Recensione: Stryx. Il marchio della strega di Connie Furnari

Eccomi. Per un certo periodo sarò da sola a seguire il blog e spero di non fare disastri (io e l'HTML non adiamo propriamente d'accordo). Intanto faccio ciò che so fare: i post.
Questa settimana ho preparato:
Lunedì (Oggi): Recensione di Stryx. Il marchio della strega
Martedì: Teaser Tuesday tratto da La mano del morto
Mercoledì: W. W. W. Wednesdays delle mie letture
Giovedì: Recensione di Il poeta
Venerdì: Recensione di Vampiri a Manhattan 01 - Insatiable
Vi lascio con la recensione di oggi

Titolo: Stryx. Il marchio della strega
Autore: Connie Furnari 
Edizione: Edizioni della sera
Prezzo: 12,00€
Trama: Dopo aver vissuto in Inghilterra, Sarah, una potente strega, torna a Salem decisa a ricominciare una nuova vita senza la magia. Inaspettatamente, giunge la sorella minore, Susan, strega intrigante e perversa che ha scelto di passare al lato oscuro per la sete di potere, determinata a sconvolgere l'esistenza di Sarah e degli ignari studenti del liceo di Salem. La vita scolastica si rivela fin da subito molto più dura del previsto. L'unico apparentemente interessato a conoscerla è un giovane dai grandi occhi grigioazzurro, Scott, il solo ad essere in grado di risvegliare in lei antichi sentimenti che credeva ormai essere assopiti. Ma Salem ben presto comincerà ad essere sconvolta da numerosi delitti inspiegabili, il cui unico filo conduttore sarà un marchio a forma di "S" posto sulle vittime. Le strade della cittadina diventano pericolose trappole mortali, e a Sarah non resterà altro che affrontare il suo oscuro passato per poter salvare le altre giovani streghe e se stessa.

Un libro che non mi ha convinto del tutto, ma che mi è piaciuto molto.
Tra tutte le creature soprannaturali che circolano recentemente in libreria, le streghe non mi erano ancora capitate. Ragazzini con poteri speciali accusati di stregoneria o magia sì, ma loro, le streghe vere, mai.
E' stato quindi un immenso piacere scoprire che le streghe della Furnari erano quelle vere, quelle di quando sei bambino, quelle che volano sulla scopa, fanno incantesimi seri, usano pozioni. E portano il cappello a punta e i tacchi a rocchetto. Almeno ad Halloween.
Sarah ha 17 anni, ma è in giro da circa 300 e, come lei, la sorellina Susan, 16 anni. A causa di una maledizione le due muoiono e si reincarnano cercando ogni volta di avere una vita normale.
Sono tornate a Salem, luogo in cui sono vissute e morte la prima volta, per cercare di porre fine ad una guerra durata troppo tempo.
La trama nel suo insieme non è complessa né particolarmente originale, però se piace come tipo di storia non è un difetto. Io non l'ho percepito come tale. A me piace e mi sono fatta coinvolgere volentieri nella storia. Ho sorriso perché alcune cose mi sono sembrate 'semplici', perché abbastanza canoniche e conosciute, ma alla fin fine è proprio la conoscenza del tipo di personaggio che ho amato nel libro, perciò mi sono divertita molto a leggerlo.
Ovviamente, pur essendo streghe di Lucifero, le protagoniste sono buone, Sarah almeno, che cerca di porre fine ad una guerra senza senso. E al contempo cerca di vivere finalmente da adolescente.
Solo che per lei non è facile. Nonostante le sue molte vite, non ha mai dimenticato il suo primo amore. Almeno finché non arriva Scott.
Pur essendo una storia d'amore adolescenziale, anche questa mi è piaciuta. mi è piaciuto soprattutto l'intrigo di segreti e bugie, di dubbi, di incertezze che porta con sé. L'ho trovata a suo modo tenera e ingenua.
Ma allora cosa non va?
Ecco diciamo che in certi momenti ho avuto l'impressione di forzato. Non che il comportamento dei personaggi fosse incongruente, ma che il loro agire fosse dettato dall'esigenza di far accadere qualcosa e di seguire la trama.
Sempre per quanto riguarda i personaggi ho trovato eccessive alcune loro reazioni in certi momenti, soprattutto quando alla fine son saltate fuori parolacce e simili. Per come erano impostate quelle situazioni ho avuto l'impressione che l'utilizzo di certi termini fosse più dettato dall'esigenza di far apparire il personaggio come tosto che non da una vera predisposizione del medesimo.
Alcuni momento inoltre mi sono sembrati un po' troppo veloci e risolti in maniera troppo semplice, soprattutto nel finale. Avrei preferito un po' più di enfasi in alcune morti.

