi sono letta di sta specie di Albert Einstein del crimine e alla resa dei conti... Niente, un moccioso che fa i dispetti al papà cattivo. Avrei voluto vederlo all'opera. Avrei voluto capire cos'avesse di così speciale. Parole tante, fatti pochi.
Un po' meglio Titus, quanto meno rimane defilato e coerente.
Per il resto la scrittura è scorrevole e poco impegnativa. Qualche volgarità gratuita, ma ormai ci sono abituata. Descrizioni utili e senza fronzoli, dialoghi scontati.
Il libro si legge in fretta, ma non lascia niente.

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