Personaggi: Sarah è la protagonista. E' l'eroina buona, colei che si è ritrovata in una certa condizione non per scelta e cerca di opporvisi con tutte le sue forze. E' un bel personaggio, ogni tanto un filino irragionevole tanto che cambia umore in maniera repentina (sarà l'età?), ma che tira fuori le unghie quando serve senza fare la dura e pura ad ogni costo. In alcune scene mi ha davvero commossa. Susan, la pestifera sorellina. lei a fare la strega si è adattata benissimo e non esita ad usare i propri poteri per ottenere quello che vuole. Quando ha fatto la sua comparsa, ho pensato che fosse la 'stronza' di turno, quella ingestibile che causa solo problemi alla protagonista. Invece Susan è adorabile (avrà fatto un incantesimo anche a me?), nonostante il suo carattere che la porta ad essere esuberante e prepotente, vuole davvero bene a Sarah e si comporta da sorella. Non è facile trovare una 'sorella' nei libri. In genere o sono personaggi marginalissimi, o sono delle rompiscatole.
Poi abbiamo i maschietti. Scott in primis. Un vero cavaliere, dolce sensibile e molto pasticcione. Ha un compito, ma non ha messo in conto cosa voglia dire innamorarsi davvero. Per fortuna mentire non gli riesce bene e la sua bella finisce per credergli.
L'ultimo personaggio che cito è Marco, che è forse quello che mi ha lasciato più dubbi. Avrei voluto vedere più a fondo i suoi sentimenti e le sue motivazioni. Inoltre l'ho trovato un po' troppo super uomo per l'età che ha e anche il ruolo da leader non sembra adattarglisi troppo bene. E' quello che più spesso ho percepito come irragionevole e non troppo coerente.

Stile: So che come definizione non è chiara, ma ho trovato questo romanzo scritto con una certa timidezza, quasi l'autrice avesse avuto paura ad osare. osare nella terminologia, nella complessità delle frasi, nell'enfasi delle situazioni. Il risultato è un racconto quieto e pacato che si mantiene però, un pò in superficie. Come dicevo non ho apprezzato molto l'uso delle parolacce nel parlato. Non le amo a priori, ma qui ho proprio avuti l'impressione che non fossero indispensabili.

Giudizio finale complessivo: Ecco, nonostante pulci e contropulci a me il libro è piaciuto. Tanto. Mi sono piaciute queste streghe e il modo in cui utilizzano la magia, mi è piaciuta la storia e mi è piaciuto il finale. Forse non ho proprio divorato il libro, ma l'ho comunque letto senza farmi distrarre o interrompere da altro, segno che non mi sono annoiata nè indispettita per qualcosa.
Memore di tante 'esperienze' da piccola, son riuscita ad immaginarmi perfettamente queste streghette moderne che comunque volano ancora sulla scopa e portano cappelli a punta con la fibbia. Ogni volta che leggevo di qualche magia e incantesimo, ritrovavo il gusto infantile di dire 'magari potessi farlo anche io'.
Anche la storia d'amore mi è piaciuta, più nei suoi momenti no, che in quelli sì, ma l'importante è sentir battere il cuore no?
Voto: 8/10

Commenti

  1. Anche a me non è affatto dispiaciuto :)
    Aveva qualche pecca, ma tutto sommato l'avevo trovato molto piacevole ^^

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  2. Lo leggerò a breve e penso proprio che mi piacerà dal momento che anche io adoro la figura della strega tradizionale e ne sono sempre stata affascinata...la magia di questo tipo è un elemento che amo immensamente in una storia :-)

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  3. lo leggerò a breve...ce l'ho in tbr ma ho sempre rimandato devo rimediare

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